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L'8tto marzo visto da Rebibbia

L'8tto marzo visto da Rebibbia

Alcune riflessioni delle detenute di Rebibbia (Roma) in occasione della Giornata Internazionale delle donne

Lunedi, 07/03/2016 -
Annamaria. Per me che di anni ne ho tanti, sessantacinque per la precisione, trovandomi detenuta da un anno circa, sta per arrivare anche l’8 marzo e quindi rifletto. Se ero libera come ho sempre fatto avrei regalato la mimosa a mia figlia e anche amica e l’avrei portata anche al cimitero a mia madre e alle mie sorelle, ma essendo qui, cercherò di organizzare magari un pranzo diverso con le concelline e parlare con loro che sono molto più giovani di me delle lotte degli anni ‘70 per avere dei diritti, come il divorzio, l’aborto…e le lotte studentesche e infine riflettere su gli errori fatti pensando di non perpetrare e prendere questo periodo come una rinascita personale.



Loredana. Surrogata non fa rima con emancipata. Non bastano le ragioni della mente per prendere sul serio l’esistenza altrui, servono anche quelle del cuore.



Potrei mascherarmi dietro la comprensione, l’altruismo

E fare quest’atto di sottomissione dietro rimborso,

dimenticando le guerre fatte e ancora in corso.

Ma poi, a mio figlio,

sì a quell’essere partorito per superfluo egoismo

come potrei spiegare che il nostro cordone ombelicale

era solo temporaneamente latore di ossigeno vitale?

Ora, reciso, già non serve a niente,

dato che per un attimo ho dimenticato la mente.

Sei solo un molteplice contratto con il mio corpo

Ti consegno come un pacco a domicilio e per farlo

Girerò indietro anche il volto.

Non avrò il coraggio di regalarti un neonato sorriso di gioia:

“Ecco, loro sono mamma e papà, io già per te rappresento poca cosa!”

In tempi ormai passati quando ho cercato di essere razionale

Sono stata designata “uterina” come fossi viscerale,

ora, più moderna, potrei essere proposta come “uterosa”

perché a mo’ di corolla petalosa

mi sono lasciata impollinare

da chissà quale volatile voglioso e facoltoso

E DIMENTICO CHE SURROGATA

NON FA RIMA CON EMANCIPATA

La lingua corrente come la legge è flessibile

Ogni combinazione è possibile,

come accordare ovuli, spermatozoi e maternità?

L’Accademia della Crusca già pronuncerà

E quest’aggettivo forse convaliderà.

Va bene la creatività, però,

non confondiamola con la finta sensibilità.

Posso scegliere il padre

Ma non il figlio

Posso anche errare nella selezione,

ma il figlio, giusto o sbagliato,

bello o brutto,

me lo tengo,

di sicuro non lo vendo.

Inventivi, sì, ma non molto,

quindi un autentico e giusto spunto:

adottatene due o meglio tre,

così il mondo non dimenticherà che la genitorialità

e saprà che l’utero in affitto non è un sano diritto.



Hidaya. Il giorno otto marzo non è una festa per le donne ma è la ricorrenza di una tragedia accaduta oltre un secolo fa in Inghilterra. In una fabbrica morirono un centinaio di donne per un incendio. Oggi le donne sembrano più libere, ma sono comunque maltrattate. Ogni giorno abbiamo notizie di donne che sono state uccise dai fidanzati e dai mariti. Cosa avranno fatto di male? Sarà per la troppa libertà conquistata?



Laura. L’8 marzo qui in carcere è un giorno come un altro. Voi lo festeggiate come facevo io fuori da qua, ma comunque non mi scordo che l’8 marzo di oltre cento anni fa non è stato un giorno bello, perché tante donne morirono nell’incendio della fabbrica in USA! Una cosa però la voglio dire per far sapere a voi che in un istituto penitenziario come Rebibbia non c’è la cosiddetta sorellanza che ci si aspetterebbe di trovare in un posto come questo, anzi…ci sono quelle due amiche ti entrano in cella quando stai male, ma…è tutto relativo.

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