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I Gruppi di Difesa della Donna settanta anni dopo, ovvero l’amorevole cura della memoria

I Gruppi di Difesa della Donna settanta anni dopo, ovvero l’amorevole cura della memoria

Non è cosa semplice contrastare la sistematica cancellazione della presenza attiva delle donne nelle vicende storiche...

Mercoledi, 11/11/2015 -
Non è cosa semplice contrastare la sistematica cancellazione della presenza attiva delle donne nelle vicende storiche e mostrare il fatto che le narrazioni scritte e orali a cui abbiamo in genere accesso non rappresentano la storia dell’umanità, ma semplicemente il punto di vista maschile sugli accadimenti. Il caso della lotta di Liberazione e della Resistenza in questo senso è emblematico. Per questo il 70° dei Gruppi di Difesa della Donna (GDD) è stata l’occasione per tante realtà Udi per ricordare e far ricordare -in varie forme, attraverso minuziose ricerche di archivio e interviste- una storia in gran parte sconosciuta. In molte città italiane si sono svolte iniziative come ad esempio la biciclettata l’8 marzo 2014 a Roma insieme alla Uisp che ha toccato i luoghi più significativi della Resistenza femminile; ovunque si sono organizzati dibattiti, seminari, mostre e sono stati pubblicati libri e video a dimostrazione del carattere complesso della esperienza resistenziale, non riassumibile solo nelle lotta armata. Due pubblicazioni, entrambe collegate a mostre particolarmente impegnative, si impongono per la serietà, la cura, l’originalità.

La prima “Al tabàchi. I Gruppi di difesa della Donna nella Resistenza ravennate 1944-1945” è uscita in occasione dell’omonimo convegno organizzato dall’Udi di Ravenna sul 70° dei GDD nel novembre del 2014 e della mostra ad esso collegata. Una mostra itinerante, che ha toccato varie località della provincia coinvolgendo ragazze e ragazzi delle scuole e che verrà riproposta e inaugurata a Torino il 13 novembre prossimo nell’ambito del convegno nazionale “Noi, compagne di combattimento.…” nato da una idea del Coordinamento donne ANPI. L’opuscolo ricostruisce la storia della partecipazione femminile alla lotta di Liberazione in un territorio, la provincia di Ravenna, in cui le donne organizzate nei CDD furono 7.000. “Al tabàchi” vuol dire “le ragazze” e allude alla giovane età di tante partigiane. Con un lavoro certosino durato molti mesi, ben 1240 sono state “ritrovate”: a loro sono stati restituiti nomi, volti, voce. Pagina dopo pagina, tra foto, testimonianze e brevi biografie queste donne si impongono come presenze cariche di suggestioni emotive e politiche, protagoniste di un tempo difficile, drammatico e di una volontà forte come forti sanno essere il desiderio per la libertà e la lotta contro le ingiustizie e le violenze. Ed è toccante leggere questa lunghissima fila di nomi che sembra non finire mai. Restituire dimensione storica a queste donne suggerisce sentimenti di tenerezza e gratitudine, ma anche un forte orgoglio di appartenenza: tu donna ti senti finalmente a tuo agio nella Storia, sai che ci sei anche tu, in una genealogia complessa che ti restituisce, insieme al dolore, verità e bellezza. Molto interessante anche il video allegato, basato soprattutto su alcune interviste a partigiane ancora in vita che ben rappresentano cosa è stato per le donne resistere al fascismo e al nazismo e diventare protagoniste indispensabili per la vittoria finale.

La seconda pubblicazione “Bruna e Adele – 70 anni dopo” propone una originale e coinvolgente ricostruzione dell’esperienza femminile della Resistenza vista da due giovani donne, appunto Bruna e Adele. E’ un lavoro realizzato dall’Udi di Reggio Calabria, con apporti dell’Udi di Catania e di alcuni preziosi documenti presenti nell’Archivio Centrale dell’UDI. Le sessanta tavole grafiche raccolte in questo volume sono state esposte nel 2014 in una mostra dell’Udi di Catania sui GDD al Museo Emilio Greco e all’Archivio di Stato della città siciliana. Questo volume rivolto alle scuole si avvale di un progetto grafico di Marsia Modola per la sceneggiatura e di Reno Ammendolea per le illustrazioni, e di una presentazione a firma di Rosangela Pesenti. E’ un grafic novel ed è stato pubblicato quest’anno in occasione della mostra allestita nel Museo Archeologico di Reggio Calabria dall’8 marzo al 25 aprile 2015 e presentato in quegli stessi giorni al Museo del Fumetto di Milano. E’ l’esperienza di ragazze di oggi il fulcro della linea narrativa: Bruna si reca a Cuneo a trovare la nonna e, invitata da lei, va alla biciclettata del 25 aprile. Conosce così i Gruppi di Difesa della Donna e scopre che la Storia, che a scuola le sembra tanto noiosa, è invece una avventura che la appassiona. Comincia la sua ricerca e, tornata a Reggio, coinvolge e contamina col suo giovane entusiasmo la sua amica catanese Adele. Escono dall’oblio anche alcune donne della sua città che hanno fatto la Resistenza al nord dove si erano trasferite. Bruna si rende conto che in lei qualcosa comincia a cambiare e a segnare anche i rapporti con l’altro sesso. Perché quello che queste donne del passato le stanno comunicando è un forte senso di sé e della propria libertà e ha molto a che fare col significato femminile dello stare al mondo, perfino in contesti tanto drammatici. La Resistenza si manifesta ai suoi occhi come esperienza non solo legata alla lotta armata, ma ad un civile e umano impegno per contrastare in ogni modo, nei tanti gesti del quotidiano, la violenza fascista e l’occupazione nazista. Capisce infine, insieme alla sua amica prima reticente e poi pienamente coinvolta, che è tutta la storia che va rivista, come si evince dall’ultimo dialogo tra le due ragazze dove è proprio Adele a riprenderla: “Ancora con la festa delle donne? l’8 marzo non è come S. Valentino, è una giornata che ricorda le lotte delle donne per il voto, il lavoro, i diritti, la parità…. Molto prima della Resistenza”. Lei risponde: “Hai ragione, confesso che non so molto, devo recuperare, mi informerò su tutto!....”.

Il libro per i tratti leggeri dei disegni, i colori che hanno la luminosità e freschezza dell’acquerello, le foto, le riproduzioni di documenti originali, i testi e il linguaggio immediato proprio delle nuove generazioni, si legge tutto d’un fiato e ti tocca il cuore.





Rosanna Marcodoppido

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