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“La ndrangheta è diventata istituzione”. Parola di Giuseppe Lombardo

“La ndrangheta è diventata istituzione”. Parola di Giuseppe Lombardo

Giuseppe Lombardo è PM della Procura di Reggio Calabria. Segue indagine “Belsito” e il processo “Meta” in cui emergono rapporti tra ‘ndrangheta e massoneria

Venerdi, 12/07/2013 - Giuseppe Lombardo è PM della Procura di Reggio Calabria. Segue l’indagine “Belsito-Lega Nord”con il Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, in stretta collaborazione con Francesco Curcio della Direzione Nazionale Antimafia. Nelle nuove indagini si ipotizzano reati di natura segreta con la violazione della Legge Anselmi. Piu’ volte attentato dalla ‘ndrangheta: dalle minacce di lettere con proiettili, falsi ordigni, si è passato ad una busta contenente circa cinquanta grammi di polvere pirica, nel marzo scorso.



Nelle nuove indagini che riguardano il filone Belsito-Lega Nord contestate, insieme a Francesco Curcio, la violazione della legge Anselmi...

Abbiamo aperto un nuovo fronte che non riguarda esclusivamente l’ambiente ‘ndranghetista, ma nuovi profili che con una struttura segreta e stabile contribuisco ad espandere la ‘ndrangheta in ambiti politici, imprenditoriali, finanziari, istituzionali e che fanno scattare la possibilità della violazione della legge Anselmi



E’ un’ipotesi che mette in crisi pesantemente apparati istituzionali e la Lega Nord?

L’ipotesi è molto pesante, questa struttura è finalizzata ad andare ad incidere e a condizionare l’interno di apparati istituzionali che agevolano l’espansione della ‘ndrangheta soprattutto nel nord Italia. Stiamo accertando com’era interessata la Lega, per capire che rapporti ci sono stati e a che cosa erano finalizzati.



Lei si occupa, tra gli altri, del Processo Meta da cui emergono chiaramente i rapporti tra ‘ndrangheta e massoneria...

Dopo 40anni possiamo dire che ‘ndrangheta diventa istituzione, perché oggi la difficoltà maggiore è non tanto comprendere che grado di infiltrazione ci sia, ma che grado di compenetrazione, che è una cosa ben diversa. Le famiglie che avevano una visione più moderna, capeggiati dai fratelli De Stefano, capiscono che la vecchia ‘ndrangheta arcaica non funziona più e si evolvono nel corso di questi anni.



Nel corso delle indagini su Belsito sono usciti dei collegamenti con il Processo Meta. Ce ne può parlare?

Nelle indagini su Belsito mi occupo del filone principale, di quello che lega i flussi finanziari collegati al suo gruppo e a tutta una serie di famiglie e in particolare alla famiglia De Stefano. In Meta noi abbiamo la prova che la ‘ndrangheta è diventata una banca, o meglio ancora finanziaria, hanno abbandonato l’idea dell’imprenditoria legata a un servizio e gestiscono a monte i flussi finanziari.



La frase “tentiamoci di prendere Banca Arner” nelle intercettazioni tra Belsito e Mafrici si riferisce a questo?

E’ evidente, noi abbiamo la prova in Meta che determinate famiglie collegate ai De Stefano, Condello spostatesi in Lombardia avevano abbandonato la loro idea di imprenditorialità di base, collegata alla gestione dei bar, dei ristoranti, degli esercizi commerciali e avevano creato canali con il sistema bancario legale per diventare a loro volta banca.



E in tutto questo la Lega Nord come si colloca?

In tutto questo noi abbiamo notato, fino ad un certo punto, che questi soggetti che gravitano a pieno titolo nella ‘ndrangheta calabrese, nel nord Italia utilizzava gli stessi canali finanziari e bancari di cui si serviva la lega nord attraverso il tesoriere Belsito.



Belsito come figura ponte tra mondi diversi?

Diventa una figura ponte che unisce mondi apparentemente lontani, e che invece beneficiavano degli stessi sistemi. Sono dei professionisti che il sistema mette in correlazione, tra la gestione delle casse del partito con tutta una serie di faccendieri al servizio della ‘ndrangheta. E’ chiaro che avere a disposizione anche le casse di un partito può giovare molto, ovviamente ancora andrà dimostrata l’indagine è molto lunga.



Di eversione nera e di massoneria ne parla il pentito Nino Fiume in Meta...

Ne parla Nino Fiume e in maniera approfondita. I De Stefano diventano la nuova frontiera del crimine organizzato, perché sono coloro i quali riescono ad entrare in tutta una serie di apparati che escludono le famiglie di ‘ndrangheta di più basso livello.



Massoneria, progetti di separatismo, era una vecchia idea della ‘ndrangheta e di Cosa Nostra che si ritrovano nelle indagini più recenti?

Ci sono delle indagini del passato che riguardavano i reggini, cosa nostra siciliana con tutta una serie di ambienti legati alla massoneria, che ci fa capire che il progetto di separatismo nei primi anni ’90 era effettivamente stato avviato, poi qualcosa è cambiato, perché probabilmente la Sicilia ha fatto altre scelte. Noi siamo convinti che le scelte di quegli anni, per quello che riguarda la Calabria, sono state portate avanti, tant’è vero che oggi troviamo una serie di collegamenti con la vicenda Belsito, speriamo di poterlo dimostrare a livello processuale perché sarebbe una verità importante da scrivere.



Perché la Lega Nord?

Perché i calabresi sono tantissimi nel centro nord e hanno ruoli seri, importanti e di rilievo in vari ambienti e anche nei partiti come la Lega Nord



Quindi c’è stata una scelta precisa?

Si all’inizio fu una scelta, perché a loro il programma della lega, quello separatista, piaceva. Poi questi rapporti sono rimasti, nel corso degli anni sono stati sempre più fitti e probabilmente hanno dato i frutti sperati,



Queste inchiesta hanno intaccato secondo lei nodi importanti?

Sicuramente hanno toccato di situazioni importanti, ma il livello delle investigazioni deve salire, perché se noi continueremo a colpire solo la base, lasceremo spazio ai livelli superiori.

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