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IoDecido: Fuori gli obiettori dal San Camillo!

IoDecido: Fuori gli obiettori dal San Camillo!

Presidio per chiedere che il primario non sia obiettore di coscienza: lunedi 16 marzo h10,30 all'ingresso del San Camillo durante i colloqui per la nomina del nuovo primario

Domenica, 15/03/2015 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



IoDecido: Fuori gli obiettori dal San Camillo!



Venerdì 13 marzo come rete #iodecido abbiamo deciso di fare incursione con maschere rosa e striscioni all' interno dell’ ospedale San Camillo di Roma, sede del primo reparto per numero di IVG nel Lazio e del coordinamento regionale per la legge 194.



È con rabbia e preoccupazione che rispondiamo all'allarme lanciato dalle ginecologhe che operano negli ospedali della Provincia di Roma, circa il rischio che al reparto maternità e ostetricia dell'Ospedale San Camillo venga nominato un primario obiettore di coscienza.



Proviamo rabbia, perché siamo costrette a constatare che dichiararsi obiettore di coscienza è la condizione irrinunciabile per fare carriera negli ospedali pubblici. Praticare l'IVG sembra infatti incompatibile col dirigere un reparto di maternità e ostetricia: come se garantire alle donne la libertà di scelta fosse in contraddizione con il promuovere una maternità responsabile e desiderata. I diritti delle donne sono calpestati per gli interessi di chi sta distruggendo la sanità pubblica avvalendosi di presunti meriti morali e religiosi e applicando la falsa retorica del taglio agli sprechi.

I danni devastanti già si contano: il ritorno dell'aborto clandestino e casalingo, specialmente tra adolescenti e immigrate, non è più uno spettro del passato ma un orizzonte sempre più prossimo.



Il San Camillo è il centro per l'interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) più importante del Lazio, tra le 4 strutture a Roma a somministrare la RU486 (insieme al Grassi, al Sant'Eugenio e al San Filippo Neri). A fronte di altri 4 reparti IVG chiusi di recente nel Lazio (Monterotondo, Sora, Frosinone e Gaeta) e del faticoso e ancora atteso riavvio del repartino del Policlinico Umberto I, il San Camillo rimane il cuore dell'applicazione della Legge 194 nella regione. La nomina di un obiettore confessionale ci dà la certezza che anche al San Camillo nel giro di poco tempo richiedere un aborto significherà andare incontro a mille ostacoli, dai tempi di attesa agli obiettori di coscienza.



Vogliamo richiamare alle sue responsabilità il governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti: oggi garantire l'applicazione della legge 194 significa porre misure di tutela della salute e dell'autodeterminazione delle donne, come di garanzia di trovare medici non obiettori in ogni ospedale pubblico, facendo sì che questa scelta non sia più un limite alle possibilità di carriera di questi medici, evidentemente soggetti a discriminazione.

Chiediamo a Zingaretti di indire un nuovo bando di concorso per il San Camillo in cui tali discriminazioni vengano efficacemente contrastate e i diritti delle donne e dei medici non obiettori rispettati.



Chiediamo infine al Governatore di mettere in atto quanto è in suo potere per garantire il Turn Over del personale medico e la massima qualità e assistenza negli ospedali pubblici così come nei consultori, sempre più poveri di personale qualificato e di risorse.

È altrettanto imprescindibile garantire le risorse necessarie e mettere tra le priorità nella riqualificazione ,la formazione e l'aggiornamento degli operatori sanitari in particolare per quanto riguarda l'IVG e la RU486, la prevenzione e la contraccezione.



Alla direzione sanitaria/generale del San Camillo chiediamo l'immediata attivazione di un reparto dedicato alla somministrazione della RU486.

Inoltre, ci batteremo affinché il reparto IVG non venga scorporato dal reparto Maternità e trasferito in un'altra ala dell'ospedale. Questa scelta potrebbe rappresentare un rischio concreto per la vita stessa delle donne ricoverate, dilatando, in casi di emergenza, i tempi di trasferimento tra i diversi padiglioni.



Diamo appuntamento lunedi 16 marzo h10,30 all'ingresso del San Camillo durante i colloqui per la nomina del nuovo primario, affinché tale nomina venga rinviata al momento in cui siano individuati candidati adeguati che garantiscano i diritti delle donne e che rispondano pienamente alle mansioni richieste nella sanità pubblica



Rete #ioDecido





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inoltriamo anche un comunicato di aggiornamento sulla vicenda del repartino IVG del Policlinico umberto I.



COMUNICATO STAMPA SUL FUNZIONAMENTO REPARTO IVG POLICLINICO UMBERTO I



Nel “lontano” dicembre 2014, dopo la mobilitazione delle donne, il Direttore generale Domenico Alessio ha dichiarato alla stampa che “dentro la sua azienda il problema della mancanza/carenza di medici per l’IVG era stato risolto”. Infatti con una determina aziendale l’1/12/2014 era stata deliberata l’assunzione di 2 medici COCOCO ad un anno rinnovabile per questo servizio.



DOPO 2 MESI E MEZZO, DOPO CHE UNA COMMISSIONE SI E’ RIUNITA PER SELEZIONARE I CANDIDATI, ANCORA NESSUNA ASSUNZIONE E’ STATA EFFETTUATA ED IL REPARTINO IVG FUNZIONA CON UNA MEDIA DI 4 INTERVENTI A SETTIMANA E CON UN UNICO MEDICO STRUTTURATO NON OBIETTORE.



La motivazione : “Non si trovano i finanziamenti per i due contratti” ed una delle più grandi e specialistiche aziende sanitarie/universitarie, nonostante gli atti amministrativi effettuati e tutte le dichiarazioni alla stampa del direttore generale, continua a disattendere i diritti dell’autodeterminazione delle donne ed la piena applicazione della legge 194.



Abbiamo chiesto chiarimenti e fatte continue sollecitazioni agli uffici di dirigenza e amministrativi ed oggi ci rivolgiamo alla stampa tutta per denunciare questo comportamento altamente lesivo non solo dei diritti delle donne ma della salute nella sua complessità che, come in questo reparto, con riduzioni, tagli e chiusure di servizi territoriali e posti letto nel sistema sanitario sta favorendo e potenziando la privatizzazione dell’offerta pubblica aumentando i profitti dei privati e delle assicurazioni.



Questa la loro politica … questa le nostre battaglie per impedirglielo!



Rete delle Donne IO DECIDO

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