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CONCETTA RIPOLI SCHERILLO, una sua lirica per l’8 marzo

CONCETTA RIPOLI SCHERILLO, una sua lirica per l’8 marzo

Che cosa si può dire di una poetessa di rango, CONCETTA RIPOLI SCHERILLO, che scrive ed insegna da sempre delle sue tradizioni, della sua civiltà, della sua lingua madre, la napoletana...

Sabato, 07/03/2020 - Che cosa si può dire di una poetessa di rango, che scrive ed insegna da sempre delle sue tradizioni, della sua civiltà, della sua lingua madre, la napoletana, che dopo tanto tempo decide di dare alle stampe alcune delle sue molte opere, alcune scritte da tempo, altre nuovissime, tutte legate da un unico fil rouge, la sua sensibilità, la sua intelligenza, il suo eclettismo tutti legati indissolubilmente alla sua autentica anima partenopea ed alla sua profonda femminilità?
Che son state proprio tali disposizione e cultura a tutto tondo a farle affrontare, in queste sue liriche, i temi i più vari, i più delicati, i più sensibili.
E tutto ciò è stato fatto proprio con quel suo essere e quell'aver approfondito per tutta la vita le corde della Poesia - grande se pur non suo unico Amore - che ha voluto esprimere nella propria adorata lingua di latte - come avrebbe detto il Foscolo - quel dialetto che è una vera e propria lingua che affonda sì le sue radici nel sermo familiaris, il 'particulare', ma pure nella napoletanità più alta universale nobile e più popolare ad un tempo, quella che ritroviamo nel teatro di Scarpetta, di Eduardo, ma anche nella musica - non a caso Concetta è anche autrice di canzoni e che c'è di più viscerale, armonioso, vero della Canzone Napoletana, linguaggio universale conosciuto in tutto il mondo, tra le ambasciatrici della nostra grande Cultura Nazionale?
Nell'Autrice ritroviamo per davvero il 'vero' Ventre di Napoli espresso grazie ad una poetica che sarebbe piaciuta e sentita propria anche da Matilde Serao nel suo guardare oltre, avanti al suo tempo, già più di cent'anni fa, ma pure ad un'altra grande antesignana, Anna Maria Ortese...
A seguire si riporta una sua lirica presente nella silloge da poco pubblicata, ’A VIA ARGIENTO*, per i tipi di Guida Editori che si è voluto extrapolare dal contesto perché ben riferibile, in qualche modo, alla stagione un po’ ‘strana e inquieta’ che stiam vivendo, sperando che, scaramanticamente, sia di ‘buon auspicio’ per i tempi che verranno.
E per di più, stavolta, quasi una 'prima volta' per una Poetessa che certo neofita non è, Concetta, ha voluto 'sperimentare' un valore aggiunto, la traduzione di questo suo testo poetico, divenuto poi canzone, per far partecipe più persone del buon messaggio intrinseco.
Certo, lo ha fatto ben conscia che quel suo tradurre è stato un tradére, alla latina - la mamma delle nostre lingue dialettali e di quella italiana - vale a dire un po' un 'trasmettere', un po' un 'tradire': è, infatti, più che vero che il passaggio da una lingua ad un'altra non sarà mai esprimere un concetto puntualmente, per quanto 'perfetta' possa essere la traduttrice. Troppa civiltà e cultura diverse attraversano anche solo una parola dei nostri idiomi e li differenziano l'uno dall'altro: è questa la nostra ricchezza, la nostra identità, la nostra ragion d'essere e di esistere.

PRIMMAVERA ‘E CHIANTO E SOLE
Me ’ntennerisce ’e gioia ’sta primmavera
e ’a ’vita’ tutt' attuorno ch’ è schiuppata!
Pure ’na schiera ’ ‘e nuvulelle ’n cielo
chiagne e surride, e, canta! ’nzieme a mé.

Schezzechejanno lacreme gentile,
pare me vasa ’a faccia, e ’a terra, e ’e viole!...
Case e curtile cu ’e feneste “d’oro”,
restano spalancate pe guardà!...

Nu schezzechillo ’argiento ’ncopp’’a fronna,
n’ato cchiù zitto ’o siente ’ncopp’’a mano!,
ma nun ’a nfonna, no! ...care e scumpare,
pure ’e penziere ’e vasa e se ne va.

T’ adduóne ca suspireno int’all’aria
mille guccélle ’e stelletelle ’e sole;
nu suonno ’e raggetielle stralucente!
cu ’e sciure ’ncopp’a ll’albere a brillà.

Ma che cuncierto ’e brivide suttile,
che dà ’sta primmavera ... ’e chianto e sole!
Tessènno a ffile d’ oro, tutt’’e ccose,
...fa doce ’o core p’’a felicità.

PRIMAVERA DI PIANTO E SOLE

M’intenerisce di gioia questa Primavera / e la ‘vita’ tutt’intorno, che (in mille germogli) è esplosa! / Anche una schiera di piccole nuvole nel cielo / piange e sorride, e canta!, insieme a me. / Pioggerellando lacrime gentili / sembra mi baci il viso, e la terra, e le viole! / Case e cortili con finestre d’oro’ / restano spalancate a guardare!... / Una gocciolina d’argento sulla fronda, / un’altra più silenziosa la senti sulla mano / ma non la bagna, no!, cade e scompare, / anche i pensieri, li bacia e se ne va. / E avverti che sospirano nell’aria / mille goccine di piccole stelle di sole / un sogno (illimiti) piccoli e sottili raggi stralucenti! / unitamente ai fiori su gli alberi, a brillare. / Ma che concerto di brividi sottili / dà questa primavera …di pianto e sole! / Intessendo di fili d’ oro tutte le cose, / commuove il cuore per la felicità.

* ( Cfr. http://www.noidonne.org/articoli/a-via-argiento-una-silloge-poetica-di-concetta-ripoli-rec-di-mcristina-nascosi-sandri-16406.php

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