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I gilets jaunes: nono episodio

I gilets jaunes: nono episodio

Ogni sabato sembra essere l'ultimo: in realtà il movimento si va strutturando

Domenica, 13/01/2019 - Oggi, 13 gennaio 2019
Contrariamente alle attese che prevedevano il movimento in calo numerico, i gilets jaunes scesi in piazza ieri erano - secondo stime ufficiali - oltre 32.000.
Un numero importante se si considera che si è trattato del nono sabato di manifestazione.
L'appuntamento era a Bourges, grosso modo il centro della Francia, e ciò ha reso accessibile la presenza di coloro che abitano davvero troppo lontano dalla capitale: si è notato infatti un gran numero di provenienze dalla Savoia, Alta Savoia e Jura. Però un importante manifestazione si è svolta anche a Parigi.
Il movimento si è dotato di servizio d'ordine (fascia bianca al braccio) affinché si potessero più facilmente evitare scontri con le Forze dell'Ordine.
Malgrado ciò, sono state arrestati più di cento manifestanti e ferite alcune decine di persone fra cui due poliziotti.
Ma che cosa vogliono i Gilets jaunes?
Il loro manifesto lo esprime in 40 punti, alcuni realizzabili , altri decisamente utopici a breve termine.
Mi sembra però che le richieste possano essere riassunte grosso modo in due filoni: da una parte è fortemente voluta una maggiore partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica (attraverso referendum di iniziativa popolare, ad esempio, attualmente non previsti dalle leggi francesi), dall'altra un welfare più diffuso e più attento alle difficoltà delle classi più deboli. .
Uno sguardo attento è anche rivolto alla questione immigrazione: ricevere e integrare con grande attenzione e correttezza coloro che hanno il diritto di rimanere in Francia, espellere immediatamente quelli che non che questo diritto non ce l'hanno.
Naturalmente le richieste non si fermano qui e vanno dalla pensione a 60 anni per tutti alla fissazione di uno stipendio massimo di 15.000 €.
Il filo conduttore di queste richieste sembra comunque essere l'odio per Macron, chiamato "assassino" e invitato a dimissionare.
Dappertutto si è cantata la Marseillaise e il Ca Ira, due inni che ben rappresentano l'uno il senso di appartenenza allo stato e l'altro lo scollamento fra le classi politiche-alto-dirigenziali e il popolo.

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