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“Accanto a te”  Giada Alessia Lugli

“Accanto a te” Giada Alessia Lugli

“Accanto a te” è un racconto di Giada Alessia Lugli, autopubblicato nel 2015, i cui ricavati sono devoluti alla onlus “Immensamente Coccolati”, che si occupa di bimbi nati prematuri.

Venerdi, 01/01/2016 - Esiste un mondo, quello in cui viviamo.

Quello tangibile e a volte dolorosamente imperfetto.

Un mondo di precariato, di affanno per arrivare a fine di mese, in bilico fra il voler lottare e il voler morire.

Un mondo di madri che piangono i propri figli, o che le lacrime le hanno finite, perché sono un divenute un lusso, pure quelle.



E poi esiste un mondo Due.

Davvero, esiste. Ci si immette nel fitto di un bosco, si scovano anfratti che eludono le leggi spazio temporali, si seguono i discorsi, o meglio i dibattiti, fra due gemelli che paiono sbucare, senza troppo preavviso, da una favola scandinava.

In questo mondo Due si elargiscono sfere preziose, in grado di cambiare il mondo Uno, quello che da fuori sembra reggere, ma dentro è devastato dalle scosse verticali di un terremoto che ferisce le viscere, lasciando illese le apparenze.



Ma come raggiungere il mondo Due? Dove trovarlo?

Accanto a te.



Basta avere il coraggio di lanciarsi nel vuoto, senza appigli, con la fiducia di un bambino custodito nel ventre materno, che si culla in un non-luogo magico, fatto di emozioni e proiezioni, che ne precedono l’ufficiale ingresso nella vita senza cordoni ombelicali.

Il racconto di Giada Alessi Lugli, “Accanto a te”, condotto con parole e metafore che seguono, ipnotizzate, il piroettare di una bacchetta fatata, compenetra estrema e cruda verità, esposta come carne spoglia in una macelleria, con il sogno e l’immaginifico di una surrealtà, o meglio subrealtà, che non è così lontana.



Dipende da quale prospettiva d’indagine si guarda.



“Se provate a disegnare due frecce su un foglio (che guardino dalla stessa parte) e lo appoggiate in modo che stia in piedi, e poi ci mettete davanti un bicchiere e ci versate dell’acqua, vedrete che le frecce cambiano direzione. In molti rimangono affascinati da questo esperimento, invece a me fa un po’ paura. È un effetto dovuto alla rifrazione della luce ed è chiaro che siaun’illusione ottica, però mi fa pensare alla differenza tra verità e prospettiva, verità e contesto, verità e percezione della medesima in base agli occhi di chi guarda. “Tutto è relativo” se da una parte è una filosofia che può aiutare a giustificare gli sbagli e i torti commessi, dall’altra lascia un pochino spaesati, come se i punti cardinali si invertissero a piacimento e senza nemmeno avvisare. Col tempo, le mie convinzioni e i miei principi si sono assottigliati, come la lista dei regali di Natale, uno a uno sono stati depennati, i conoscenti come le priorità, fino a contare pochi sopravvissuti, consapevoli essi stessi della propria fugacità (se ad esempio mi trovassi in condizioni estreme, nel deserto, per dire, o sperduta chissà dove)”.



Emma Fenu

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