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Grande successo per la 15^ Irish Film Festa: storie di donne e uomini della verde Irlanda

Grande successo per la 15^ Irish Film Festa: storie di donne e uomini della verde Irlanda

Oltre 2000 spettatori alla Casa del Cinema confermano la qualità del cinema irlandese, insieme alla tenacia e alle scelte di Susanna Pellis, direttrice artistica della manifestazione

Martedi, 16/04/2024 - Quattro giorni di proiezioni e incontri sold out, con oltre 2000 spettatori accorsi alla Casa del Cinema di Roma (molti rimasti fuori per mancanza di posti) per l’Irish Film Festa, giunto alla sua 15^ edizione, che ha presentato ben 26 opere in anteprima italiana (più due ‘classici’), tra lungometraggi di finzione, documentari e corti selezionati, a fronte di oltre 200 candidature. Numerosi anche gli ospiti tra registi, attori e produttori, giunti dall’Irlanda per incontrare il pubblico di Irish Film Festa.

Molte le proposte interessanti della sezione dedicata ai film di fiction, fra cui le novità più importanti presentate di recente nei Festival cinematografici irlandesi: tra queste numerose le opere firmate da registe donne ed esordienti, che hanno trovato ottimo riscontro di critica e pubblico.

In particolare da segnalare ‘Verdigris’, della regista esordiente e montatrice Patricia Kelly - presente in sala, che ha dialogato col pubblico dopo la proiezione - un lungometraggio che porta in scena un tema molto attuale, quello dello sfruttamento o svilimento delle donne colpite da varie forme di violenza e della sorellanza come forma di resilienza, coscientizzazione e rinascita, il tutto a partire dalla storia di un’amicizia molto particolare tra due donne appartenenti a due generazioni distanti, accomunate però dall’insoddisfazione della propria vita e dall’essere, in modo differente ma non meno drammatico, entrambe sottoposte alla soggezione maschile e patriarcale.

In una Dublino dei sobborghi e del grigiore quotidiano, la neopensionata Marian (in fuga da una casa agiata dove il marito la disprezza e svalorizza continuamente, mettendo a tacere ogni sua iniziativa, fino a confinarla fisicamente in spazi angusti) cerca di lavorare al censimento del 2022 bussando alle porte di quartieri popolari che mal la accettano. Finché incontra Jewel, una giovane che brilla come un gioiello in quei luoghi degradati, ma che per vivere è costretta a prostituirsi. Marian convincerà la ragazza a farle da guida nel quartiere per ottenere i questionari del censimento e, lungo le strade della miseria e della tristezza, oltre all’imprevista alleanza nascerà anche una solida amicizia, tra due donne molto diverse per età e ceto sociale ma che, grazie al loro fortuito incontro, arriveranno alla consapevolezza di essere, ognuna a modo proprio, vittime di violenza, ed alla consapevolezza di potersi finalmente liberare

Il film ha riscosso grandissimo successo nei Festival in patria, e ha vinto premi come Miglior film indipendente al Galway Film Fleadh, al Kerry International Film Festival e all’Irish Film Festival London, oltre ad aver poi ottenuto anche 5 candidature agli IFTA Awards.

Un altro film al femminile proiettato all’IFF, che ha ricevuto ben 13 candidature ai premi IFTA, è “Lies We Tell”, diretto dalla pluripremiata regista di cinema e televisione Lisa Mulcahy: ispirato al romanzo gotico ottocentesco ‘Uncle Silas’ di Joseph Sheridan Le Fanu, il film è un period drama a tinte forti, che rispetta gli elementi tipici del genere ma non rinuncia a un approccio contemporaneo. Nell’Irlanda del 1864 Maude, un’ereditiera orfana, è costretta ad affidarsi alla tutela del minaccioso zio Silas, sul cui passato pesano gravi accuse: l’uomo intravede la possibilità di far sposare Maude con il proprio figlio, l’inetto Edward, reclamando così l’eredità che ritiene gli spetti di diritto, ma Maude è troppo acuta per farsi raggirare. Nel cast, con l’emergente Agnes O’Casey, anche David Wilmot.

Anche nella sezione documentari si segnala un'originale regia al femminile: è il caso di ‘Notes From Sheepland’ di Cara Holmes, un film che segue l’artista Orla Barry mentre fa ritorno alla fattoria di famiglia e si interroga sulla presunta esistenza di un legame tra arte e pastorizia. L’opera ha vinto il premio come Miglior Documentario al Dublin International Film Festival e al Docs Ireland 2023, venendo candidato nella medesima sezione agli IFTA 2024.

Un bellissimo film, forse il più irlandese di quelli proiettati, un’opera corale di ampio respiro, quello diretto e presentato dall’ospite d’onore 2024 dell’Irish Film Festa: Pat Collins, della contea di Cork, anche lui forse il regista più Irish fra quelli presentati.

In anteprima italiana, ha affascinato tutti gli spettatori della sala gremita, il suo ‘That They May Face The Rising Sun’, film nominato a 11 IFTA (tra cui miglior lungometraggio e miglior regia), tratto dall’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo dello scrittore irlandese John McGahern, di cui in Italia sono state tradotte alcune delle principali opere come 'Moran tra le donne' (Einaudi 1990) o 'Il pornografo' (Einaudi 1994). McGahern descrive in modo incomparabile l’Irlanda rurale, i suoi rituali e la sua durezza, l’incanto della natura ma anche le ipocrisie e le violenze nascoste delle piccole comunità.

Al tempo stesso ‘That They May Face the Rising Sun’, nel seguire un anno della vita di Joe e Kate Ruttledge (una coppia di coniugi ed artisti ‘giusti’, animati da pietas verso tutti gli esseri umani, anche i più miserabili e odiosi), tornati a vivere in un villaggio di campagna, mette in scena memorabili personaggi del luogo (interpretati da attori fantastici), assecondando il ritmo del lavoro, gli accadimenti quotidiani, il passare delle stagioni.

La regia e la fotografia accompagnano antiche tradizioni, riti funebri ancora esistenti in paesini remoti, solitudini e sofferenze incurabili, mentre la natura maestosa fa il suo corso. Attore protagonista del film il pluripremiato Barry Ward, già ospite di Irish Film Festa, divenuto celebre in Italia nel ruolo di Jimmy Gralton in Jimmy’s Hall di Ken Loach.

«Il cinema irlandese è più vivo che mai - afferma la direttrice artistica di Irish Film Festa, Susanna Pellis, che con grande determinazione e competenza porta avanti la manifestazione da lei stessa creata – e, anche grazie a un pubblico italiano sempre più affezionato, siamo giunti alla 15^ edizione: siamo particolarmente soddisfatti quest’anno perché, nella programmazione, avevamo deciso di correre qualche rischio ma il pubblico ci ha seguito con rinnovato ed accresciuto entusiasmo, confermandoci che il cinema irlandese piace sempre di più”.

La Giuria del Festival ha premiato, come vincitore di questa edizione: “Once A Beige Day” di Seán Mullan, che si è aggiudicato il Premio per il Miglior Cortometraggio, con la seguente motivazione: “Un piccolo film che ruota attorno ad un'idea minimale e si sviluppa con economia narrativa (e produttiva) esemplare. Come i buoni film, ci permette di entrare in empatia con due personaggi sconosciuti e dei quali poco o nulla conosceremo, pur intuendone - attraverso pochi elementi e circostanze fortuite - la natura interiore, un tratto, un senso del carattere e soprattutto la loro profonda, semplice umanità. È proprio quello che si chiede quando siamo spettatori curiosi e appassionati di un film, di una storia, di un piccolo frammento di vita”.

I Giurati per la sezione Cortometraggi erano Clare McArdle, Head of Acquisitions per Notorious Pictures, e Giovanni Robbiano, regista e sceneggiatore.

Il Premio Giuria Studenti, in collaborazione con il Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Straniere dell'Università Roma Tre, che vede quindi nel ruolo di Giurati un gruppo di studenti, è stato invece assegnato al cortometraggio Teacups di Alec Green e Finbar Watson.

L'IRISH FILM FESTA è prodotta dall’Associazione Culturale Archimedia ed è realizzata in collaborazione con Irish Film Institute, con il sostegno di Culture Ireland, Screen Ireland; con il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia. Sponsor: Intesa Sanpaolo. Mediapartner: Film Tv, Taxidrivers.

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