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Donne in Parlamento, chi cosa / Le senatrici, i partiti e le Unioni civili

Donne in Parlamento, chi cosa / Le senatrici, i partiti e le Unioni civili

Nessuna solidarietà di genere: sulle unioni civili le donne parlamentari sono divise come i loro colleghi anche se affiorano alcune sensibilità diverse

Venerdi, 22/01/2016 - Unioni civili un diritto alla libertà di scelta che divide e che non fa intravedere solidarietà di genere tra le donne parlamentari.



Sono in molti in attesa del 28 Gennaio, quando arriverà nell'aula del Senato la legge che equipara ai diritti e doveri di una coppia regolarmente sposata anche i diritti e i doveri delle coppie di fatto e delle coppie omosessuali. Il clima di questa vigilia è di grande incertezza. I numeri per approvare la legge ci sono (PD, 5 stelle, Sel e gruppo misto) ma il PD è diviso e teme anche l'inaffidabilità dei senatori 5 stelle nel momento del voto segreto.

La relatrice del provvedimento, Monica Cirinnà, sulla tenuta del suo gruppo ostenta sicurezza e dichiara che i nuovi diritti e doveri per le coppie di fatto ormai sono nero su bianco e che si tratterà solo di fare dei miglioramenti per armonizzare sensibilità diverse. Paola Taverna, senatrice dei 5 stelle, respinge decisamente l'etichetta di inaffidabilità che si vuole appiccicare al suo gruppo e giudica invece inaffidabili i senatori di maggioranza del PD, troppo timorosi della divisione che questa legge crea all'interno del Governo (NCD è infatti assolutamente contraria sugli articoli riguardanti la coppia omosessuale). Il parere di Paola Taverna, nel motivare il suo personale convinto appoggio a questa legge, è che siamo proiettati verso un futuro di maggiori diritti e questa legge rappresenta un passo in avanti della civiltà certificando e garantendo situazioni già esistenti nei fatti, senza intaccare o introdurre novità in questioni cattoliche, etiche o morali.

Di parere diametralmente opposto è invece la senatrice Bianconi (NCD), che definisce un errore di fondo aver convogliato nella stessa legge diritti di coppia degli etero e degli omosessuali e che della possibilità di adozione per coppie omosessuali non vuol neanche sentir parlare. Il problema adozioni per omosessuali è infatti quello più scottante; su di lui anche parte del PD mette dei paletti non credendo nelle capacità genitoriali di una coppia di donne o di uomini. Emma Fattorini è una senatrice PD che, insieme ad una trentina di esponenti del suo gruppo, si oppone alla sua maggioranza e dice NO all'adozione (da parte di un componente della coppia gay) del figlio naturale o adottato del suo compagno. La senatrice Fattorini chiede che a questo tipo di adozione in una coppia omosessuale (chiamata step child adoption) si sostituisca l'affido rafforzato. Vale a dire: al compagno di un omosessuale che ha già un figlio naturale o adottato si danno responsabilità sull'educazione del bambino e diritti in caso di separazione o di morte del padre. Ma non la possibilità di dargli anche il nome. All'adozione si potrà arrivare solo quando il minore avrà compiuto 18 anni e sarà quindi in grado di fare la sua consapevole scelta. La senatrice Fattorini (PD) spiega che su questo NO all'adozione nella coppia omosessuale pesa la paura che questo nuovo istituto possa facilitare la pratica dell'utero in affitto. Il timore è quello che il desiderio di un bimbo (vista la grande difficoltà di adozione anche per coppie etero) possa incoraggiare un componente della coppia omosessuale ad andare all'estero, mettere al mondo un figlio con una donna che non lo riconosce, tornare in Italia e farlo adottare al compagno. Questa paura è fortissima anche in Forza Italia, a cui Berlusconi ha dato libertà di coscienza per essendo contrario alla legge Cirinna'. La senatrice Paola Pelino (Forza Italia) spiega che voterà e che condivide la legge per quanto riguarda i diritti che attribuisce a una coppia di fatto anche omosessuale, ma che non riconoscerà il loro diritto al matrimonio e all'adozione. Questo anche per ragioni costituzionali: perché l'articolo 29 della Costituzione sottintende che la famiglia sia un nucleo formato da un uomo e da una donna e sia costituito al fine di procreare, cosa ovviamente impossibile per una coppia di omosessuali. In tema di adozione anche la senatrice Pelino si oppone a che venga introdotta per la coppia omosessuale temendo che questo incentivi la pratica dell'utero in affitto. Come donna e come mamma, dice la senatrice Pelino, "non posso che essere assolutamente contraria all'utero in affitto perché convinta che la vita di un bambino e la formazione di una sua sensibilità inizi già nei nove mesi di gestazione nell'utero materno". Per lei quindi, l' utero in affitto è un inammissibile atto contro natura e contro il diritto ad una sana vita del bambino che deve nascere. L'utero in affitto è davvero argomento che rende incandescente e incerta la vigilia dell'esame e del varo di questa legge. La senatrice Bianconi (NCD) sostiene che si batterà per inserire in questa legge un emendamento che equipari e punisca l'utero in affitto come crimine contro l'umanità, con pene analoghe a quelle previste per stupro e per violenza sui bambini. Un argomento fortemente scottante e che non era stato trattato nei vari mesi di studio di questa legge in Commissione; una novità impegnativa che comporterebbe quindi un nuovo prolungamento dei tempi.

La relatrice Monica Cirinna' e la maggioranza PD concordano sul fatto che la facilitazione alle adozioni si accompagni a garanzie contro la pratica dell'utero in affitto ma vogliono che questo nuovo problema venga inserito in una legge stralcio, che non interferisca con il testo del ddl già in esame. Il confronto è quindi ancora in atto e se in questo periodo si parla tanto di volatilità delle Borse, in realtà una analoga volatilità la dimostrano le coscienze dei Senatori a proposito di unioni civili e loro diritti. In Parlamento se ne parla da 10 anni, da due anni è ncardinato nei lavori, in Commissione con strenui confronti è stato varato un testo considerato il massimo della mediazione e un passo avanti nel progresso della civiltà, ma il confronto continua, nuovi casi di coscienza affiorano e i timori di nuovi sgambetti esistono, anche se vengono tenuti il più possibile sotto silenzio.

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