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Essere donne nell’epoca degli abusi e del condizionamento

Essere donne nell’epoca degli abusi e del condizionamento

Il senso della massiccia partecipazione nel giorno del 'se non ora quando' e il conflitto di coloro che non vorrebbero dormire nel sonno della dipendenza da abusi di ogni genere.

Mercoledi, 16/02/2011 -
Si torna in piazza per sentirsi vive, per ribellarsi al torpore della follia dilagante, a un potere abusivo sopravvissuto alla pretesa di restare impunito, e operante attraverso le forze occulte del condizionamento. Ormai le persone che non riescono a distinguere il vero dal falso sono scivolate in una dipendenza simile a quella delle sette. In questi casi, infatti, la dipendenza si sostituisce alla coscienza e alla volontà, mentre l’onnipotenza delirante caratterizza lo stato di strutturazione psicotica. Nella psicosi, infatti, non si distingue bene la realtà, assumendo per reale e tangibile, qualcosa che si costruisce solo interiormente. Soltanto persone fortemente condizionate, infatti, quasi alla stregua di adepti di una setta, negano i fatti e i relativi crimini per quelli che sono. Il meccanismo della negazione, così ben descritto da S. Freud sembra dilagare più di una presunta epidemia d’influenza suina… Accanto al meccanismo di negazione spunta quello della proiezione, che potrebbe spiegare l’atteggiamento paranoide di tanti comuni cittadini affezionati all’idea di un “sultano” in grado di salvare il Paese. Qualsiasi crimine o devianza fa parte del gioco, perché l’onnipotenza, di cui godrebbe il leader, è superiore a tutto. Un fenomeno di massa, una sorta di oblio collettivo, caratterizzato da un linguaggio standardizzato, con un suo cliché linguistico simile a quello delle sette.

Nelle ultime ricerche nell’ambito delle neuroscienze si può spiegare il fenomeno di come si sperimenti come vera qualcosa che così non è mai stata.

Inevitabile pensare a un condizionamento attraverso i media. A tale proposito, il primo messaggio propagandistico subliminare avvenne negli anni ’50 negli USA, per il consumo della Coca Cola. Il messaggio creava il bisogno di un determinato prodotto condizionando la libertà di scelta dell’individuo, poiché avveniva attraverso sensazioni al di sotto del normale livello di coscienza. In questo modo, le persone non potevano scegliere liberamente una merce o qual che altra cosa, ma erano completamente condizionate al livello subcosciente, perché è a quel livello che arrivano i messaggi subliminari. I messaggi utilizzati dalla Coca Cola consistevano nel proiettare, ad intervalli di 5 minuti, un fotogramma inserito tra quelli di un film senza che gli spettatori si accorgessero di nulla, perché l’occhio umano percepisce solo le immagini impresse su 12 fotogrammi. Intanto il consumo della Coca Cola nelle sale cinematografiche aumentò di circa del 40%! I messaggi subliminari possono essere anche video e audio e ancora oggi vengono usati nell’ambito commerciale. Il cervello, quindi, cataloga questi impulsi come “veri e reali” e il gioco è fatto! Così in molti regimi dittatoriali, fu usato lo stesso metodo con lo scopo di condizionare l’opinione pubblica.

Non è difficile ipotizzare anche un tipo di condizionamento subliminare attraverso i media, considerando i reati di cui sarebbe accusato il proprietario delle TV in voga… Il problema si risolverebbe presto con una campagna contro certe TV, ma prima si dovrebbe svegliare la coscienza di tutti i dormienti. Spero rientri nelle prossime mosse delle donne, visto che il conflitto d’interesse non ha mai toccato veramente il cuore e la mente dei politici che hanno governato. Nessuno l’hai mai preso sul serio il pericolo di questa narcosi di massa.

Perfino nell’ambito psicoanalitico si è trovato un difensore pro-harem! Dalla presunta onnipotenza di regime, ostentata in tanti anni di tracotanti menzogne siamo arrivate a dover sentire, per bocca di un noto psicoanalista, in una puntata televisiva “L’amore al tempo del rancore”, un’interpretazione che vede le persone offese nella dignità, quali le donne, come delle “scisse” e “onnipotenti”. Per fortuna esistono le donne ed i filosofi, con categorie più ampie rispetto alla cultura materialistica e machista dominante.

Una donna, Veronica, aveva provato a dire come stavano le cose ed è stata oltraggiata, beffeggiata dalle stesse donne che ancora oggi difendono l’idea di un maschio padrone, dominante, a cui tutto è concesso. L’onnipotenza del potere è una sorta di epidemia che non risparmia proprio nessuno, donne incluse. E’ come un male contagioso, come un fungo delle rose! Per riconquistare l’idealità svanita forse si dovrebbe iniziare a non perdere di vista nulla, proprio nulla, perché il condizionamento non è andato mai in pensione.

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