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Gianni Rodari e NOIDONNE

Gianni Rodari e NOIDONNE

I cento anni della nascita di Gianni Rodari sono occasione per rileggere e apprezzare i suoi articoli pubblicati per anni in NOIDONNE

Martedi, 20/10/2020 - Il 23 ottobre di cento anni fà ad Omegna nasceva Gianni Rodari. Malgrado le vicende del COVID tantissime sono state le iniziative, in ogni parte del paese e di ogni genere, promosse in onore di uno scrittore, pedagogista, uomo di cultura tra i più amati sia dai grandi che dai bambini.
Dall’inizio del 2020 su iniziativa del gruppo editoriale che può vantare la pubblicazione della maggior parte delle opere di Gianni Rodari, Einaudi e Edizioni EL, è stata aperta una piattaforma attiva (www.100giannirodari.com) che oltre a promuovere la produzione di opere, idee e esperienze di Rodari (molte rieditate in forma nuova per il centenario) dà spazio alle tanteiniziative realizzate per il centenario. Anche NOIDONNE ha una storia da raccontare per questo anniversario e riguarda la collaborazione giornalistica che Gianni Rodari ha sviluppato con la testata dal 1952 al 1967.
L’attività giornalistica di Rodari, soprattutto dal dopoguerra alla fine degli anni Sessanta, è stata molto intensa e si è espressa su vari periodici della sinistra, ma si è subito intrecciata con la sua vocazione di scrittore per l’infanzia con la pubblicazione già negli anni Cinquanta delle prime famosissime opere (come L’Avventura di Cipollino o Filastrocche in cielo e in terra) e con la fondazione de “Il Pioniere”, un periodico tutto dedicato ai ragazzi. Gli articoli e gli scritti di Rodari in NOIDONNE sono un patrimonio meno conosciuto ma di grande interesse culturale e pedagogico sul quale si stanno programmando, insieme ad altri soggetti, alcuni progetti di valorizzazione. Non si tratta, infatti, di articoli sporadici ma di una presenza segnata dalla continuità e soprattutto dalla scelta condivisa da NOIDONNE e Gianni Rodari di veicolare, in modo snello e spesso ironico, importanti contenuti riguardanti il rapporto educativo tra adulti (genitori, insegnanti, ecc) e bambini, attraverso un giornale che andava a migliaia di donne e attraverso loro a tante famiglie di ogni ceto e regione del paese. La chiave di originalità che caratterizza moltissimi di questi articoli è il fatto che Rodari sceglie di assumere non il punto di vista degli adulti ma quello dei ragazzi. Il problema educativo, per Rodari, sono gli adulti. E riguarda quello che per lui è il centro della sua visione pedagogica rivoluzionaria, la libertà dei bambini e delle bambine che va colta e valorizzata come elemento creativo e pedagogico e non repressa. Ma c’è di più.
Dentro a questa visione di libertà e di “sacro” rispetto della soggettività dei bambini c’è un messaggio forte di libertà per le bambine, in contrapposizione ad ogni impostazione che le relega in confini predeterminati, legati ad una visione tradizionale del ruolo delle donne. Per Rodari la libertà e la originalità dei punti di vista dei bambini è totale, e riguarda bambini e bambine in egual modo. Il messaggio veicolato in tante pagine su un periodico rivolto alle donne è perciò importantissimo in un periodo caratterizzato ancora da un tradizionalismo nella società e nelle istituzioni, figlio del permanere di radici culturali del periodo fascista. Del resto tutta la produzione di favole di Rodari è fatta di personaggi inventati e originali che giocano in piena libertà le proprie differenze, compresa quella di genere, con un protagonismo speciale proprio delle bambine. I fili conduttori che si ritrovano nelle decine di articoli di Rodari su NOIDONNE sono tanti, ma ruotano intorno ad alcuni punti fermi: i bambini vanno prima di tutto ascoltati, la loro fantasia non è qualcosa da limitare o ricondurre al mondo degli adulti ma una chiave di libertà e creatività che i bambini offrono al mondo degli adulti. E con questa visione Rodari si rivolge ai cosiddetti educatori, dalla famiglia alla scuola ma anche ai mezzi di informazione e comunicazione. Rodari affianca a scritti dirompenti di contenuto pedagogico articoli di denuncia sulle politiche educative, a cominciare da quelle della scuola, partecipando attivamente al dibattito apertosi negli anni Sessanta sulla necessità di un cambiamento profondo dell’istituzione scolastica italiana. Al modello di “Sua Maestà il voto” ( articolo del ‘62) contrappone “la scuola della felicità” di Mario Lodi (1963) o “ Che maestra la campagna!” (1964), “Siamo per la classe mista” (1964) e nel 1965 si chiede “è possibile una scuola senza pagella?”.
Con questi articoli, insieme a quelli di un’altra firma prestigiosa come quella di Ada Gobetti, anche NOIDONNE prendeva posizione. Ad evidenziare meglio la presenza di Rodari in NOIDONNE di quegli anni concorre la scelta, certamente condivisa con lui, di accompagnare i suoi articoli con disegni colorati, vignette, o usare trovate come quella di scrivere lettere immaginarie rivolte ai genitori o agli insegnanti , immedesimandosi del tutto nei bambini. Anche i titoli spesso, provocatori, servono a comunicare la carica “eversiva” del pensiero di Rodari: “L’elogio della disobbedienza”, “ W i monelli”, “Perché dicono le bugie”, “ Prigionieri appena nati”, “Genitori sbagliati”, “Ore nove Lezione di bugia”, “I bambini nascono liberi e diventano schiavi”, “ Discorsiproibiti”. Il richiamo al valore culturale del gioco e del linguaggio delle fiabe è continuo: “Il meravigliosomondo delle fiabe” (1959), “Giocano con il mondo” (1961) con richiami alla produzione in corso dei suoi racconti o alle sperimentazioni che stava portando avanti con i ragazzi di grammatica della fantasia: “Filastrocche in cielo e in terra” (1961), “Il gioco dell’ABC” (1962), “Come è nato il libro degli errori” (1964).
La presenza di Rodari su NOIDONNE, però, va oltre i suoi numerosi articoli. Nel 1963 pubblica in anteprima su NOIDONNE, a puntate, il racconto “Atlanta”, un capolavoro di riscrittura del mondo mitologico che ha al centro la figura di una ragazza simbolo di capovolgimento e rottura degli stereotipi verso le donne. Dal 1963 collabora alla realizzazione di un supplemento del giornale dedicato ai bambini, “Album dei piccoli”, un’esperienza che mescola con grande creatività giochi e cultura.
Rileggere questo patrimonio a distanza di tanti anni colpisce ancora per il coraggio del linguaggio oltreché dei contenuti, espressione di una conoscenza profonda del mondo dei bambini verso i quali Rodari non nasconde mai la sua “partigianeria”. Ma colpisce anche la scelta di NOIDONNE di fare propria una battaglia culturale che era controcorrente anche rispetto a molti settori del mondo progressista e di sinistra di quegli anni. In realtà questa collaborazione tra NOIDONNE e Rodari si inserisce in un contesto più ampio di partecipazione in quegli anni di tante personalità del mondo culturale e sociale alla costruzione di nuove basi sia sul piano sociale che culturale ed educativo. Va ricordata ad esempio l’importante esperienza del “Giornale dei genitori” fondato e portato avanti da Rodari e Ada Gobetti. In questo clima NOIDONNE, accanto al grande impegno nei confronti dei diritti delle donne, dedica grande attenzione ai problemi dell’infanzia, denunciando le condizioni sociali ed economiche in cui tanti ragazzi del nostro paese si trovavano ancora a distanza di anni dalla fine della guerra ma concentrandosi anche sui problemi della scuola e delle discriminazioni educative. È interessante ricordare che nell’ottobre del 1952 NOIDONNE promuove un grande evento, sottolineando il ruolo essenziale della stampa nello sviluppo e nella promozione culturale del paese, evento a cui partecipano personalità importanti della cultura come Sibilla Aleramo, Palma Lucarelli, Tommaso Fiore, Concetto Marchesi, Piero Calamandrei, Cesare Zavattini, e pedagogisti come Ernesto Codignola. In quell’occasione viene lanciato un Manifesto per promuovere la diffusione della cultura come essenziale veicolo di democrazia e una campagna per combattere l’analfabetismo e creare tanti luoghi di produzione culturale aperti a tutti. A questo evento partecipa e interviene anche Gianni Rodari, già impegnato da tempo nel campo della educazione verso i ragazzi e nella creazione di una editoria intelligente e controcorrente verso i ragazzi.




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