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LAIGA ALLA MINISTRA: tutta la verità sulla legge 194

LAIGA ALLA MINISTRA: tutta la verità sulla legge 194

Legge 194 - “Apprendiamo con favore la notizia della attivazione di un tavolo tecnico con le regioni"

Domenica, 13/10/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2013

“Apprendiamo con favore la notizia della attivazione di un tavolo tecnico con le regioni, per avviare un monitoraggio riguardante le singole strutture ospedaliere e i consultori e per individuare le criticità già da più parti e più volte denunciate. Senza dubbio la maggiore criticità è rappresentata dall’uso strumentale del ‘diritto’ all’obiezione di coscienza”. La L.A.I.G.A. (Libera Associazione Italiana Ginecologi per Applicazione legge 194) commenta la relazione della Ministra della Salute Beatrice Lorenzin sullo stato di applicazione della legge 194 ma sottolinea che dietro alla conferma della netta riduzione dei tassi di abortività nel nostro Paese si cela una realtà non più accettabile. “Come da noi più volte denunciato, i dati reali si discostano notevolmente da quelli ufficiali riportati dalla Ministra, che non tengono conto dell’esistenza di una ‘obiezione di struttura’: in molti ospedali del nostro paese, infatti, i servizi per le interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) semplicemente non esistono, per cui i medici che lavorano in queste strutture, obiettori di fatto, non hanno alcun motivo di sollevare obiezione di coscienza, e vengono spesso conteggiati fra i non obiettori. In proposito, colpiscono le conclusioni della Ministra: anche se un numero altissimo di ginecologi è obiettore di coscienza, poiché il numero di IVG/anno è più che dimezzato, il numero di non obiettori sarebbe congruo al numero complessivo di IVG. È evidente, invece, che le differenze abissali esistenti tra le varie regioni, riportate peraltro nella relazione stessa, rendono assolutamente non significativo il dato riportato su scala nazionale. Confidiamo allora che il tavolo tecnico possa riportare notizie e dati sulle reali condizioni di lavoro dei pochi ginecologi che ancora permettono che una legge dello stato venga applicata, nonché sugli ostacoli che incontra il diritto alla salute delle donne nella stragrande maggioranza delle regioni del nostro paese. Confidiamo inoltre che il tavolo tecnico possa riportare alla ministra notizie sulle tante donne costrette a migrare in altre provincie o regioni per interrompere una gravidanza indesiderata, nonché sulle tante donne costrette a migrare all’estero per l’aborto terapeutico. I media hanno acceso i riflettori sul possibile ritorno, nel nostro paese, dell’aborto clandestino, soprattutto tra le cittadine straniere, ma non solo. Vi accenna anche la relazione della Ministra, riportando una stima che fa riferimento ad una rilevazione del 2005; si ripete qui la stessa ammissione di assoluta ignoranza dei dati, che hanno già fatto i ministri precedenti, purtroppo senza dire cosa si vuol fare per valutare l’entità del problema e per limitarne la diffusione”. Altro affondo LAIGA lo riserva ai dati riportati nella relazione sull’IVG farmacologica e che “confermano che si tratta di una procedura sicura a cui ogni donna dovrebbe poter avere accesso. Purtroppo dalla relazione della ministra non si sottolinea come nel nostro paese scegliere l’aborto farmacologico è ancora, per tantissime donne, un diritto negato. Nella quasi totalità delle regioni italiane, infatti, per l’IVG medica è previsto il ricovero ordinario, con maggiori costi sanitari e difficoltà burocratiche a volte insormontabili. Un maggiore ricorso all’IVG medica in regime di Day Hospital, come suggerito dal report di epicentro, il portale dell’Istituto superiore di sanità, permetterebbe una riduzione dei tempi di attesa, che significa, dal punto di vista medico, una minore incidenza di complicazioni, e dunque un’azione a salvaguardia della salute delle donne”.



La versione integrale del comunicato di LAIGA e il comunicato della Ministra sono su: http://www.noidonne.org/blog.php?ID=04719



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