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Al supermercato al tempo del coronavirus / Chi è l’ultimo? Della fila ovviamente!

Al supermercato al tempo del coronavirus / Chi è l’ultimo? Della fila ovviamente!

Il mondo visto e ascoltato in coda davanti al supermercato

Lunedi, 20/04/2020 - Questa la domanda di prammatica (sempre pronunciata al maschile) nell’iniziare la fila di fronte ad un supermercato ai tempi del coronavirus. E anche oggi la signora prima di me chiacchiera con quella accanto. È così in quello che di questi tempi risulta di fatto l’unico luogo d’incontro legittimo. Questa la piazza non virtuale che ci si offre, pur con metri abbondanti di distanza e mascherine. E così anche io colgo l’occasione e mi unisco alle conversazioni in quelle manciate di minuti prima del desiderato ingresso per l’acquisto del cibo e non solo. Gli argomenti della signora che mi precede e che, mi viene da pensare, non vede l’ora di parlare per la scioltezza con cui si esprime senza essere stimolata, sono interessanti per capire e conoscere pensieri, le emozioni, i travagli della gente che frequentiamo tanto poco, in tempi così straordinari. I pensieri della mia vicina partono chiaramente dalla sua esperienza personale .. anche se su alcuni argomenti tende a generalizzare. L’inizio è chiarissimo, in quanto racconta che lei quel supermercato di solito non lo frequenta perché ci sono pochi sconti e ci informa che vorrebbe andare con l’autobus in un altro dove tutto è conveniente; ma rinuncia perché è faticoso rischia che la fermano perché è lontano da casa! Parlando di risparmi necessari arriva a dichiararsi pensionata, a dire che vive sola ma sente tutti i giorni al telefono figli e nipoti e poi, con un salto di argomento interessante, arriva a parlare dei tanti anziani che sono morti in questo periodo e che - afferma - con la loro pensione provvedevano anche a giovani senza lavoro e che - si domanda - come faranno ora?
A questa affermazione i più vicini, compresa me, commentano e una voce femminile si aggancia all’argomento pensione e, prendendo spunto dal tema risparmi, racconta di aver pagato una bolletta, per la prima volta, dal tabaccaio invece di andare come sempre alla posta - affollatissima in questo periodo - dove spende la metà della tassa avendo superato i 70 anni. Ma una volta si può fare anche dal tabaccaio, aggiunge!
Naturalmente c’è sempre qualcuno che litiga perché gli hanno preso il posto, ma si capisce che la discussione ha come protagonista una signora alla quale sono indirizzati gustosi commenti: “ma guarda quella… ha chiesto di andare a casa per una urgenza visto che abita di fronte, le hanno tenuto il posto e adesso litiga … è incredibile!”. Il giorno prima una analoga discussione era stata interrotta da una donna sui cinquantenni, curata e con un carrello nuovo e pronto ad essere riempito, che aveva urlato: “e basta ci rovinate pure questa botta di vita in fila all’aperto!” . L’ironia fortunatamente non viene mai meno e in effetti ottiene, come nel caso specifico, un silenzio improvviso.
Torno a guardarmi attorno e conto sei persone davanti e una quindicina dietro di me il che mi fa sentire fortunata Sono quasi arrivata penso. Ed è in quel momento che mi accorgo di una mia amica qualche posizione dietro di me … ci salutiamo con la mano senza perdere posizione .. qualcuno potrebbe subito brontolare. La fila ha le sue regole e bisogna evitare che qualcuno commenti su distanze , mascherine, da alzare anche sul naso, guanti, fila indiana o altro. Nello spazio antistante l’ingresso del supermercato, che non è grande, c’è un parcheggio due posti sono riservati ai portatori di handicap: è un continuo di macchine che provano a fermarsi e della vigilanza che invita a spostarsi, in qualche caso sentendosi dire “ ma son due”…. Già, due, ma sempre per i disabili ripete pazientemente e rassegnata, aprendo le braccia, la guardia giurata. Come ogni altro giorno, nella maggioranza le persone in fila sono donne, ma ci sono anche molti uomini. D’altra parte la spesa è praticamente l’opportunità di poter uscire, a meno che si abbia un cane o altre esigenze impellenti ma sporadiche come la farmacia e poco altro.
La fila è divenuta il luogo dove misuri i sentimenti, le nuove abitudini. Il mangiare, il cucinare sono argomenti comuni, come la considerazione che ne usciremo tutte con qualche chilo in più.. Ma anche l’esigenza di risparmiare è un tema ricorrente e poi i racconti di come si passa il tempo e i commenti su ciò che dice il governo, su quel che dicono gli scienziati sulla notizia che qualcuno è sicuro sia la “ vera verità”. Il “personaggio” più gettonato è sempre il virus, che nonostante sia notoriamente micidiale viene nominato come protagonista cattivo, quasi umanizzato nel suo mistero, di una fiction che di surreale nella realtà ha ben poco.
Ma tornando alla fila, che rimane un luogo unico di conoscenza della realtà al di fuori dalla cerchia di amici e parenti, una cosa mi ha colpisce di solito: molte donne parlano della vita matrimoniale in questi tempi. Ho avvertito vibrare parole che nascondevano difficoltà prevedibili di cui certo non potevo chiedere, come il livello di sopportabilità o di paura coi mariti ma anche con figli grandi. Ma nel dialogo tra due donne che sembravano non conoscersi prima di quella perfetta fila della spesa ho anche sentito qualcosa su cui penso valga la pena di riflettere: “io e mio marito andiamo molto più d’accordo da quando stiamo in casa, prima si faceva tutto di fretta: prendi i figli, portali, fai questo, fai quello … ora abbiamo tempo, non abbiamo fretta, parliamo e ci capiamo molto meglio”. Il tempo di clausura è ancora lungo e magari altri racconti miei o di altre di voi potranno raccontarci il mondo visto dalla fila al supermercato?

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