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Fondazione Pangea su Ddl Pillon

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DDL PILLON, LANZONI (Fondazione Pangea): “No a un disegno di legge che non riconosce a violenza”

Mercoledi, 24/07/2019 - Su Ddl PILLON, LANZONI (Fondazione Pangea): “No a un disegno di legge che non riconosce a violenza”.
“Basta confondere, equiparare o peggio ancora declassare la violenza del partner a una “lite in famiglia” o a un “conflitto coniugale”. Basta concentrarsi sulla mediazione familiare - per altro vietata nei casi di maltrattamenti fisici e/o psicologici dalla Convenzione di Istanbul e dalla convenzioni internazionali - senza fare alcuna distinzione tra conflitto e violenza coniugale. Basta anteporre il benessere dei genitori a quello dei dei figli, trattati in caso di separazione come pacchi da spostare da una casa all'altra senza un punto di riferimento e senza stabilità. Ma soprattutto basta negare i maltrattamenti e il vissuto traumatico delle donne e dei minori, basta alla farsa dell'alienazione parentale e delle donne che manipolano i figli quando invece cercano di proteggerli come possono.

Ecco perché diciamo no al disegno di legge Pillon e ai Ddl collegati ed ecco perché oggi siamo a manifestare, ancora una volta, davanti a Montecitorio: perché questo testo non rispetta i diritti dei bambini e quelli di chi vive la violenza ed rivolto solo a coppie ricche che vogliono separarsi sulla pelle dei minori e delle donne”. Così Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione Pangea Onlus e coordinatrice di Reama – la rete per l'empowermente e l'auto mutuo aiuto per le donne vittime di violenza e per i loro figli.

Questa proposta fa acqua da tutte le parti e ci pone di fronte a tanti, troppi interrogativi, che questo Governo non ha voluto ascoltare:

Invece delle nuove figure a pagamento come i mediatori familiari, perché non formiamo sui temi della violenza domestica, della violenza sessuale e di quella assistita chi lavora nel pubblico, dagli operatori socio sanitari agli psicologi, passando per le forze dell’ordine, gli avvocati e i magistrati?

Perché il disegno Pillon non riconosce i maltrattamenti e gli abusi sessuali commessi dal violento quando si valutano le competenze genitoriali?

Perché richiama continuamente alla regola generale dell’affido condiviso e della bigenitorialità perfetta, a svantaggio del diritto e della salute dei bambini a vivere liberi dalla violenza e dagli abusi?

Perché si vogliono estromettere i minori a partecipare e ad esprimere le proprie opinioni nelle decisioni che li riguardano, e li si obbliga ad esempio ad vere due case disgregando il centro dei propri affetti, dei propri interessi e delle proprie consuetudini?

Pensiamo che questo Ddl sia improponibile e che si rivolga per lo più a ricchi coniugi che possono magari permettersi una doppia abitazione: per tutti gli altri determinerebbe solo un incrementerebbe del loro impoverimento e quindi l'impossibilità a separasi. Nei casi di violenza poi, quando a quella fisica è spesso legata quella economica, diventerebbe per la donna davvero impossibile andare via.

Ed è per questo che diciamo no al Pillon, perché la sua approvazione avrebbe l'effetto di riportare questo paese Indietro di 40 anni, cancellando tutti gli strumenti di tutela previsti nei casi di violenza e tutti i diritti conquistati dalle donne in anni di lotta.

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