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“REPRIMERE O DISCIPLINARE LA PROSTITUZIONE?”: IL DILEMMA DEL PARLAMENTO FRANCESE

“REPRIMERE O DISCIPLINARE LA PROSTITUZIONE?”: IL DILEMMA DEL PARLAMENTO FRANCESE

Nei prossimi giorni, il Parlamento francese discuterà un disegno di legge proposto dalla sinistra democratica e popolare, teso a reprimere la prostituzione e a sanzionarne i clienti.

Domenica, 01/12/2013 - Grandi città della Francia, come Marseille, come Parigi, diventano in questi giorni teatro di proteste. Oggetto delle manifestazioni di dissenso, stavolta, è un progetto di legge («sur le délit général de recours à la prostitution») che il Parlamento si accinge ad esaminare entro il 4 dicembre venturo: si tratta di un disegno legislativo volto a contrastare la prostituzione (maschile e femminile) e a sanzionare i clienti che approfittano degli altrui corpi e delle altrui prestazioni.



La legge, pensata e voluta perlopiù da alcuni deputati del partito socialista e del movimento popolare (come Maud Olivier, Catherine Coutelle e Guy Geoffroy) suscita pareri discordanti. Nelle piazze, i manifestanti – che indossano maschere veneziane, nascondendo a volte anche mani e polsi nei lunghi guanti di pelle – gridano al liberticidio e al proibizionismo, polemizzando contro una anacronistica “reprimenda”, teoricamente contraria al “proxénétisme” (in italiano “lenocinio”), ma nei fatti ancora ingenua e surreale.

Le “lucciole”, supportate dal sindacato per i lavoratori del sesso (STRASS), chiedono a gran voce, piuttosto, leggi di tutela e di regolarizzazione.

Allarmati da un perbenismo, da un moralismo di dubbio gusto, i francesi più liberali si interrogano sulle finalità del disegno di legge, disegno che non sembra discernere tra prostituzione volontaria e prostituzione forzata, eludendo perciò il nocciolo criminale dello sfruttamento sessuale.

Le misure che il Parlamento analizzerà entro la prossima settimana, dunque, se sono in buona fede, saranno forse efficaci contro una prostituzione di strada, ma affatto inadeguate per contrastare la prostituzione che adesca tramite i labirintici meandri della rete.

Potrà certo sembrare paradossale, ma il vantaggio educativo e culturale di un paese si misura proprio su quei tabù sdoganati, su quell’atteggiamento - transigente e tollerante - assunto dallo Stato che disciplina e normativizza senza reprimere.



Marta Mariani

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