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 Il mito di Enea: archetipo maschile della salvezza umana dalla pandemia

Il mito di Enea: archetipo maschile della salvezza umana dalla pandemia

Sabato, 27/03/2021 - “Nella fuga di Enea c’è la nostra salvezza” è il titolo di un articolo di Antonio Scurati sul Corriere della Sera (25/03/2021).
Un uomo, un mito, un eroe, simbolo della pietas familiare e umana salverà il mondo presente e futuro: scrive Antonio Scurati sul Corriere “Il padre caricato sulle spalle e il figlio per mano è la nostra condizione durante questa pandemia”. Così Antonio Scurati, scrittore di talento, pubblicista, esalta con sapienza letteraria, il mito di Enea, che egli considera l’archetipo della nostra salvezza umana, della nostra civiltà: «Enea che mette in salvo la città perduta (Troia) caricandosela sulle spalle, nella figura del padre Anchise e del figlioletto Ascanio, è un archetipo, una forma originaria dell’umano…Egli rappresenta gli esseri umani…Coloro i quali soccorrono i più deboli, gli svantaggiati, i malati, i feriti, gli infermi, gli anziani della specie».
Continua Scurati: «l’archetipo non racchiude però soltanto un generico ideale umanitario. Porta con sé anche un preciso progetto politico. La città (polis) che si vuole rifondare (Da chi? Dagli odierni Enea?) avrà nella cura dei fragili, dei disagiati nella riconoscenza verso i “nostri vecchi” uno dei suoi pilastri».
Scurati non si ferma qui, se il padre Anchise (uomo), rappresenta l’identità originaria, la storia; il figlioletto Ascanio (uomo), rappresenta il futuro, il mondo delle nuove generazioni. Si tratta di un mondo che va costruito: «Per un futuro migliore delle prossime generazioni».
A questo punto Antonio Scurati si ricorda delle donne, della loro vitale importanza quando parla della questione drammatica del calo delle nascite…«Dobbiamo poi garantire finalmente la parità di genere a cominciare dal mondo del lavoro, “il mito arcaico presenta solo padri e figli maschi”, ma è del tutto evidente che la sua versione attuale dovrebbe mettere al centro della scena le femmine».
Notare l’importanza, in questo caso, del significato maschilista di femmine (in quanto genere che partorisce e risolve il deficit delle nascite) e non il termine donne, a significare il genere come persone umane al pari con gli uomini.
Che Antonio Scurati, come uomo, rintracci in Enea, mitico eroe maschio, il simbolo salvifico universale della famiglia, della civiltà, della stessa sopravvivenza umana, non c’è da stupirsi. È ovvio, è scritto nella nostra storia patriarcale di popoli. Le donne che c’entrano? Non è l’uomo il titolare e la salvaguardia dei diritti umani, in quanto umani, come espresso nella “Dichiarazione Universale dei Diritti (Di chi?) dell’UOMO”?
Non sono gli uomini, iFratellid’Italia coloro che rappresentano nell’Inno Nazionale l’identità di genere, espressione culturale e materiale del popolo italiano?
Ciò che stupisce è il fatto che sia una donna, scrittrice di talento, giornalista di Repubblica, Annalisa Cuzzocrea, conduttrice della “Rassegna Stampa” a Radio3 (25/03/2021), a commentare positivamente l’articolo di Antonio Scurati e consigliarne la lettura.
Quando poi alcune ascoltatrici sono intervenute, evidenziando il maschilismo dell’articolo e del suo Autore, che oblia il ruolo primario delle donne nella società e, nel caso specifico, oblia il contributo salvifico delle donne nella gestione della pandemia e non solo… la conduttrice Annalisa Cuzzocrea riconferma la sua rivalutazione positiva dell’articolo, affermando che il ricorso al mito di Enea racchiude nel significato di uomo quello di umanità, da intendersi uomo e donna.

Cara Annalisa,questa non è la versione atavica, per la quale la donna (Eva) uscita da una costola da Adamo, è quindi un prodotto dell’uomo, e come tale l’uomo la rappresenti?

Caro Antonio Scurati, trasecolo, non sono le donne pilastri che si caricano sulle spalle i più deboli, figli, padri, infermi, vecchi, etc?

didascalie foto
Fonte: Worcestershire Acute Hospitals NHS Trust/facebook Bambino di 7 mesi, positivo al Covid, accudito da un’infermiera nell’Ospedale di Ancona (fonte: Corriere della Sera, 25/03/2021)


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