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Il tempo perduto

Il tempo perduto

Non abbiamo tutto il tempo del mondo per fare tutto ciò che vogliamo fare. Preoccupiamoci di meno di uscire di casa senza trucco. E viviamo di più.

Mercoledi, 21/10/2015 - Scrivo questo articolo su una questione che spesso mi preme. È inevitabile che io ci pensi: si presenta quando esco con le amiche, quando faccio zapping tra i programmi televisivi, quando parlo della mia infanzia col mio ragazzo. In tutte queste e più occasioni, c’è una vocina dentro di me che si dimena, inquieta, che scalpitando mi fa notare un particolare che mi rattrista e mi riempie di rabbia allo stesso tempo. Cioè che noi donne, almeno quelle della mia generazione, perdiamo e abbiamo perduto tantissimo tempo rispetto agli uomini.

Credo che le donne sprechino il loro tempo in tre principali modi: facendo cose inutili, parlando di cose inutili, e non facendo cose che invece gli uomini fanno. Che cosa intendo con questo, posso spiegarlo con una serie di esempi. Consideriamo il primo punto: fare cose inutili. Prendiamo il sabato tipo di due quattordicenni, un maschio e una femmina, che chiameremo Luca e Chiara. Il sabato è giorno di riposo dalle scuole, e finalmente Luca e Chiara possono passare la giornata a fare le cose che più li interessano. Chiara si sveglierà e farà una lunga doccia, finalmente avrà tempo per depilarsi le gambe e le ascelle, farsi gli impacchi nutrienti per i capelli e le maschere purificanti per il viso, si farà le sopracciglia e gli impacchi anticellulite (che ha già paura di averla). Se i genitori hanno abbastanza soldi farà tutte queste cose regolarmente da un’estetista insieme a pulizia del viso, manicure e pedicure, per non parlare di possibili appuntamenti dal parrucchiere per taglio, piega o shatush. La nostra Chiara, prima di uscire di casa, si metterà lo smalto (in quattro strati: il proteggi unghia, due passate di colore rosso e il coprente) e applicherà crema per il viso, fondotinta, cipria, terra, fard, mascara, matita, ombretti, lucidalabbra, e si sistemerà i capelli con acconciature complicate o se li brucerà con una piastra. Per non parlare delle svariate prove di vestiti davanti allo specchio. Se ha in programma di stare un po’ a casa, Chiara leggerà blog o riviste di tutorial per il trucco, di come perdere nove chili in nove giorni, o si specchierà per una serie infinita di minuti e in ogni possibile angolazione. Una volta uscita, molto probabilmente Chiara si incontrerà con un’amica per fare dello shopping che la faccia assomigliare alla modella del cartellone pubblicitario o per far colpo sul ragazzo che le piace. Oppure, se non si sentono in vena di camminare, finiranno in un bar a fare un aperitivo dove mangeranno una fetta di pomodoro e un’oliva oppure si lasceranno andare per rifiutare la cena qualche ora dopo.

Cosa avrà fatto il nostro Luca nel frattempo? Dopo una doccia veloce, con il primo sapone trovato in bagno, si infilerà una maglia pulita e, se è una bella giornata, uscirà con la tavola da skate sotto il braccio e si incontrerà con gli amici. Dopo qualche ora di skate, gireranno il quartiere per trovare il modo di entrare nella mensa della scuola di soppiatto e rubare i gelati, e forse si graffieranno il ginocchio nello scavalcare la grata. Prima di tornare a casa, parleranno degli ultimi video che hanno visto e di quell’album rock degli anni 70 che loro zio gli ha fatto ascoltare.

Cosa avrà imparato Chiara in questo sabato? Che non è mai bella, magra, fashion abbastanza. E il nostro Luca forse con la sua sbucciatura sul ginocchio, avrà una storia da raccontare il lunedì a scuola, una memoria da condividere.

Questo è un discorso che farà arricciare il naso a molte femministe (e non vi preoccupate, il termine è così ampio che basta veramente poco per definire una persona femminista) per due punti. Primo, perché considerare tutte le attività svolte dalla bambina come inutili? Non sono in fondo un modo che le permette di esprimere la propria personalità femminile? E poi, chi l’ha mai detto che andare in skate sia meglio che passare la giornata a truccarsi? La seconda riguarda l’immensa generalizzazione della descrizione. Non tutte le ragazze passano tutta la giornata a prendersi cura di sé, come non tutti i bambini vanno a giocare all’aperto, giusto?

Eppure, raggiungendo i vent’anni, mi sono resa conto come la stragrande delle mie amicizie femminili non solo ponga tantissima attenzione ai vestiti e al trucco, ma inoltre ne parli e lo trovi l’unico argomento di conversazione quando si è tra donne. Perché se non l’hanno fatto direttamente, sono state sempre inculcate da media e società che devono farlo, hanno sempre visto le loro amiche farlo, e trovano che tali argomenti siano molto spesso l’unica conversazione che accomuna loro e altre ragazze.

E qui entra il mio secondo punto. Noi donne perdiamo un sacco di tempo a parlare di cose inutili. Prendiamo la serata tipo in un pub di ragazzi tra i venti e i trent’anni. Molto probabilmente la conversazione si dividerà in due, tra maschi e femmine, e gli argomenti che ne seguiranno saranno molto diversi nelle due parti. Probabilmente i ragazzi, avendo raggiunto un’età matura, saranno molto più inclini a parlare di attualità o di politica o di storia o di economia, magari anche in maniera molto superficiale e approssimativa, ma avranno pur sempre opinioni al riguardo. Le ragazze invece, partendo dalla nuova manicure di una di esse, finiranno col parlare dei migliori estetisti della zona e di quella volta che hanno fatto la dieta dell’uva, perché di informarsi di politica, non ne avevano tempo tra una manicure e l’altra.

Sarà un peccato che le ragazze non riescano a parlare di altro, se non incoraggiate dagli uomini. Come sarà un peccato che alla giornata in campeggio durante l’estate i ragazzi vadano a cercare legna per il fuoco, mentre le ragazze si limiteranno a cucinare le vivande, i ragazzi si faranno il bagno nel torrente ghiacciato mentre le ragazze lo considereranno troppo freddo e preferiranno stare in riva a prendere il sole. Quando i ragazzi prenderanno la chitarra e canteranno attorno al fuoco, le ragazze si lamenteranno per il freddo e cercheranno di convincere i ragazzi a cantare canzoni melense quando quest’ultimi eseguiranno pezzi che loro stessi hanno scritto o pezzi divertenti.

Lo riconosco, ho aperto un dibattito abbastanza spinoso e molto contestabile. Ma dovete ammettere che quando una ragazza si accinge a fare una cosa considerata mascolina come il raccogliere legna, viene vista come una ragazza dinamica, indipendente: una tosta, una diversa.

Sto forse dicendo che i ragazzi fanno cose più interessanti rispetto alle ragazze? Che hanno ragione loro? Che noi donne dovremmo comportarci come gli uomini per essere più donne? Assolutamente no. Perché gli uomini non fanno delle cose che intrinsecamente sono da uomini. Tutte le attività di cui ho riportato l’esempio non sono attività prerogative all’uomo, ogni ragazza avrebbe potuto farle. Il fatto che gli uomini se ne siano “appropriati” non fa di tali attività delle prerogative dell’uomo.

In questo la donna non deve pensare di eliminare completamente la propria femminilità. La natura è costruita su opposti bilanciati, e allo stesso modo l’uomo e le donna sono come l’acqua ed il fuoco, lo ying e lo yang, il giorno e la notte: come ogni accoppiata che necessita la presenza dell’altro non solo affinché vi sia equilibrio, ma che anche perché uno possa trovare la propria identità confrontandosi con l’altro. Per questo mi piace parlare di disuguaglianza di genere. La donna deve essere rispettata e rispettarsi poiché tale, e lei stessa deve essere la prima a riconoscersi stupendamente differente, non uguale, ma nemmeno inferiore né migliore, all’uomo. E queste differenze non devono riguardare unicamente la preoccupazione per il proprio aspetto fisico o nello scegliere di non fare cose “da uomini”…perché se la donna impiegasse le doti che e sono più geneticamente sviluppate come l’empatia e l’emotività, potrebbe contribuire molto più al funzionamento delle sfere politiche, economiche, sociali e via dicendo.

Perché le cose che gli uomini fanno quando hanno quattordici o vent’anni possono limitarsi ad andare in skate o gettarsi in un torrente gelato, ma a quarant’anni saranno mentalmente più aperti e più coraggiosi, e avranno perso meno tempo a focalizzarsi sul proprio aspetto fisico che potranno essere più coinvolti in politica, ad esempio. Avranno più argomenti di attualità perché avranno perso meno tempo a parlare di dieta. Avranno più spazio nella loro memoria per memorizzare i nomi dei presidenti degli Stati Uniti da Lincoln ad oggi perché avranno memorizzato meno nomi di acconciature. Finiranno per appropriarsi di quegli spazi politici, economici e sociali, non perché “sono roba da uomini”, ma perché sarebbero anche “roba da donne” se solo queste gli avessero dedicato più tempo.

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