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A VENEZIA un film di CLAIRE BURGER

A VENEZIA un film di CLAIRE BURGER

ALLA 75a MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA C’EST CA L’AMOUR di Claire BURGER in competizione nelle GIORNATE DEGLI AUTORI

Mercoledi, 29/08/2018 - Presentato oggi alla 75a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, nelle Giornate degli Autori, C’EST CA L’AMOUR, primo lungometraggio della francese Claire Burger opera tutta sua, dopo varie collaborazioni e lavori a più mani che le han fruttato, tra l’altro, un’importante Caméra d’or a Cannes 2014 con la pellicola Party Girl, film d’apertura della sezione Un certain regard di quell’edizione.
In parte certamente biografico, come spesso accade nelle opere della Autrice, anche qui si parte da vicende reali e realistiche, al centro una famiglia che si è disgregata.
Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice lo è a modo proprio – diceva Tolstoj in Anna Karenina - ed anche qui vale questa pillola di saggezza.
Una moglie se ne è andata, alla ricerca di se stessa, dopo vent’anni insieme con un uomo con cui ha avuto due figlie, un’adolescente ed una giovinetta, ciascuna in crisi esistenziale.
Ma mentre loro paion vivere in maniera più lieve - seppur solo apparentemente - il marito-padre non si dà pace, non è in grado di affrontare con serenità e da solo una paternità amatissima ma che lui avverte particolarmente pesante, pressoché ingestibile ed una pseudo-vedovanza non ‘desiderata’.
Film molto intimista, ripiegato sul senso della distruzione della famiglia, dapprima sommesso, poi deflagrante, implodente.
Tutto potrebbe andare verso una tragedia, la tragedia, tutto potrebbe davvero deviare in maniera irreversibile, poi pian piano la ‘normalità si ricostituisce o, per lo meno, pare volgersi verso il ‘quasi sereno’.
La disperazione lascia il posto alla speranza, meglio, al possibilismo verso una nuova vita da ri-comporre.
Marito, moglie e le due figlie passeranno dalla crisi della separazione verso un possibile porto di buona o, almeno, sopportabile vita.
Una recitazione ottima, specie quella di Bouli Lanners, ottimo attore e regista belga, una dosata regia per un’opera prima – come si diceva – ben riuscita, specie nella seconda parte, meglio ‘risolta’.
Macchia a mano, a tratti, a testimoniare il dolore, la sofferenza, il lutto interiore della separazione, il rimpianto.
Ed ottimo il commento musicale, davvero notevole, specie il (più volte ripetuto) Andante Primo Mov. della Sinfonia 488 di Mozart.

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