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Appunti da Londra 2012 / Con occhio di parte.2: Ancora storie femminili

Appunti da Londra 2012 / Con occhio di parte.2: Ancora storie femminili

Seconda settimana delle Olimpiadi di Londra: ancora tante storie femminili e di atlete straordinarie

Lunedi, 06/08/2012 - Per le italiane, per le straniere la settimana trascorsa è stata fantastica. Le donne hanno fatto vivere storie eccezionali da atlete e anche eccezionali storie di donne, immagini che rispecchiano anche bene, talvolta, la società e il mondo in cui viviamo. Per l’Italia, senza rispettare un ordine temporale e consapevoli di riuscire a citare solo qualcuna delle tante storie, è bello iniziare da Jessica Rossi,di Crevalcore (provincia di Bologna): giovanissima medaglia d’oro del tiro al piattello (trap). Una medaglia dedicata alla gente dell’Emilia che ha subito il terremoto, compresa la sua famiglia, uscita dalla propria casa. Lei non ha dubbi, gli emiliani ce la faranno come ce l’ha fatta lei. E tornando indietro nei giorni, come non citare la vittoria delle 4 regine del fioretto: Elisa, Valentina, Arianna, Ilaria che hanno portato sul podio capacità, bravura, stile e l’immagine della felicità.

Se conta, quanto arriva a noi spettatori - nonostante tutti i commenti, i pettegolezzi, i veleni - l’immagine di quelle 4 donne emanava l’emozione di essere una forza nell’unità e nella capacità di fare squadra e di godere della gioia di essere una cosa sola nella vittoria. Breve o lungo che sia stato, in quell’attimo abbiamo visto le fiorettiste volersi bene e gioire a vicenda con grande allegria. Per le atlete italiane, pensando a Federica Pellegrini, immaginiamo anche i momenti di grande dispiacere e, chissà... anche rabbia per una sconfitta individuale e di squadra, forse anche più difficile da subire per le potenzialità e le tante aspettative della vigilia.

Ma tornando ad immagini di gioia, questa l’abbiamo vista esplodere, sostituendo in un attimo la sofferenza della fatica, nel volto di Shelly Ann-Fraser, la giamaicana che ha vinto i cento metri, competizione considerata regina delle Olimpiadi. E ancora, c'era gioia nell’espressione di Tiki Gelana l’Etiope che ha vinto la maratona, gara che ha visto anche l’eccezionale prestazione di Valeria Straneo, italiana trentaseienne arrivata all’ottavo posto. Abbiamo visto felicità e soddisfazione impresse nel volto dell’afroamericana Gabby Douglas, che a 16 anni ha vinto la medaglia d’oro nella ginnastica artistica. Sedici anni anche per la cinesina Ye Shiwen definita 'bambina pesce', che per il suo incredibile tempo nei 200 e 400 misti di nuoto ha subito “l’insulto” americano di sentirsi dire, perché troppo veloce, di essere forse “stata programmata” in laboratorio e ancora Ruta, la lituana che a 15 anni ha strappato l’oro nei 200 rana, grazie alla grande fiducia di suo padre nelle sue capacità, papà che negli ultimi due anni le ha garantito di allenarsi in Inghilterra.

Ma a fianco delle medaglie vi sono storie femminili di grande valore simbolico, come quella della judoca saudita: Wojdan Shaherkani, che non ha ottenuto alcuna medaglia, ma comunque due eccezionali vittorie le ha certamente raggiunte: essere “portata” alle Olimpiadi nella delegazione dell’Arabia Saudita e costringere il Comitato Olimpico Internazionale a trovare una soluzione che le permettesse di utilizzare uno speciale velo islamico per combattere. Un risultato, quello ottenuto da Wojdan, che in prospettiva sicuramente permetterà ad altre tante donne di gareggiare. E ancora una presenza come quella di Adzo Rebecca Kpossi, solo 13 anni, dal Togo dove si allena a Lomè nella piscina di un hotel, perché in città non c’è altro. A Londra nelle batterie dei 50 stile libero, su invito del Comitato Olimpico Internazionale, Rebecca è presente per rappresentare tanta parte dell’Africa e “per affermare l’universalità dei giochi”. La serata di domenica speravamo potesse regalarci una nuova medaglia con i tuffi di Tania Cagnotto.

Per un soffio Tania purtroppo ha perso il bronzo e le sue prime dichiarazioni sono ovviamente addolorate. Eppure appaiono sagge e verrebbe da dire quasi serene. Non possiamo che augurarle di non perdersi d’animo e di credere davvero a quanto lei stessa ha detto a caldo nella prima intervista dopo la sconfitta, pur tra le lacrime: “la vita comunque è anche altro".

Forse troppo poche le donne, le atlete di cui abbiamo parlato perché sono davvero tante le protagoniste fantastiche di queste giornate ma l’occasione di tornarvi sopra non ci mancherà e poi dobbiamo ancora seguire nei prossimi giorni nuove sfide speciali come quella della canoista Josefa Idem, alla sua ottava partecipazione alle Olimpiadi.

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