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IL LORO NATALE film documentario - di Maria Fabbricatore

IL LORO NATALE film documentario - di Maria Fabbricatore

Dal 22 dicembre in uscita Il dvd de IL LORO NATALE film documentario pluripremiato di Gaetano di Vaio presentato al festival del cinema di Venezia.

Martedi, 20/12/2011 -
Allungo il passo, la proiezione comincia alle undici alla casa del cinema. Sono curiosa e molto, ho sentito parlare del film, ho letto, ho visto i servizi in tv. Di Vaio ha la faccia di chi ha finito la sua centesima vita, e la voglia di chi rinasce dalle sue ennesime ceneri. Viso scavato, voce rauca che arriva dalle fornaci profonde del suo Vesuvio. Vivo, sveglio, vitale, come la sua città, come le sue donne. Già Napoli, e le donne di Scampia, quelle che hanno il marito in carcere a Poggioreale. Maddalena prepara il pesce, si sente che è buono, e le sue mani continuano a parlare anche quando Di Vaio gli chiede cos’altro porta al compagno. “Ma io amo mio marito” è il cuore struggente della sua storia. Nonostante tutto sorridente, viva, sveglia, vitale come sono le donne in fila dal giorno prima davanti ai cancelli di Poggioreale, stretti l’uno all’altro come i vicoli di Napoli a cercare un contatto con i loro compagni per cinquanta minuti. E Mariarca che libera la sua fatica di figlia anche quando il dolore è insopportabile, parlando di sua madre costretta in galera insieme a dieci donne “e una che dorme per terra”, come sostiene l’avvocato poco prima del suo rientro a casa ai domiciliari. Ho gli occhi lucidi, mi trattengo, ho il rimmel dannazione, ma ho il tempo di riprendermi. E’ come camminare su cenere infuocata, una continua oscillazione di emozioni, di nervi in attesa di una altra sferzata di dolore. Di Vaio ha lasciato parlare le donne di Scampia attraverso i volti: sono le loro rughe vissute di drammi implacabili che impressionano la pellicola e soggiogano noi con le loro storie. Viviamo il loro Natale “che dovrebbe essere il nostro” dice una collega. E’ così! senti di appartenere ad un solo genere, un piccolo miracolo di Natale questo di Di Vaio, nella semplicità apparente di racconti terribili, una dolenza che accogli dentro insieme alla loro solidarietà di donne che si aiutano e si comprendono. Le storie di queste donne le fai tue: “Uno dei ritratti femminili più belli degli ultimi anni” afferma Ghezzi che presenta il documentario insieme al regista e al produttore. Concordiamo anche con la poesia con cui descrive il rapporto con il regista, che svela la sua linfa vitale anche quando parla dei progetti futuri: un libro sulla sua vita di ex carcerato con Einaudi, un film con Abel Ferrara. Non ci sorprende un documentario fuori dai soliti schemi che ci ingabbia fino all’ultimo respiro, non ci sorprende il mondo descritto con la forza di un contadino sulla terra che ara, sorprende la voglia che ci lascia il film di sentirci liberi, fuori dai soliti schemi e vivi, svegli, vitali quando usciamo dalla casa del cinema: come Napoli, come le donne di Scampia.



Maria Fabbricatore

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