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Femminicidio: la Camera dei Deputati ha detto SI

Femminicidio: la Camera dei Deputati ha detto SI

Approvato alla Camera il decreto Femminicidio, ora passa al Senato, c’è tempo fino al 15 ottobre

Giovedi, 10/10/2013 - Un decreto importante quello appena varato alla Camera, che ha tempi stretti, al Senato, infatti, dovrà essere approvato entro il 15 ottobre, altrimenti si rischia di dover rifare tutto. Moltissimi gli emendamenti che rischiano di non farlo passare, ma la delegata alle Pari Opportunità, Cecilia Guerra, dichiara: "Ormai abbiamo anche la copertura economica, siamo determinati perché la proposta è un notevole passo, in ogni caso andremo avanti". Il decreto è una prima attuazione del decreto della Convenzione di Istanbul. La Convenzione, ricordiamolo, entrerà tre mesi dopo la ratifica di almeno dieci stati membri, tra i quali otto europei, al momento sono trenta quelli che hanno aderito, ma solo cinque hanno ratificato. “Senza enfatizzare un ottimo provvedimento” saluta così l’approvazione della legge Donatella Ferranti Presidente della Commissione Giustizia e relatrice del provvedimento “Le donne ora potranno contare su una tutela più attenta e incisiva contro ogni violenza di genere che rappresenta una prima concreta attuazione della Convenzione di Istanbul. Un segnale forte, la presa di coscienza e l'affermazione che violenze, prepotenze e offese contro le donne non solo non sono più tollerabili o sottostimabili, ma costituiscono una lesione esiziale per l'intera comunità".

Alla Camera il decreto è stato approvato con 343 si (PD, PDL), nessun no, e venti astenuti (Lega, M5s). I parlamentari di SEL non hanno votato. “Un decreto fritto misto” ha dichiarato Buonafede del M5s. Cinque articoli su undici erano dedicati al femminicidio. Un decreto sicurezza in cui è confluito di tutto: dalla Tav, a nuove norme per i vigili del fuoco, alla militarizzazione del territorio, alle Provincie e via discorrendo. “Approvato un decreto omnibus con dentro, tra l’altro, l’inasprimento delle pene per i furti di rame, i reati da stadio. Le “larghe intese” lo hanno chiamato per comodità “decreto sul femminicidio”, dichiara Celeste Costantino di SEL, “ come Sel non abbiamo partecipato al voto. Non era possibile per noi votare per i fondi ai centri antiviolenza insieme alle norme sulle proteste contro la Tav”. Nella legge appena varata si introducono maggiore tutela alle vittime di maltrattamenti e di violenza domestica, finanziamenti ai centri antiviolenza, per i piani di prevenzione, educazione e formazione. Ma “pochi, molto pochi 37 milioni di euro” lamentano gli operatori. Quanto all'aspetto strettamente repressivo, c’è da un lato la scelta di colpire, con le aggravanti di tipo generale, i reati di violenza commessi non solo ai danni, ma anche in presenza di un minore. E’ previsto l'allontanamento dalla casa familiare, come misura cautelare d'urgenza, nei confronti di quelli che vengono definiti “reati sentinella” (percosse, lesioni o stalking) che sono spie di condizioni di violenza domestica, l’arresto, invece, nel caso di flagranza del reato. Previsto anche il braccialetto elettronico, e le intercettazioni.

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