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Come ci si separa

Come ci si separa

Famiglia, sentiamo l'avvocata -

Napolitani Simona Martedi, 02/08/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2016

La teoria della "prevenzione" non riguarda solo gli aspetti relativi alla medicina, è giusto parlare di prevenzione anche nel campo del diritto di famiglia, per cui è necessario che le persone sappiano come fare, cosa fare e come comportarsi nei momenti di difficoltà che possono preludere ad una crisi matrimoniale.
È bene sapere che, nell'interesse dei figli, sarebbe innanzitutto opportuno non coinvolgere mai i minori, che devono essere protetti da qualsiasi forma di "coalizione" o, comunque, di strumentalizzazione per combattere l'altro genitore. I figli non devono assistere ai litigi, non devono essere esposti a climi maltrattanti o a momenti di tensione, occorre proteggerli da qualsiasi malsana ingerenza del padre o della madre e tentare, nei limiti del possibile, di creare un ambiente estraneo ai conflitti coniugali, dove i minori possano respirare un'atmosfera calma e serena, a prescindere dalla crisi familiare.

Innanzitutto, occorre sentire un avvocato, possibilmente esperto nel ramo, che possa dare gli opportuni suggerimenti, che sappia consigliare come muovere i primi passi, orientare nei momenti di crisi, spiegare le alternative che si hanno davanti: consapevolezza dei problemi, dei diritti e dei doveri, poi separazione consensuale o giudiziale, affidamento condiviso o esclusivo, quale regime di frequentazione è più opportuno per i figli; verificare la possibilità di chiedere il mantenimento.

Insomma, illustrare al coniuge o al genitore cosa potrebbe fare e come potrebbe muoversi.

Spiegare alla parte che può chiedere il gratuito patrocinio, qualora il suo reddito non superi gli 11.000,00 euro annui, ossia essere assistito da un avvocato che sarà pagato dallo Stato.

In realtà le parti (coniugi o conviventi) dovrebbero imparare a capire e rispettare le esigenze dell'altro, sia come marito o come moglie, sia come padre o come madre, perché solo dal riconoscimento dell'altro si può sperare in un una reciprocità di comportamenti e, quindi, in una risposta che sia del medesimo contenuto.

Solo così dei coniugi maturi e dei genitori responsabili possono sperare di sottoscrivere un'equa separazione consensuale anziché combattere un'insana guerra giudiziaria dalla quale non escono vincitori, ma solo sconfitti.

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