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Donne in rivolta

Donne in rivolta

Lotta femminile nel mondo arabo - mediterraneo

Giovedi, 17/03/2011 - La complessa situazione del mondo arabo – mediterraneo, tra le rivolte che lo stanno attraversando, le tensioni, ed i difficili equilibri da (ri)trovare, da conquistare, con la lotta, con la vita, è costituita altresì da tante donne che lottando per i diritti democratici dei loro paesi, cercano di conquistare anche i loro di diritti, troppo a lungo negati. Ed ecco quindi che la rivolta si espande rapida, impetuosa, prendendo diverse e variegate forme. Si parte dalla Tunisia con una lotta, femminile e non solo, alla conquista di diritti e tutele. Tra i vari paesi coinvolti poi c’è lo Yemen la cui azione è capeggiata proprio da una giovane donna, Tawakkol Karman, che insieme ad altre è scesa in piazza per chiedere riforme democratiche e contro la discriminazione.

Mentre le donne libiche di Bengasi sono state le protagoniste di un video diffuso dall’emittente araba Al Jazeera nel quale esse stesse raccontano la loro parte nella vicenda, raccontano di come si stiano mobilitando al fianco dei loro uomini, fratelli, mariti e figli. Il loro contributo è anche “femminilmente attivo” poiché preparano da mangiare, allestiscono campi, mettono cioè in azione quella capacità innata all’organizzazione, storica risorsa e al contempo costante vincolo per le donne, da sempre.

E nel Bahrein, alla vigilia dell’otto marzo si è levata alta la voce che afferma «Siamo protagoniste di questa rivolta, lottiamo per la democrazia, per un Bahrein senza discriminazioni e per i nostri diritti» afferma la giornalista ed attivista Rim Khalifa.

Ed è grande anche in Egitto la partecipazione al corteo indetto per l’8 Marzo, la “Women million march”, marcia proclamata per la parità dei diritti, per la fine di ogni discriminazione e per avere leggi contro la violenza. Le donne egiziane si mobilitano, curano i rapporti con la stampa, sono attivamente impegnate nella lotta democratica ma, tuttavia, l’impegno a favore dei diritti delle donne da parte del nuovo premier Essam Sharaf è limitato, in base alle legittime aspettative delle donne egiziane, si parla di un Dipartimento della Donna che si affiancherà al lavoro del Consiglio dei Ministri, e non basta.

Ma tutto questo è troppo poco, non basta più, è giunto per tutte e tutti il momento di non accontentarsi.



(17 Marzo 2011)

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