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Grande Maestra di piccole armonie. Intervista a Sabrina Simoni

Grande Maestra di piccole armonie. Intervista a Sabrina Simoni

Negli ultimi trent’anni ha diretto e concertato 800 brani musicali per il Piccolo Coro dello Zecchino d'Oro, il primo programma televisivo al mondo dichiaratto patrimonio dell'umanità dall'Unesco

Lunedi, 29/01/2024 - Lo Zecchino d'Oro è il primo programma televisivo al mondo a diventare patrimonio dell'umanità. L'Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura) nel 2008 lo ha inserito nei "Patrimoni per una cultura di pace". Più di 60 persone, fra le quali molti giovani donne, collaborano alle continue produzioni che partono comunque da un comune denominatore: un coro fatto da voci sempre diverse ma guidate da un’unica maestra, Sabrina Simoni, che negli ultimi trent’anni ha diretto e concertato 800 brani musicali per il Piccolo Coro. Sembra una creatura dell’aria uscita da un ‘Sogno di una notte di mezza estate’ e infatti è una fata che magicamente trasforma aria, suoni e sogni di bambini. Il suo stile comunicativo disponibile verso ogni piccolo, inesperto artista, morbido nel cercare elementi da valorizzare e attento allo stile di ciascuno, è l’arma gentile con cui riesce ad amalgamare voci e bambini in continua evoluzione. Perché in sei mesi di prove, l’adolescenza può sbocciare. La sua carriera nazionale e internazionale meritano qualche domanda curiosa.

Sabrina, cominciamo dal gran finale: ci racconti il recente tour dello Zecchino a Pechino e a Nanchino?
Il piccolo coro ha avuto la grande opportunità di festeggiare la fine del 2023 e l’inizio del 2024 a Shangai con sei concerti che hanno visto due repliche al giorno a partire dal 30 dicembre al 1 gennaio, a cui sono seguiti due altri concerti a Nanchino. Sono state esperienze di emozione collettiva fra persone del luogo che cantano con noi, si commuovono e piangono in scenari incredibili per i piccoli dello Zecchino.
In questi teatri spaziali con 1.900 spettatori i bambini vivono non solo un’esperienza sonora musicale ma anche l’incontro con altri coetanei con cui costruiscono un legame molto forte al di là della comunicazione verbale. In Cina siamo io, il coro e il pubblico in un’esperienza immersiva, dove dalla prima edizione del 2015, vengono cantate parole italiane ma anche arie cinesi.
Il piccolo coro ha anche imparato varie canzoni tradizionali e abbiamo scoperto che anche l’ispirazione di Giacomo Puccini è partita da questo patrimonio. L’ultima sera il nostro coro ha incontrato in un ristorante il coro Hidrangea, un coro di bambini cinesi che si ispira alle canzoni dello Zecchino e tutti insieme hanno ballato e cantato con grandissimo entusiasmo, forse – dice ridendo – senza capire una sola parola.
Dal 2015, con sfumature diverse, questa tournèe si è svolta dando a ogni bambino una grande gratificazione perché non sono conosciuti individualmente come piccoli artisti, ma come il coro degli angeli. In Cina l’evento televisivo dello Zecchino D’Oro è meno impattante e quello che conta di più è vivere l’esperienza musicale e le canzoni dell’antoniano.

Facciano un salto indietro di trent’anni quando una maestra di musica e di composizione successe alla mitica fondatrice del già famoso coro...
Ero una ragazza diplomata al conservatorio e capitai per caso all’Antoniano per accompagnare un’amica. Mariele era in un momento di pausa e mi offrì un’aranciata, gentile con tutti come sempre. Alla ripresa si accorse dello stupore che mi si leggeva in viso, capì quanto fossi rimasta impressionata dai bambini del coro e voltandosi con un sorriso mi sussurrò: “Bravini, vero?”
Fu lei a scegliermi, ad intuire delle doti che io non immaginavo di possedere, a interpretare la mia capacità di ascoltare tutte le voci e di instaurare un legame diverso con ciascun bambino.
Chiusi il mio percorso di studentessa di pianoforte nel ‘94 e a questo diploma ne sono succeduti altri e non avevo ancora acquisito la laurea in Direzione Corale e Poi in composizione quando ho cominciato a guidare il coro nel ’95 dopo la morte di Mariele.
Sono stata una studentessa lavoratrice perché avevo deciso di proseguire con gli studi specializzandomi in musica corale e composizione e per dieci anni ho dedicato la mia vita a questi due ambiti musicali: teoria e pratica in sfida continua!
In quegli anni ho provato anche un grande sconforto perché tutte queste situazioni sono arrivate simultaneamente alla scomparsa di Mariele, che non solo era una guida artistica ma era una maestra di grandissimi valori.
Ero una ragazzina chiamata ad assumersi un’eredità morale e una responsabilità materiale, e fu uno shock non solo per me ma per tutte le persone che hanno accettato di essere guidate. Liliana Caroli, Padre Berardo Rossi e tanti all’interno dell’Antoniano mi hanno appoggiato, ma tante volte mi sono sentita molto triste perché ero guardata con diffidenza. Queste situazioni quando sei molto giovane vengono elaborate con una certa malinconia. D’altra parte i bambini, la musica e il canto corale mi hanno dato l’energia giusta per affrontare i momenti più faticosi. Mi riconosco la capacità di gestire i momenti bellissimi, quando si accendono le luci del palcoscenico, che a volte abbagliano! Ho sempre un occhio alla realtà dove la musica è uno strumento per il benessere della persona e io non ho mai perso la direzione del progetto che ho sposato.

Cosa hai visto cambiare in tanti anni di lavoro e di formazione dei giovanissimi talenti?
Ho visto cambiare il mondo intorno ai bambini, perché ogni bambino ha il suo talento ma lo Zecchino d’Oro si rivolge a tutti i bambini, non per ricercarne il migliore o il più speciale, ma per far sentire la partecipazione a un progetto comune e creare fra loro un forte legame.
Il mondo attuale non è più a favore di questo tipo di sensibilità, perché i bambini sono deconcentrati o meglio concentrati su azioni che non costruiscono relazioni. Sono isolati in tante bolle che non comunicano, abituati alla solitudine. Il loro tempo è riempito in modo esagerato di esperienze non emotive, molto superficiali. E’ facile per loro accedere ai social, a Tik Tok, anche a quelli proibiti, dove emuli quello che vedi, accedi a pensieri e a contenuti senza avere gli strumenti per elaborare.

Il coro nasce da una realtà religiosa ma occupa spesso spazi di protagonismo civico: per esempio il recente evento a Montecitorio con i deputati o gli auguri del primo dell’anno dal contesto sportivo del Trentino. Ricordi delle occasioni in cui lo Zecchino ha interpretato o anticipato delle evoluzioni sociali?
Lo Zecchino attraverso le sue canzoni ha sempre interpretato evoluzioni giuridiche o rotture sociali. Nel 1974, anno della legge sul divorzio, la canzone vincitrice fu “Io con chi sto” e anche i “44 gatti” agivano una forma organizzata di lotta sociale per migliori condizioni di vita.
Negli anni quindi il Piccolo Coro è diventato un modello etico perché i bambini comprendono il senso di quello che cantano, ma dove cantano mantengono la loro natura. E’ un po' quanto è avvenuto a Natale durante la diretta da Montecitorio dove sono stati in attesa dell’inizio, serissimi e attenti

L’ultima edizione di dicembre ha premiato un testo di max Gazzè che ha superato la canzone scritta da Loredana Bertè: come reputi la collaborazione fra autori importanti e il mondo visto dai piccoli?
Sono belle occasioni per tutti grandi autori che si mettono a misura di bambino e nell’ottica di un bambino. Nella canzone vincitrice “Non ci cascheremo mai” Max Gazzè lancia un monito coraggioso nei confronti dei social e il piccolo cantante solista che racconta l’innamoramento, qualche anno fa, fra mamma e papà, si chiede come abbiano fatto a stare insieme e ‘..adesso tutti fermi con la faccia sugli schermi, a viver manichini il vostro digitale inferno..’. L’aspetto testuale della canzone è molto interessante e fa riflettere. L’aspetto musicale è molto coinvolgente. Durante le prove nel momento clou della canzone tutti saltavano e ballavano: è un motivo martellante che intercetta la voglia di stare in gruppo e scatenarsi. Autori di chiara fama si mettono in gioco non solo dal punto di vista musicale, che deve essere adatto ai bambini, ma anche per gli aspetti fonologici, e anche per questioni fisiologiche perché ritmi e parole devono adattarsi alle capacità dei più piccoli.

Un sogno per questo 2024?
Sono pronta a uscire da questa zona di confort che tutti ci siamo costruiti, sono pronta ad accettare nuove sfide.
 

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