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La Casa delle donne di Pisa a rischio chiusura

La Casa delle donne di Pisa a rischio chiusura

In corso una mobilitazione per evitare che il luogo, simbolo del femminismo pisano e dei territori limitrofi venga sottratto alle donne per essere messo in vendita.

Lunedi, 18/05/2015 -
La casa delle donne di Pisa è sotto attacco. Non bastavano i fondi scarsi e inadeguati, i progetti vinti e realizzati senza ricevere le risorse promesse, attese e dovuei dalla Provincia. Adesso anche la sede dove da oltre venticinque anni femministe e donne di varie associazioni lavorano per produrre cultura e socialità e dove ha sede anche il Centro Antiviolenza, è a rischio. Oltre ad aver sospeso i fondi di finanziamento delle attività, la Provincia di Pisa, in dismissione e con i conti in rosso, ha messo in vendita l’immobile, occupato nel 1980 da un gruppo di femministe e diventato nel 1996 a tutti gli effetti la Casa della donna di Pisa, attraverso la stipula di una convenzione nella quale la Provincia si impegnava ad ospitare l’associazione senza chiedere contributi e finanziando annualmente le attività. Un bene prezioso, quello di via Galli Tassi, un luogo dell’anima per tante donne di generazioni e culture diverse a cui non sembrano intenzionate a rinunciare. “Dal 1996 la Casa della donna è un luogo aperto a tutte le donne, vogliamo che continui ad esserlo”, ha detto ieri durante la conferenza stampa di lancio della campagna #iostoconlacasadelladonna la Presidente della Casa Carla Pochini, che ha ribadito che l’immobile di via Galli Tassi “è lo spazio che ci siamo conquistate e siamo intenzionate a restarci”. In questi mesi tanti sono stati i tentativi da parte delle militanti di avere un incontro con il sindaco di Pisa, che però finora ha negato ogni contatto. “Abbiamo incontrato Giovanni Viale (il dirigente della Provincia che segue il piano di alienazioni in corso)” racconta la vicepresidentessa Lorella Zanini, “e la soluzione che ci è stata proposta, uno spazio in via Gioberti, non è assolutamente adatta alle nostre esigenze. Il rischio è che le attività subiscano una riduzione drastica: 85 metri quadri sono troppo pochi rispetto ai 300 della palazzina di via Galli Tassi. Dopo questo colloquio, nel corso del quale peraltro si è parlato di lavori di manutenzione a nostro carico e forse anche del pagamento di un affitto” continua Lorella Zanini, “la Provincia non si è più fatta sentire. Abbiamo provato a parlare con Filippeschi in quanto Presidente, ma nemmeno da lui abbiamo avuto risposte”.



Un’assenza delle Istituzioni che non piace alle donne che vivono la Casa, impegnate in tantissime attività sul territorio e punto di riferimento per la città di Pisa e per tutta la provincia. Centodieci i soci, cinque dopendenti part time e tantissimi volontari si alternano alla Casa dove è presente anche un centro anti-violenza dove lavorano trenta operatrici e che solo nel 2014 ha aiutato trecento donne coinvolte in casi di violenza. “Il discorso della sede non è un fatto secondario” ha spiegato Giovanna Zitiello, responsabile del Centro Antiviolenza durante la conferenza stampa, “questo è un luogo simbolico, ma allo stesso tempo concreto, per le donne, tutte le attività che abbiamo portato avanti in questi anni non sarebbero state possibili”. Abbiamo raggiunto telefonicamente anche Cristina Galasso, che fa parte dell’associazione che gestisce lo spazio che ci ha ospitate a dicembre per un'iniziativa sulla storia di Noidonne. Cristina ci ha parlato delle difficoltà economiche in cui versa la Casa che verrebbero enormemente aggravate dallo spostamento in un altro immobile inadeguato: “Nella casa si incontrano associazioni diverse che la vivono come un luogo unico di aggregazione. Penso alle donne migranti, alle donne che settimanalmente si recano nel carcere femminile di via Don Bosco, alle donne di Arcilesbica. Per non parlare della biblioteca e di tutti i momenti di incontro e di socialità che abbiamo cercato di creare in questi anni." Mercoledì 20 maggio le donne della Casa ospiteranno un incontro con i candidati alla Presidenza della Regione Toscana per parlare di politiche di genere. Si prevedono dunque una lunga battaglia fatta di momenti di confronto e le donne dell'associazione sono pronte a non arretrare di un passo. Sul sito, nella pagina dedicata alla Campagna #iostoconlacasadelladonna si trovano le modalità per sostenere questa battaglia cruciale per il mantenimento di un bene prezioso per le femministe pisane e per tutte le donne che ritengono essenziale preservare i luoghi storici e vitali del femminismo italiano. 

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