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Dai diamanti non nasce niente. Dai terremoti nascono i fior....

Dai diamanti non nasce niente. Dai terremoti nascono i fior....

Terremoto in Friuli - Emilia e Friuli hanno vissuto il terremoto, non hanno dimenticato e hanno capito il senso profondo della parola solidarietà. A maggio un progetto per una ‘piccola geografia della memoria’

Iaschi Antonella Lunedi, 09/05/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2016

Un giorno Zio Terry (cugino minore di Orcolat ma non meno aggressivo per i corpi, per le menti e per i luoghi) si è svegliato in Emilia, in luoghi che si pensavano lontani da emergenze telluriche. Quella terra piatta e generosa la sapevamo “elastica” quindi nessuno lo aveva preso sul serio.

Ma, alle quattro del mattino, le cose sono cambiate per tanti. In Friuli qualcuno ha pensato che sarebbe stato bello creare un ponte tra i luoghi che Orcolat aveva massacrato e le piatte distese afose del territorio di Zio Terry. Un ponte virtuale fatto di solidarietà, nuove conoscenze e qualche amicizia di quelle che una volta trovate non si lasciano più. Ma anche un ponte di mattoni, perché per ricostruire quelli servono! Era successo il contrario quasi quarant’anni prima, e il Friuli non ha dimenticato.

C’era una fiera a Venzone e c’erano dei libri. La prima occasione per raccogliere fondi poi tanto altro è nato. In Friuli quest’anno ci si prepara a ricordare il terremoto, 40 anni dopo. “Piccola Geografia della memoria” il ponte virtuale nato per l’Emilia, ha luoghi fisici dove ognuno mette a disposizione la propria professionalità, la propria arte, il proprio sentire. Crea nuovo e trasmette memoria.

A maggio donne diverse per età e per provenienza si troveranno nel progetto con il loro lavoro. Le fotografie di Sandra Calzolari (Camposanto - Mo), le terrecotte di Anna Maria Fanzutto (Buja- Ud) e le mie parole saranno lo sguardo femminile sull’emergenza tellurica del 1976 e del 2012 e su tutte le altre.

L’allestimento della mostra sarà frutto del lavoro e della professionalità di Francesca Marchioni, Giovanna Carlot e Sara Cao dell’Officina Villa Frova.

“Il terremoto è di tutti” scriveva il Messaggero Veneto nel 1976 e vogliamo parlarne senza sottolineare il dolore, portando emozioni da condividere che siano segno di futuro. Donne e bambini che leggono, giocano, vivono nelle terrecotte di Anna Maria. Bambini, vecchi e donne che affrontano i giorni da sfollati con gesti “normali” nelle fotografie di Sandra, donne che si chiedono “Io cosa posso fare” nel testo di “Orcolat: terra o matrigna?”

Il tutto amalgamato nel “noi” di un lavoro collettivo con i fotografi Emiliano Rinaldi (Ferrara) e Villiam Covasso (Buja). Qualcuno potrebbe chiedersi a cosa serve. I mattoni sono tangibili, il resto? Il resto in questa storia serve semplicemente a creare un “noi” e a parlare di prevenzione.

Prossimo appuntamento promosso dal Comune di Caneva e da Villa Frova officina della sostenibilità, Piazza San Marco, Caneva di Sacile (PN) dal 16 aprile al 15 maggio. Sono già in calendario Parma, Camposanto e Tricesimo.



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