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La QUERCIA di DANTE, tra le prime mostre dopo Covid, a Rovigo - di M.Cristina Nascosi Sandri

La QUERCIA di DANTE, tra le prime mostre dopo Covid, a Rovigo - di M.Cristina Nascosi Sandri

Da sabato 30 maggio sino al 19 luglio 2020 torna la Quercia di Dante e riapre la Pinacoteca dei Concordi, splendido contenitore do tesori d'arte

Sabato, 30/05/2020 - Da oggi,sabato 30 maggio, finalmente, dopo l’obbligata pausa dell’emergenza coronavirus che tanto ha sconvolto le nostre vite ed abitudini, una riemersione nella cultura, nella bellezza, nella storia: riapriranno al pubblico le porte sia di Palazzo Roncale che di Palazzo Roverella, l’uno di fronte all’altro, nel cuore storico di Rovigo.
Una doppia iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, vòlta ad offrire a tutti gli amatori del Bello l’opportunità di sciogliere le tensioni di questi mesi di lockdown attraverso il contatto emotivo e terapeutico con la grande Arte.
Al Roverella sarà la Madonna con Bambino, in manto rosso, magnifico capolavoro rinascimentale di Giovanni Bellini, il Giambellino, ad accogliere idealmente gli ospiti post-coronavirus. E con lei, gli altri capi d'opera di una raccolta d’arte d'eccellenza nell’intero Veneto.
Con le meraviglie della Pinacoteca dei Concordi il pubblico potrà ammirare anche la sezione recentemente allestita sulle antichità dell’Antico Egitto, comprese le due famose mummie donate alla città da Valsè Pantellini, rodigino che fece fortuna in Egitto all’epoca dell’apertura del Canale di Suez.
Accanto alla Sezione Egizia, quella delle Antichità Romane e Pre-romane, anch’essa recentemente allestita al Roverella.
Il tutto ad ingresso gratuito.
Occasione davvero imperdibile, quindi, per entrare in contatto con la storia e con l’arte che questo magnifico territorio ha saputo produrre e far ammirare.
Contemporaneamente, in Palazzo Roncale, riaprirà la fortunata mostra dedicata a La Quercia di Dante, prologo d’eccellenza all’imminente anniversario del settimo Centenario della scomparsa di Dante (1265-1321).
Qui, oltre alle reliquie dell’antica rovera (latinismo d’eccezione, robur, roboris) su cui Dante si sarebbe arrampicato per ‘ritrovar la diritta via ch’era smarrita’, si è invitati ad ammirare la mostra Visioni dell’Inferno dove opere di Gustave Dorè, Robert Rauschenberg e Brigitte Brand illustrano ciascuno dei 33 canti della prima delle tre Cantiche dantesche.
Curata da Alessia Vedova, Virginia Baradel, Barbara Codogno e Mauro Carrera, “Visioni dell’Inferno”, propone la rievocazione, per splendide immagini, della prima Cantica dantesca ed è stata affidata a tre artisti internazionali, uno per ciascuno degli ultimi tre secoli, a testimonianza delle diverse interpretazioni, anche visive, date ad una tematica così coinvolgente.
L’Inferno, in versione ottocentesca non poteva che essere quello, notissimo, del francese Gustave Doré: di lui è esposto l’intero corpus di 75 tavole.
“E proprio le illustrazione realizzate per l’Inferno sono – afferma Alessia Vedova – il suo vero capolavoro tanto da essere entrate a far parte dell’immaginario collettivo”. Théophile Gautier, suo contemporaneo, scriveva che Doré sapeva “vedere le cose dalla loro angolatura bizzarra, fantasiosa, misteriosa…” e che “possedeva un occhio visionario che sa liberare il lato segreto e singolare della natura”.
Per il Secol Breve, il ‘compito’ è stato assolto dalle figurazioni di “Dante’s Inferno, 1958–60”, di un grande artista statunitense, Robert Rauschenberg, conosciuto da decenni dai ferraresi: risale, infatti, al 1976, ai gloriosi tempi della conduzione del Maestro Franco Farina delle Gallerie d’Arte Moderna il suo primo approccio europeo, poiché aveva scelto proprio la nostra città per il lancio dei suoi lavori fuori dagli States.
Approccio che proseguì gloriosamente nel 2004 quando Ferrara, oltre a dargli la cittadinanza onoraria, ospitò a Palazzo dei Diamanti, una grande retrospettiva, una selezione delle sue opere più pregevoli, frutto di oltre mezzo secolo di instancabile attività artistica.
Per rappresentare il suo Inferno, Rauschenberg scelse la tecnica del disegno di riporto il cosiddetto transfer-drawing, sorta di combinazione tra la tecnica del disegno e quella dell’acquerello, con immagini trasferite, per l'appunto, dalle pagine di riviste patinate.
Infine l’artista tedesca Brigitte Brand è stata chiamata ad illustrare l’Inferno con occhi e sensibilità up-to-date.
“La potente fascinazione dell’Inferno dantesco l’ha portata – scrive Virginia Baradel – a rielaborare il bagaglio dei suoi appunti visivi sulla Commedia umana, osservata alle diverse latitudini del pianeta, con i luoghi e le figure del primo Canto del Poema”.
Dalla sua interpretazione esce anche un Omaggio alla Grande Quercia, l’albero a cui Dante, secondo la cultura popolare, deve, in parte, la propria salvezza. Alla Grande Quercia di Dante, nello stesso Palazzo Roncale, è riservata un ampia sezione documentativa.
“Visioni dell’Inferno” ripercorre i 33 canti, oltre all’Introduzione, che compongono la Cantica, ciascuno introdotto dai versi più famosi e da una breve sintesi e si estende ad altre testimonianze, a sottolineare la fascinazione delle Commedia lungo i secoli sino alle forme contemporanee di espressione.
Le due sedi espositive rimarranno aperte fino al 19 luglio per riaprire a settembre.
Da quella data e sino al 17 gennaio 2021, a Palazzo Roverella il pubblico potrà ammirare l’attesissima, grande mostra monografica su CHAGALL, mentre al Roncale continuerà ad essere proposta l’esposizione sulla Quercia e l’Inferno di Dante

Info: www.palazzoroverella.com

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