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Egitto e Giappone. Insieme per l'empowerment femminile

Egitto e Giappone. Insieme per l'empowerment femminile

E' di due settimane fa la firma di un protocollo di intesa tra Egitto e Giappone sull'attuazione di politiche per facilitare l'emancipazione economica e politica delle donne in Egitto.

Domenica, 28/02/2016 -
Il Cairo. Sono stati due giorni di intenso lavoro quelli che hanno coinvolto i rappresentati politici, diplomatici e le associazioni per i diritti femminili dei due Paesi, riunitisi nella capitale per delineare una serie di progetti con i quali incoraggiare sempre di più un ruolo attivo delle donne egiziane nella vita del Paese. Per Maya Morsi, le neo eletta Direttrice del Consiglio nazionale per le donne “le donne egiziane hanno avuto un ruolo importantissimo soprattutto dopo la rivolta del 2013 che ha portato al potere l'attuale presidente. E bisogna fare di tutto affinché questo ruolo venga loro riconosciuto dall'intera società”. Con i dati alla mano del Gender Gap Report del 2015, sebbene il Paese del Sol Levante si colloca alla posizione numero 101 rispetto alla posizione numero 136 dell'Egitto, non si può dimenticare che almeno un passo in avanti è stato fatto per quello che riguarda la partecipazione delle donne alla vita politica del Paese.



A confermarlo è l'attuale Parlamento che vede 73 deputate contro le 63 del 2010 da una parte, ma anche l'aumento della percentuale delle donne che hanno votato in queste elezioni, ben tre volte in più rispetto agli uomini. “Abbiamo avuto un esempio eccezionale nelle ultime elezioni, è vero. Ma non possiamo dire lo stesso per le politiche di empowerment femminile in ambito lavorativo” dice Maged Osman, direttore di Baseera, la società di indagine statistica coinvolta nei lavori del Forum che continua "Sono i valori distorti diffusi nella società egiziana a rappresentare il principale ostacolo per l'emancipazione femminile nel lavoro" .

Il riferimento è velato, ma Osman si riferisce al matrimonio e all'importanza che questo ricopre nella vita delle ragazze egiziane, le quali, frequentemente, mettono in secondo piano la realizzazione personale e professionale per realizzare il sogno di una famiglia. E le motivazioni sono molte. Tra queste c'è un retaggio culturale, che non si può nascondere, ma nemmeno si può negare il fatto che ci sia una “dis-educazione” su come conciliare il lavoro e la famiglia.



Ed è in questo che si attiva la collaborazione tra l'Egitto ed il Giappone. Per Kazuko Shiraish, ambasciatrice dei diritti delle donne per il governo giapponese “La nostra politica femminile è quella di creare una comunità mondiale nella quale le donne possano brillare. Ed è proprio per questo che cerchiamo di condividere con l'Egitto la nostra esperienza in materia di donne e lavoro” dice. Stiamo parlando di una collaborazione tra i due Paesi tutta declinata sulle tematiche femminili e nella quale proprio la parità di genere deve essere messa in rilievo in diversi modi. Primo fra tutti l'introduzione di un corso obbligatorio in politiche di genere da attivare a partire da settembre 2016 nella facoltà di Scienze Politiche all'Università de Il Cairo, come annunciato dalla direttrice del Consiglio Nazionale per le donne a latere della conferenza.

Nella stessa occasione poi Maya Morsi ha anche ricordato l'importanza di attuare nella pratica quanto scritto nell'articolo 11 della Costituzione egiziana che “riconosce e garantisce l'uguaglianza di diritti tra gli uomini e le donne del Paese”.



Foto di Arab Today

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