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CINEMAPASSIONEMIA / LOVING

CINEMAPASSIONEMIA / LOVING

Al centro della poetica di Jeff Nichols, c'è il rapporto con le donne come elemento fondante nella definizione di ciò che fa di un maschio un uomo

Lunedi, 27/03/2017 - Loving

a cura di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media



Questa è la storia di un amore impossibile nell'America della discriminazione razziale.



Come pochi altri registi americani contemporanei, Jeff Nichols riesce a raccontare le donne descrivendo il loro istinto di sopravvivenza come una potente forza vitale e contemporaneamente un vettore con il quale la controparte maschile, assai più fragile e smarrita, deve confrontarsi per ridefinire il proprio ruolo e la propria identità.

Infatti lei, l'afroamericana Mildred Loving, interpretata da Ruth Negga, Golden Globe per la miglior attrice, combatte in prima linea, suo marito resta in trincea. In una scena Richard Loving interpretato da Joel Edgerton, scoppia a piangere dicendole: "Volevo solo proteggerti".

Richard Loving vive in una zona rurale della Virginia americana. Sua madre fa la levatrice, lui è muratore. Nel tempo libero esplica il suo talento sui motori della sua auto per truccarne la potenza.

È innamorato di Mildred, ricambiato, e la porta a Washington per sposarla. Ma è il 1959 e la Virginia punisce con il carcere le unioni miste. Al bianco Richard e alla nera Mildred non resta che dichiararsi colpevoli e accettare un esilio di 25 anni in un altro stato. Grazie all'interessamento della lega per i diritti civili, il caso Loving versus Virginia arriverà fino alla corte Suprema

Nelle argomentazioni dei detrattori del processo, che parlano di unioni contro il volere di Dio e di figli sbagliati, non è difficile sentir riecheggiare, oggi, argomenti di storia recente, ma l’occhio di Nichols rimane ancorato alla coppia, e in particolare al personaggio maschile.

Poche parole che, nei verbali processuali della Virginia di fine anni ’50, descrivono un reato, quello di amare una persona di una razza diversa dalla propria.

Richard, bianco e schivo, e Mildred, di colore e solare, sono nati e cresciuti in Virginia, ma, quando decidono si sposarsi, devono fare i conti con il sistema ottuso.

È la legge dei bianchi a estirpare il proprio simile alla comunità nera e a ricollocarlo dove secondo loro dovrebbe stare.

L'impostazione di Loving, insomma, è inedita, e riguarda il corto circuito tra legge e inclinazione naturale, in cui si dimostra che il razzismo è un fatto culturale.

Non si tratta di barbarie, né di ritorno all'animalesco, perché l'animale non è razzista né i bambini hanno alcuna preclusione verso il prossimo.

La diversità compare quando alla natura si sostituisce la cultura.

La lotta per i diritti civili è quasi sempre una conquista da tribunali, seguita a ben più sanguinose disobbedienze civili, o a esempi portati alle estreme conseguenze, come nel caso di Richard e Mildred.

Al centro della poetica di Jeff Nichols, lo sceneggiatore e regista americano appena 38enne, c'è il rapporto con le donne come elemento fondante nella definizione di ciò che fa di un maschio un uomo

La capacità degli uomini di proteggere le proprie compagne, e il senso di inadeguatezza che deriva loro dal non poterlo o saperlo fare, è al centro di tutta la filmografia di Nichols in cui c’è sempre il rapporto fra maschile e femminile come lui lo interpreta.

Si chiamavano Loving, lui Richard e lei Mildred. Non è un'invenzione dello sceneggiatore – che è dello stesso Jeff Nichols - per aumentare il tasso di melodramma. Loving può essere un aggettivo (amorevole), un gerundio (amando) o un infinito sostantivato (l'amare). Tutte e tre queste declinazioni sono presenti nel film di Jeff Nichols, tratto da una storia vera.

Dunque Mildred riesce a interessare al caso l'Unione per le Libertà Civili, che li porta in tribunale: fino alla Corte Suprema, dove il processo "Loving vs. Virginia" metterà in gioco la revisione della Costituzione americana. Con uno sguardo limpidamente umanista,

il film osserva i sentimenti e le reazioni dei suoi personaggi senza declamarli. L'amore e la speranza, la paura, il coraggio e la delusione hanno sempre una declinazione realistica e pudica, tanto più commovente perché Mildred e Richard non si battono per un principio astratto, ma per il diritto ad amarsi liberamente.

Basta concentrarsi sulla verità dei gesti, la dolcezza degli sguardi che si scambiano i bravissimi Ruth Negga e Joel Edgerton, che già dalle primissime scene ci conquistano, per capire il valore di una scelta sobria e realistica come quella di Nichols.

Tutto dedito alla protezione della sua famiglia, Richard lo vediamo spesso al lavoro quotidiano, mentre fissa i mattoni con la calce per costruire case altrui. Talvolta l'azione sosta in serene immagini della campagna del Sud, nella bella fotografia di Adam Stone.

Lei dice «Sono incinta» e lui, dopo breve esitazione, replica sorridendo «Bene». E le chiede di sposarlo. Siamo sul finire degli Anni 50 nella rurale contea di Carolina; e se la notizia è davvero bene per il biondo Richard Loving che teneramente ama la ragazza nera Mildred Jeter, non altrettanto si può dire per lo stato di Virginia dove una legge schiavista risalente al 1924 vieta matrimoni interraziali.

Loro sono le vittime più famose di quella legge, protagonisti di un caso che, arrivato davanti alla Corte suprema, nel 1967, ne determinò l'incostituzionalità.

Da allora, la sentenza "Loving contro Virginia" diventa il simbolo del diritto di amare per tutti, senza alcuna distinzione.

L'emozione vibra, ovviamente, di fronte alla storica vittoria dei Loving, e le ingiustizie da loro subite vengono ovviamente vissute come tali, e con indignazione.

I coniugi Loving diventano le vittime di una persecuzione folle, basata sulla regola secondo cui l’amore interraziale contravviene l’ordine, la pace e la dignità sociale

L’ondata di questa serie di film ambientati tra la fine degli anni ’50 e all’inizio degli anni ’60 (Diritto di contare, Jackie, Loving) riesumano un periodo di battaglie per i diritti civili (donne, neri e altri), quanto mai attuali nei tempi che stiamo vivendo. Sembra veramente di tornare indietro di mezzo secolo.

L’intelligenza politica del film sta proprio qui, nella decisione di rivoltare la questione della pelle in quella del sentimento, più ampia e universale, e del diritto sacrosanto e naturale ad essere provato e vissuto.

Non a caso la cifra forte è l’ambientazione rurale, dal doppio valore simbolico di Natura e di Frontiera.

Dal punto di vista formale, Jeff Nichols continua invece ad assumere come punto di riferimento il passato, la memoria del cinema classico americano come custode della democrazia, letteralmente del potere di tutti di poter essere tutto.

Un immaginario che è come una Storia al contrario, dove gli ultimi sono spesso gli attori principali, eroi ed eroine come Richard e Mildred, cui Edgerton e la Negga regalano una grandezza che se ne sta appartata, pudica e singolare, silenziosa e fiera.

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