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Cuore, amico cuore: intervista a Sara Rubatto, coautrice di 'Un Tris di Cuori'

Cuore, amico cuore: intervista a Sara Rubatto, coautrice di 'Un Tris di Cuori'

Sara Rubatto ha scritto con Paolo Fresi e Patrizia Saccà un libro che vale la pena leggere

Martedi, 14/01/2020 - Oggi con immenso piacere pubblico la seconda intervista dedicata al libro 'Un Tris di Cuori' (ed IlRio) di Patrizia Saccà, Paolo Fresi e Sara Rubatto. Quest'ultima mi ha concesso un'intervista che sarà difficile dimenticare e che desidero condividere per invitarvi a leggere il libro.

Nel cuore risiedono le ansie dell'uomo e l'amore ma il cuore è il motore del nostro corpo e delle nostre azioni. Sei l'autrice femminile accanto a Patrizia Saccà, a raccontarmi la preziosa storia contenuta in questo libro del cuore. Me ne vuoi parlare?
Cuore, amico cuore! Sono circa 22 anni che lotto con lui per continuare a vivere. Una battaglia che, solo oggi dopo lunghi anni, ho trasformato in una strada di vita a 360°.
Cura verso me stessa, rispetto del mio corpo, delle mie emozioni e dei pensieri e il tutto riportato verso le altre persone che si trovano ad avere un cuore malfunzionante.
Sì perché il mio cuore non è più un organo normale come quando avevo 19 anni e oggi GRAZIE ai suoi difetti che mi hanno fatto soffrire ma mi hanno dato anche la possibilità di cambiare interiormente e cambiare lo stile di vita, posso veramente testimoniare che questo organo non è solo un generatore di battiti elettrici ma è la centralina della vita.
Il cuore sa parlare ed in questi anni ho imparato a fermarmi qualche istante dalla frenesia di questo mondo e mettermi in suo ascolto.
Ecco che da nemico che lo consideravo perché mi ha tolto una carriera sportiva, perché mi ha privato di sogni che avevo nel cassetto, ho sentito che era invece un grande alleato; il mio grande alleato.
E la vita è iniziata a cambiare.
Io sono iniziata a cambiare.
Quel "non aver più paura della paura" che c'è nel nostro cuore ha lasciato spazio al prendermi cura di me stessa e dell'altro senza paura ma con tanta gioia e serenità.
Credo che l'amore sia anche questo.

Il vero limite è sopravvivere?
Per quanto mi riguarda, il vero limite è la paura. Sopravvivo quando mi lascio dirigere da quest'emozione capace di soffocarmi.
Quella paura che non mi rende libera di essere quello che sono: in cammino per apprendere, per crescere interiormente, per mettermi in gioco e conoscermi sempre meglio.
Sopravvivo quando non mi ascolto dentro, quando non ascolto questo cuore che parla e mi lancio nella vita seguendo preconcetti e modi di fare che ho imparato nel tempo.
Imparare a "correre più lentamente" per ascoltare quel limite che c'è dentro di me, poiché nulla è mai fuori ma sempre in me, costruito da me stessa e con tutta la consapevolezza che posso avere cercare di fare un passo avanti.

Il destino o fato, è spietato a volte e devastante, però dal dolore si può ripartire per rinascere. Quanto e in che modo la scrittura può essere terapeutica?
La scrittura è quella terapia, senza effetti collaterali, capace di fare stare meglio dentro e chissà anche di iniziare un lento processo di guarigione. Senz'altro emozionale.
Dalla scrittura ho imparato a mettermi in gioco, a fermarmi, sentirmi, a riflettere, e far riemergere sofferenze e gioie e a lavorarci su.
Scrivere è un farmaco salvavita.
Dopo l'autobiografia scritta dal titolo Non ancora (il mio ritorno alla vita) e il libro scritto con Patrizia Saccà e Paolo Fresi dal titolo Un Tris di Cuori, tanto dentro di me è cambiato.
Perché come dice sempre: "Cambiare si può... solo se si vuole e se si è pronti".

A chi dedichi il vostro libro? Ci sono altri progetti che mi vedranno di nuovo insieme, uno spettacolo tratto dal libro?
Dedico Un Tris di Cuori a mio fratello Lorenzo con tanto affetto come gratitudine infinita per Esserci sempre nella mia vita.

Di altri progetti chissà...

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