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Festa del Cinema di Roma, tutta al femminile

Festa del Cinema di Roma, tutta al femminile

A tutto schermo - Alla decima edizione della Festa del Cinema di Roma tante le pellicole di registe e tanti i film sulla condizione delle donne nel mondo. Premio del pubblico al film indiano ‘Angry Indian Goddesses’. “Alice nella città” premia tr

Colla Elisabetta Giovedi, 03/12/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2015

 È stata davvero una Festa al femminile, e non solo per il titolo, ritornato da Festival a Festa come nelle prime edizioni. La Festa del Cinema di Roma, manifestazione con base all’Auditorium Parco della Musica giunta alla sua decima edizione, ha messo in luce la professionalità, l’originalità e le idee nuove di tante registe, attrici e produttrici poco note. Molti i film indipendenti selezionati provenienti da ogni parte del mondo, che si sono degnamente affiancati a film di grandi produzioni, con star sopraffine spesso, fortunatamente, al servizio di storie con messaggi utili ed importanti. Fra queste ultime da citare il film Freeheld, di Peter Sollett, tratto dalla vera storia di un amore omosessuale fra due donne, la detective Laurel Hestered il/la meccanico Stacie Andree, e dalla loro battaglia, condotta nel 2005, per i diritti civili delle coppie di fatto, in particolare per il riconoscimento della reversibilità pensionistica al momento in cui la prima si ammala di tumore. La pellicola, forse un po’ troppo didascalica, mette in luce però un problema molto attuale ed ancora irrisolto; nel ruolo delle protagoniste le bravissime Julianne Moore ed Ellen Page, oggi apertamente impegnata per il riconoscimento dei diritti del movimento LGBT dopo il suo recente coming out.

Sullo stesso tema, ma in altra epoca, quella del conformismo americano anni Cinquanta, è stato riproposto anche Carol, film di grande fascino estetico e non solo, già presentato a Cannes, con due attrici eccellenti quali Cate Blanchett e Rooney Mara, vincitrice del Premio come miglior attrice. Sempre Cate Blanchett ha vestito i panni della giornalista e produttrice televisiva CBS Mary Mapes nel film Truth - a fianco di un quasi ottantenne Robert Redford - esordio alla regia di James Vanderbilt, presentato alla Festa di Roma con grande successo: tratto dal libro della Mapes 'Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power', il film mostra le difficoltà di chi cerca la verità ed il caro prezzo pagato da chi si dedica al giornalismo impegnato toccando il potere e la politica.

Vincitore dell’unico Premio offerto quest’anno dalla Festa del Cinema, quello del Pubblico (BNL Paribas), è risultato un film pirotecnico, dedicato alle donne e recitato da un gruppo di incredibili attrici, Angry Indian Goddesses - Dee Indiane arrabbiate, diretto da Pan Nalin, che ha saputo conquistare con la sua forza vitale gli spettatori votanti. L’India di oggi e quella di ieri si fondono in questa pellicola indipendente e carica di suggestioni, energia, passione, suoni, colori, ma anche ambivalenze, mistero e dolore: anche qui si tratta di matrimoni omosessuali (fra donne), coppie di fatto, donne professionalmente e sessualmente emancipate, ma contemporaneamente di maschilismo, abuso e femminicidio. Un film che si schiera con forza dalla parte delle donne e mette in luce le tante contraddizioni della società indiana rispetto alla condizione femminile.

Accomunati da temi quali la ricerca d’identità e libertà degli adolescenti, incompresi e vessati da un mondo adulto cinico ed incapace di ascoltarli, e le loro differenti reazioni (violenza, fuga, isolamento, perseguimento dei propri sogni, rifugio nell’arte, nel cinema o nella follia), i tre film vincitori di ‘Alice nella città’ - sezione autonoma e parallela della Festa dedicata alle giovani generazioni - scritti e diretti da tre registe, ben rispecchiano e sintetizzano le opere presentate nell’intera sezione. Vincitore del concorso è Four Kings, della tedesca Theresa von Eltz, un film dall’impatto quasi documentaristico che racconta la storia di quattro ragazzi con vissuti difficili e complesse relazioni familiari e del loro incontro in un ospedale psichiatrico, dove metteranno insieme, non senza criticità, le proprie solitudini, sostenuti da un medico anticonformista i cui metodi di recupero non vengono compresi.

Il premio Taodue Camera d’Oro per la migliore opera prima è stato assegnato all’originalissimo The Wolfpack - Il branco, girato dalla regista Crystal Moselle, già vincitore del Documentary Grand Jury Prize al Sundance Film Festival, sorprendente docu-film che racconta la vera storia dei giovani Angulo, fratelli e sorelle segregati per 14 anni in un modesto appartamento del Lower East Side dal padre - un inca fervido seguace di Hare Krishna, convinto di proteggerli dalla violenza, dalla droga e dai pericoli dell’ambiente degradato - istruiti ed educati in casa dalla madre statunitense e sopravvissuti alla follia guardando centinaia di film. Una menzione speciale è andata infine a Mustang, altra opera tutta al femminile, di notevole spessore, diretta dalla regista turca Deniz Gamze Ergüven: la pellicola, già selezionata alla Quinzaine des Realizateurs di Cannes 2015 e scelta a rappresentare la Francia ai prossimi Oscar, evidenzia la condizione delle donne in un paesino sul Mar Nero attraverso il racconto di cinque sorelle, giovani ed indomite come cavalli selvaggi, che cercano di esplorare il loro spazio esistenziale, sessuale ed affettivo in una società (qui rappresentata dalla nonna di famiglia che erge muri, chiude cancelli ed organizza matrimoni combinati) impreparata e conservatrice che vuole imbrigliare la libertà e la giovinezza ai suoi dettami anacronistici.

Molti gli eventi paralleli della Festa, tra mostre, retrospettive cinematografiche, incontri con autori e autrici, ed altrettante le location coinvolte che, oltre all’Auditorium ed allo spazio cinema del MAXXI, si sono estese fino al Pigneto, comprendendo il Nuovo Cinema Aquila ed il riqualificato Cinema Avorio.











 

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