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Giovane e imprenditrice a Viterbo, tra sogni e voglia di affermazione

Giovane e imprenditrice a Viterbo, tra sogni e voglia di affermazione

'Tuscia incantata’ il progetto diretto al futuro sostenibile. Intervista a Chiara Frontini

Giovedi, 18/03/2021 - “Prima di tutto per me c’è il lavoro, la capacità delle donne di autodeterminare il proprio futuro a partire dall’indipendenza economica per poter fare scelte libere nelle relazioni e nella vita privata”. Chiara Frontini, giovane imprenditrice di Viterbo, ha le idee chiare su cosa sia l’insicurezza, in particolare quella economica, che va superata “credendo nelle proprie potenzialità e nella possibilità di riuscire a raggiungere i propri obiettivi personali e professionali”. Una determinazione che Chiara Frontini sta esprimendo sia nella sua impresa sia come consigliera comunale di opposizione e leader del Movimento Viterbo 2000. “Bisogna avere il coraggio di inseguire i propri sogni lavorando sull’empowerment, sul consolidamento delle proprie competenze e sulle capacità di saperle esprimere nelle relazioni quotidiane, oltre che nel lavoro; occorre imparare a riconoscere i propri punti di forza e di debolezza, valorizzando i primi e mitigando gli altri puntando a trasformare un problema in una opportunità”. Proprio come è successo durante il lockdown del 2020… “Esatto! Cogliendo i lati positivi di questa immane tragedia sanitaria abbiamo cercato di trasformare un problema in una opportunità, durante la pandemia abbiamo messo a punto un’idea che avevamo da tempo e così a dicembre 2020 è nataTuscia incantata’ (video), una società di incoming turistico che vuole sfruttare e valorizzare le bellezze ancora sconosciute di un territorio bellissimo di cui siamo follemente innamorati. L’idea sboccia due anni fa quando, con un progetto Erasmus, abbiamo portato nel borgo di Castel Sant’Angelo di Roccalvecce alcuni giovani artisti da tutta Europa per realizzare dei murales ispirandosi alle fiabe, iniziativa che ha innescato un processo di consapevolezza della cittadinanza. Poi il 29 luglio 2020 è stato lanciato il progetto con quattro comuni: Vitorchiano, Celleno, Bagnoregio, Graffignano. Ora guardiamo avanti, ai tanti percorsi che racconteremo attraverso il portale dedicato, con un appuntamento che pensiamo di fissare nel mese di giugno”.
‘Tuscia incantata’ è un progetto intimamente legato al territorio e che ha bisogno di essere compreso, accolto e sostenuto. Considerata la giovane età di Chiara (per festeggiare i trenta anni deve aspettare ancora un po'...) , viene spontaneo domandare quali difficoltà incontra e vive, anche come donna.
“Per raggiungere la parità reale e piena c’è molto da fare ancora: penso alle politiche di conciliazione o alla parità salariale. Sul versante della violenza o nelle tematiche sociali vedo una grande connessione con la consapevolezza delle donne nelle proprie capacità e con il cammino in direzione dell’autonomia. Poi, anche sulla base dell’esperienza personale e in considerazione dei diversi ruoli che interpreto nella vita come moglie, imprenditrice e consigliera comunale, devo dire che il sessismo presente in vari ambiti è ancora notevole. Soprattutto in politica si incontra spesso un paternalismo che costituisce un freno per le idee nuove, nell’impresa questo c’è un po’ meno e cambia a seconda dei settori. Il mondo della formazione e del turismo, dove noi lavoriamo, sono popolati di donne e non si sentono limitazioni o discriminazioni. A Viterbo, in modo specifico, possiamo contare sull’attenzione da parte della Camera di Commercio e abbiamo anche tante donne ai vertici delle organizzazioni di categoria, penso all’artigianato o alla cooperazione.
Le donne ci sono e si muovono, ma le imprese femminili sono poche. È un territorio che sconta una sonnolenza atavica, una chiusura e una lentezza che pesa dal punto di vista economico. Io però sono ottimista e vedo la pandemia come un grande evento globale che deve per forza portare un cambiamento nella mentalità. Quello che è stato un approccio individuale, come giovani aperti al mondo, deve diventare un approccio collettivo, come comunità, come sistema paese. Questo vale ancora di più a livello locale: un territorio come il nostro, in cui prevale il terziario e l’agricoltura, in cui l’industria non è particolarmente sviluppata, deve puntare sulla sua vocazione turistica e naturalistica, a partire da Viterbo, città con l’aria più pulita di Italia, dalle sue terme particolarmente indicate per l’apparato respiratorio e pensando ai vecchi sentieri che collegano borghi affascinanti. Per non dire del valore della Via Francigena con tutto il turismo ciclopedonale che alimenta. Insomma abbiamo un patrimonio straordinario. Sapersi reinventare a seguito di un evento epocale - conclude Chiara Frontini - come quello che stiamo vivendo sarà la linea di demarcazione tra la stagnazione o la ripartenza”.
Intervista raccolta nell'ambito del progetto 'Donne, Sicurezza, Legalità' sostenuto dalla Regione Lazio.


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