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Donne e mafia a teatro

Donne e mafia a teatro

La linea sottile tra legalità e mafia nello spettacolo teatrale di Simonetta De Nichilo

Domenica, 09/02/2014 - Sono tante le donne che hanno deciso di ribellarsi alla mafia, alla ‘ndrangheta, alla camorra. Lo hanno fatto spesso nel silenzio e nella solitudine più totale: in sottofondo solo i sussurri insistenti di familiari e concittadini che chiedevano loro di stare zitte, di tacere, anche di fronte all’uccisione di un padre, di un fratello, di un figlio. A queste donne coraggiose che hanno spezzato silenzio e cultura mafiosa, si è ispirata Simonetta De Nichilo, autrice teatrale dello spettacolo “Donne e Mafia”, che vede in scena oltre alla stessa Simonetta, le attrici Chiara Carpentieri, Annarita Gullaci, Matilde Piana, Tiziana Santercole, Silvia Scotto e Chiara Spoletini. La piece, in scena stasera al Teatro Due a Roma è una delle proposte più interessanti nell’ambito della rassegna “Sguardi Svelati”, giunta alla quarta edizione. Uno spettacolo nato per le scuole con l’intento di insegnare ai ragazzi in che modo la mafia recluta e stringe a sé i “picciotti”, legandoli di fatto per sempre alle logiche dell’onore e della vendetta. “A megghiu parola è chidda can nun si dice”, così sono cresciuti e crescono intere generazioni di uomini d’onore e così, anche se nel loro ruolo subalterno, vengono educate le figlie che poi diventeranno mogli e madri. Matrimoni combinati per apparentare famiglie e cosche, moltiplicandone il potere e la forza, figli dati alla luce con la triste certezza che diverranno loro stessi dei boss. Lo spettacolo comincia dal 1961, anno in cui Serafina Battaglia chiede giustizia per la morte del figlio, si va avanti con le storie di Michela Buscemi, Rita Atria e Maria Concetta Cacciola. Donne di famiglie mafiose che hanno invertito la rotta del loro destino, pagandone sempre un prezzo altissimo. Nella seconda parte dello spettacolo invece parlano le donne che hanno vissuto accanto a uomini che hanno lottato contro il potere mafioso e sono diventate instancabili promotrici della cultura della legalità: Saveria Antiochia, Rosaria Costa e Lucia Borsellino. Scenografia ridotta all’osso, movimenti di corpi e canti, con un ritmo che sale e coinvolge il pubblico nella riflessione su quelle scelte quotidiane tra il rispetto della legalità e una condotta mafiosa.



Foto di Rosangela Petillo. 

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