Login Registrati
Femminismo e mondo cattolico

Femminismo e mondo cattolico

Un contributo importante nel libro di Salvatore Cernuzio "Il velo del silenzio. Abusi, violenze, frustrazioni nella vita religiosa femminile"

Venerdi, 03/12/2021 - Il papa viene spesso giudicato ambiguo se non ostile sui problemi del femminismo. Noi femministe giustamente avremmo qualche pretesa; ma abbiamo anche un'evidente convenienza a coinvolgere nelle nostre cause anche le agenzie dotate di autorità pubblica e consenso nei diversi settori della società civile. Dovrebbe essere nota la tenacia dell'opposizione alla "linea/Francesco": il papa stesso non scherzava nel dire che, quando è andato sotto i ferri del chirurgo, in Vaticano c'era chi aveva espresso auspici poco caritatevoli. Se proponesse il sacerdozio femminile, l'accusa di eresia si formalizzerebbe in un baleno.

Non è semplice essere oggi femminista e cattolica, ma non farebbe male migliorare l'informazione. Anche perché non è noto il femminismo delle suore e conoscere la denuncia da parte delle superiore degli ordini religiosi femminili non tanto del patriarcato che, ovviamente, informa in particolare una società di maschi obbligatoriamente celibi, ma dell'esplicita violenza sessista di colleghi maschi, autori di abusi non solo su minori, ma anche su consorelle. L'Osservatore Romano (sic) del 23 novembre 2021 ha recensito un libro di Salvatore Cernuzio "Il velo del silenzio. Abusi, violenze, frustrazioni nella vita religiosa femminile", edito da San Paolo, con la prefazione di Nathalie Becquart, la suora nominata sottosegretario del Sinodo dei vescovi. Nathalie non ha indulgenze:

<<Questo libro di testimonianze ci fa sentire le grida e le sofferenze di quelle di donne consacrate che sono entrate in comunità  religiose  per  seguire Cristo e si sono trovate in preda a situazioni dolorose che, per la maggior parte di loro, le hanno portate a lasciare  la  vita  consacrata. L’autore ascolta le loro storie con empatia per dare voce a queste donne ferite che cercano di ricostruirsi e di far sentire la loro esperienza, le loro lotte, la loro speranza. In questo modo, contribuisce ad aumentare la nostra consapevolezza dei problemi degli abusi nella vita religiosa, dando priorità all’ascolto delle vittime che non si sono sentite accolte, rispettate, riconosciute e ben accompagnate nella loro  comunità.  Voglio  rendere omaggio a queste donne che hanno coraggiosamente accettato di parlare e dare la loro autentica testimonianza. Dobbiamo quindi ascoltarle, sentirle e prendere coscienza che la vita consacrata nella sua diversità, come altre realtà ecclesiali, può generare sia il meglio che il peggio. Il meglio quando i voti religiosi di povertà, castità e obbedienza sono proposti come un cammino di crescita umana e spirituale, un cammino di maturazione che fa crescere la libertà  delle  persone  perché "l’autorità è chiamata a promuovere la dignità della persona". Il peggio quando i voti religiosi sono interpretati e attuati in un modo da infantilizzare, opprimere o addirittura manipolare e distruggere le persone. Questo libro ci invita dunque a guardare in faccia la realtà e a dire la verità, a cercare le vie possibili per accompagnare le persone che soffrono nella vita religiosa o che ne sono uscite e devono ricostruirsi. Ma soprattutto cercare il modo di prevenire queste possibili derive aiutando le comunità religiose ad adottare uno stile sempre più sinodale. Infatti, come ci ricorda il Documento preparatorio  del  prossimo  Sinodo sulla sinodalità nella sua prima parte, che definisce il contesto di  questo  processo  sinodale: 'Non possiamo però nasconderci che la Chiesa stessa deve affrontare la mancanza di fede e la corruzione anche al suo interno. In particolare, non possiamo dimenticare la sofferenza vissuta da minori e adulti vulnerabili a causa di abusi sessuali, abusi di potere e abusi di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate. Siamo continuamente  interpellati  come popolo di Dio a farci carico del dolore dei nostri fratelli e sorelle feriti nella carne e nello  spirito: per  troppo tempo quello delle vittime è stato un grido che la Chiesa non ha saputo ascoltare. Si tratta di ferite profonde, che difficilmente si rimarginano, per le quali non si chiederà mai abbastanza perdono e che costituiscono  ostacoli,  talvolta imponenti, a procedere nella direzione del 'camminare insieme'. La Chiesa tutta è chiamata a fare i conti con il peso di una cultura impregnata di clericalismo, che eredita dalla sua storia, e di forme di esercizio dell’autorità su cui si innestano i diversi tipi di abuso (di potere, economico, di coscienza, sessuale). È impensabile  una  conversione dell’agire  ecclesiale  senza  la partecipazione attiva di tutte le componenti del popolo di Dio: insieme chiediamo al Signore la grazia della conversione e l’unzione interiore per poter esprimere, davanti a questi crimini di abuso, il nostro pentimento e la nostra decisione di lottare con coraggio".Siamo tutti chiamati, quindi, a prendere coscienza di queste pratiche erronee di obbedienza e di esercizio dell’autorità nella Chiesa, che purtroppo sono sorte sia nelle parrocchie che nelle vecchie e nuove comunità di vita consacrata o associazioni laicali. Dobbiamo ascoltare la forte chiamata di Papa Francesco alla conversione pastorale, che ci richiede di abbandonare il modello clericale della Chiesa e di entrare in una visione di Chiesa sinodale che implica l’ascolto e la partecipazione di tutti, e l’assunzione di responsabilità congiunta. Perché tutti, battezzati, discepoli missionari, hanno pari dignità e devono essere considerati come soggetti e attori dell’amissione.  Tutti,  abitati  dallo Spirito, sono chiamati a far sentire la loro voce. Per continuare ad annunciare la buona novella del Vangelo nel mondo di oggi,la Chiesa deve riscoprire e mettere in pratica la sinodalità che fa parte della sua stessa natura. Cioè, discernere i modi di vivere questa dinamica di comunione,questo“noi”ecclesiale che rispetta e integra la diversità dell’“io”singolare, questa accoglienza e valorizzazione della diversità dei carismi perché lo Spirito Santo parla in ognuno e l’obbedienza nella Chiesa deve essere sempre un ascolto comune dello Spirito. In un certo senso, attraverso questo libro Salvatore Cernuzio ci trasmette la percezione concreta di ciò che la Congregazione per la vita consacrata ha chiaramente evidenziato nel suo importante documento di orientamento. Per Vino nuovo in otri nuovi (2017), quella sfida di un necessario rinnovamento e di una giusta formazione nell’esercizio dell’obbedienza e dell’autorità: «In alcuni casi, la collaborazione non è promossa dall’“obbedienza attiva e responsabile”, ma dalla sottomissione infantile  e  dalla  dipendenza scrupolosa. In questo modo la dignità della persona può essere danneggiata fino all’umiliazione. In queste nuove esperienze o in altri contesti, la distinzione tra il foro esterno e quello interno non è sempre correttamente considerata e debitamente rispettata>>. Così, nel contesto della modernità, <<obbedienza e servizio dell’autorità rimangono questioni altamente sensibili, anche perché le culture e i modelli hanno subito trasformazioni profonde, inedite e, per certi aspetti, forse anche sconcertanti almeno per alcuni. Nel contesto in cui viviamo, la terminologia stessa di “superiori” e “sudditi ”non è più adeguata. Ciò che funzionava in un contesto relazionale piramidale e autoritario non è più desiderabile né vivibile nella sensibilità di comunione delnostro modo di intendere e volersi Chiesa. È da tener presente che l’obbedienza vera non può fare a meno di mettere al primo  posto  l’obbedienza a Dio, sia dell’autorità sia di chi obbedisce, come non può fare a meno di riferirsi all’obbedienza di Gesù; obbedienza che include il suo grido d’amore “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matteo, 27, 36) e il silenzio d’amore del Padre. Che questo libro - che invita a guardare il lato oscuro di alcune realtà della vita consacrata, ci aiuti a sentire e attuare l’invito urgente di Papa Francesco "a tutte le comunità del mondo [per] chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa. Che tutti possano  ammirare  come  vi prendete cura gli uni degli altri, come vi incoraggiate mutuamente e come vi accompagnate>>.

E' un intervento coraggioso, un po' lungo, ma credo utile per capire quanto sia necessaria la voce delle donne in tutti i contesti. Le donne appena si impadroniscono della libertà femminile, diventano subito riformatrici e ricorrono alla politica diretta.
Sarebbe bene non escludere nessuna.


Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®