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 Ebraismo e Israele nel Cinema

Ebraismo e Israele nel Cinema

Si conclude il PKF 2017 con la vittoria del film “The women's balcony”.

Lunedi, 27/11/2017 - Ebraismo e Israele nel Cinema: si conclude il PKF 2017 con la vittoria del film “The women's balcony”.
La XII edizione del Pitigliani Kolno’a Festival premia anche i documentari ‘Ben Gurion, Epilogue’ e ‘Invisible in Mosul’


Le tante anime che compongono la società israeliana di oggi sono state ben rappresentate dalle opere presentate nel PKF2017, giunto alla sua XII edizione, Festival prodotto dal Centro Ebraico Italiano ‘Il Pitigliani’ e che propone ‘Ebraismo e Israele nel cinema’.
La manifestazione, svoltasi a Roma presso la Casa del Cinema ed il Centro Ebraico Italiano ‘Il Pitigliani’ (dal 18 al 23 novembre) ha selezionato 20 opere in anteprima italiana, tra commedie, drammi, animazione e documentari, con panel tenuti da professionisti dell'animazione, del giornalismo documentario e della serialità televisiva. La consueta sezione "Panorama sul nuovo cinema israeliano” ha posto il focus su opere che hanno riscosso successo in Israele ed all’estero, esplorando la varietà e il multiculturalismo dell’Israele odierno.
Il pubblico partecipante al Festival, che ha votato alla fine di ogni proiezione, ha decretato vincitore ‘The women's balcony’, di Emil Ben-Shimon, (trailer) un’esilarante commedia ambientata a Gerusalemme, che racconta come la vita tranquilla di una coppia e della comunità in cui vive vengano sconvolte a causa del crollo del matroneo della sinagoga, durante una festa di Bar-Mitzvah. Mentre i piani di ristrutturazione falliscono per motivi economici e burocratici, arriva un giorno un giovane, carismatico rabbino che spinge la comunità verso uno stile di vita religioso molto rigido, provocando conflitti interni alla comunità stessa.
Diretto da Ariela Piattelli e Lirit Mash, il Pitigliani Kolno’a Festival ha avuto quest’anno ospiti illustri quali: Yonatan Peres, figlio del Premio Nobel per la pace, Shimon Peres, in rappresentanza del Centro Peres per la pace e l’innovazione; il documentarista Yariv Mozer; il giornalista e documentarista Itai Anghel; la regista Tamal Tan Anati; il regista e animatore Hanan Kaminski; i registi Valerio Ciriaci e Ruggero Gabbai; l'attore e regista Shadi Srour; i produttori Ilan Moskovitch e Ram Landes.
Il pubblico ha votato al secondo posto il documentario ‘Ben Gurion, Epilogue’, di Yariv Mozer - ospite del festival - il quale ha ritrovato una lunga e inedita intervista al padre dello Stato di Israele, per anni rimasta sepolta nell’’Archivio Spielberg’ di Gerusalemme. Ormai fuori dalla scena politica, il grande statista guarda alla Storia e agli eventi che lo hanno visto protagonista, tracciando la propria visione sul futuro di Israele. Il terzo posto è andato allo sconvolgente documentario ‘Invisible in Mosul’ di Itai Anghel – il più grande reporter di guerra israeliano - fresco vincitore del Premio per il Miglior Documentario Israeliano. Nel film lo stesso Anghel - che al festival ha tenuto un panel sul tema “Raccontare il Medio Oriente attraverso il documentario”, con il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari - si unisce con coraggio ai corpi speciali dell’esercito iracheno che avanzano verso Mosul sotto il fuoco nemico dell’ISIS e dei suoi terroristi suicidi. Anghel, infatti, è l’unico giornalista israeliano ad aver documentato la guerra in Iraq sino a spingersi nelle prime linee dei combattenti contro l’ISIS a Mosul.
Per il primo anno il Festival ha istituito un Premio alla Carriera, consegnato al Maestro dell’animazione israeliana Hanan Kaminski, che ha presentato al pubblico italiano la sua ultima opera, ‘The Legend of King Solomon’, originale versione della storia di Re Salomone, che affronta i temi della convivenza tra culture diverse e del passaggio dalla giovinezza all’età adulta.
Nell’ambito del Pitigliani Kolno’a Festival 2017, si è tenuta anche la prima edizione del Premio Emanuele Luzzati e la Giuria, composta da Fabia Bettini, Carlo Brancaleoni, Emanuel Cohn, Sergio Noberini e Antonio Urrata, ha premiato il cortometraggio italiano Timballo, di Maurizio Forcella, con questa motivazione: “per la sua capacità di racconto della realtà sociale odierna, della sfida all’integrazione e al dialogo interculturale, attraverso il registro della commedia. Forcella cuoce un racconto grottesco con spezie gustose, mordaci e pungenti a dispetto dell’invadente moda della nouvelle cuisine. Il territorio abruzzese, tra artigianalità e sapori tradizionali, diventa lo spazio di incontro tra persone di culture diverse, superando le barriere del pregiudizio e del sospetto nei confronti dell’Altro. Un tema attuale e delicato, declinato con una forte carica ironica; un’opera che dimostra freschezza di linguaggio, adatto alle giovani generazioni”.

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