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'Café Society' di Woody Allen

'Café Society' di Woody Allen

Un film d'amore, questa è una commedia brillante intrisa di dolcissima nostalgia

Venerdi, 09/09/2016 - Café Society di Woody Allen

di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



“La vita è una commedia scritta da un satiro che fa il commediografo” Così fa dire Woody Allen ad uno degli interpreti del suo ultimo film, Café Society, la commedia, che ha già aperto il Festval di Cannes lo scorso maggio e verrà proiettata da noi a fine settembre.



Ambientato negli scintillanti anni Trenta, il nuovo film scritto e diretto da Woody è una storia d'amore romantica ed esilarante, agrodolce che segue il viaggio di Bobby Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood, dove si innamora, per poi tornare nuovamente a New York, in cui viene travolto nel mondo vibrante della vita dei locali notturni dell'alta società.



Incentrato sugli eventi della vita della famiglia originaria del Bronx di Bobby, il film è un ritratto scintillante delle star del cinema, esponenti dell'alta società, playboy, debuttanti, politici e gangster che riassumono l'emozione ed il fascino dell'epoca.



La famiglia di Bobby è composta dai genitori inesorabilmente conflittuali, Rose e Marty, dall'amorale ma disinvolto fratello gangster Ben, dalla protettiva ed intelligente sorella Evelyn e da suo marito, l'intellettuale Leonard. Per il malavitoso Ben, non ci sono domande a cui non si può rispondere con la violenza, mentre gli altri sono più propensi a riflettere su questioni più profonde, come il bene e il male, la vita e la morte, e la fattibilità commerciale della religione. Volendo di più dalla vita, Bobby lascia la gioielleria del padre e tenta la fortuna a Hollywood, con un lavoro per lo zio Phil, un potente agente delle star. Ben presto si innamora dell'affascinante segretaria di Phil, Vonnie.



Tra uomini d'affari in completi pastello, palazzi lussuosi e la violenza del Bronx, Woody Allen porta a galla i segreti dell'alta società di Manhattan in una storia sui sogni che non muoiono mai. Come sempre le uniche che ne escono meravigliosamente bene sono le donne.



Il vecchio Woody, a 80 anni dopo aver fatto il giro d’Europa con i suoi ultimi film, torna nella sua amata New York.



Allan Stewart Königsberg, nome d'arte Wood Allen, regista, sceneggiatore, attore comico, clarinettista, compositore, scrittore e commediografo nato il 1 dicembre 1935 ha sempre detto che tra i suoi maestri ci sono stati Bergman e Fellini.



Tutti e tre questi artisti, , e aggiungo a loro Almadovar, nelle dovute differenze, per niente affidabili con le loro mogli e famiglie nelle rispettive vite private/pubbliche, almeno da quello che leggiamo, dai goossip, nonostante tutto quel che si dice, amano le donne.



In arte, solo in arte, molti artisti sono stati sempre ispirati da Noidonne, presi non inevitabilmente dal nostro fascino esteriore ma dalla forza interiore, da quella che, solo in arte, loro riconoscono forza motrice che continua a far girare la terra e l’universo mondo, il materno ma non solo.



Addirittura ci capiscono, sanno bene chi siamo, ci amano.

E tutto questo è una follia per il mondo!



Cosa dire ancora su questo film di Woody Allen, del suo rielaborare in maniera sempre nuova, temi e situazioni sulle quali lavora da sempre.



Ci sorprende ogni volta per la sua creatività, la sua attitudine artigianale allo scrivere e a dirigere film per la sua voglia di indagare la vita e i suoi scherzi.

E Café Society ne è una conferma.



Allen guarda dritto in faccia al destino: il destino di Bobby e Vonnie, quello del fratello criminale di lui, Ben. Come sa fare da sempre, mescola le carte, con i volti illuminati da Vittorio Storaro.

Le inevitabili battute taglienti, siparietti tra i gentitori ebrei di Bobby, con il consueto sarcasmo verso la religione, questa è una commedia brillante intrisa di dolcissima nostalgia. Molto Fitzgeraldiana.



Con Café Society ti abbandoni irrazionalmente all'amore, il regista ci regala magnifici e morbidi primi piani d'altri tempi.



Grazie Woody, per tutti i sogni che ci hai regalato.

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