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22 LUGLIO FESTA MARIA MADDALENA , di Anna Rotundo

22 LUGLIO FESTA MARIA MADDALENA , di Anna Rotundo

Riguardo Maria Maddalena il rigore dei documenti storici ed esegetici ha ormai definitivamente smentito la cancellazione della vera memoria dell’”Apostola”, infondatamente ritenuta lussuriosa peccatrice penitente, rendendo piuttosto il campo ad i

Giovedi, 19/07/2018 - 22 LUGLIO FESTA MARIA MADDALENA
«La risposta ai segni dei tempi in definitiva non arriverà da Roma, né dalla conferenza episcopale: la risposta saranno donne profetiche, carismatiche, sante, che speriamo che Dio ci donerà» ha affermato recentemente il cardinale Kasper a proposito dell’importanza delle donne e del loro ruolo nella Chiesa. Se è vero che la storia della Chiesa ci consegna tante donne importanti, è pur vero che, ancora a tutt’oggi, come continuamente Papa Francesco sottolinea, i loro carismi devono essere maggiormente valorizzati , e non per un rivendicazionismo sterile, ma al fine di essere fedeli alla prassi di Gesù e per il bene della chiesa tutta. In questa direzione va considerata la elevazione (avvenuta nel 2016) della celebrazione di Maria Maddalena al grado di Festa al pari di quella degli Apostoli. Per il Messale romano, nel giorno dedicatole, il 22 luglio, è stata scelta una lettura del Cantico dei Cantici: «Mi alzerò e perlustrerò la città, i vicoli, le piazze, ricercherò colui che amo con tutta l’anima. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi incontrarono i vigili di ronda in città: “Avete visto colui che amo con tutta l’anima?”» (Ct. 3,2), un amore perseverante che il Signore premiò, rendendola prima Apostola del Risorto: il teologo Ippolito Romano (170‐235 d.C.) definì Maria Maddalena “l’Apostola degli apostoli” ma Maddalena è anche “Apostola di Gesù” perché da Egli mandata. E il rigore dei documenti storici ed esegetici ha ormai definitivamente smentito la cancellazione della vera memoria dell’”Apostola”, infondatamente ritenuta lussuriosa peccatrice penitente, rendendo piuttosto il campo ad indagini di tutt’altro tenore. Autorevoli studi definiscono la Maddalena come “diaconessa”, in sintonia con Rm 16 e la prassi diaconale femminile in uso nella comunità cristiana del primo secolo, e la valorizzano come “fondatrice tra i fondatori del cristianesimo”, in quanto inviata da Gesù a tutta la comunità. Perché la questione femminile non riguarda solo le donne, ma l’intera chiesa cattolica. Se la testimonianza di una donna non aveva valore, ai tempi di Gesù , Egli ancora una volta scavalca le strutture patriarcali del suo tempo scegliendo proprio una donna come sua testimone. “Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero” (Mc 16,11). Gesù rimprovererà gli apostoli per questa durezza di cuore, per non aver creduto a chi lo aveva visto. Ma se Maria Maddalena rimase allora inascoltata, ci chiediamo: e noi, oggi? Veramente seguiamo la prassi di Gesù, valorizzando Maddalena, che oggi è presente nelle donne che vivono nella Chiesa e al suo servizio, che portando avanti la maggior parte del lavoro nelle parrocchie e altrove, “passano la fiaccola della nuova umanità” (cit. mons. Bertolone), ma raramente sono chiamate a partecipare ai momenti decisionali? Celebrare la festa di Maria Maddalena significa riscoprire che la missionarietà della chiesa nasce anche dal riconoscimento dell’importanza del ruolo delle donne, per le quali si deve finalmente rotolare ogni pietra sepolcrale di marginalizzazione, per aprire nuovi spazi di valorizzazione e operatività.
ANNA ROTUNDO

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