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LAIGA, il convegno nazionale a Napoli: salute riproduttiva e aborto

LAIGA, il convegno nazionale a Napoli: salute riproduttiva e aborto

Una rete di associazioni per l'applicazione della legge 194 e per contrastare l'alto numero di obiettori di coscienza nelle strutture pubbliche. La salute riproduttiva al centro dell'attenzione

Domenica, 09/11/2014 -
Una rete nazionale che abbia il duplice obiettivo di ottenere la piena attuazione della legge 194 e riportare l’attenzione sulla salute riproduttiva e delle donne nel nostro Paese. La proposta è stata lanciata dalla LAIGA, libera associazione ginecologi per l’applicazione della legge 194, in occasione del terzo Convegno nazionale (Napoli, 7/8 novembre) ed è stata accolta positivamente dal composito mondo dell'associazionismo femminile (e non solo femminile) e di categorie professionali presenti all'incontro. È sicuramente l'inizio di un cammino che si rende necessario intraprendere per contrastare il livello raggiunto dalla non applicazione della legge 194, quella che dal 1978 regola l'interruzione volontaria della gravidanza in Italia e sancisce l'autodeterminazione della donna nella maternità che definisce "libera e consapevole". A far maturare in LAIGA l'idea che fosse necessario far entrare in campo la forza di un gruppo di pressione nazionale è stata anche la Risoluzione del Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa (8 marzo 2014) a seguito di un ricorso presentato da IPPF EN (International Parenthood Federation European Network). Andrea Rotondo e Irene Donadio hanno spiegato i passaggi della battaglia vinta in punta di diritto che la loro ong - attiva nel campo della salute sessuale riproduttiva e della pianificazione familiare a livello globale - ha sostenuto a partire dal 2012 e con un paziente lavoro di raccordo collettivo. Infatti è stato riconosciuto che l’Italia viola i diritti delle donne che, alle condizioni prescritte dalla legge 194/1978, intendono interrompere la gravidanza. Non è messo in discussione il diritto dei medici all’obiezione di coscienza, ma è sancito “che non può essere usato per ostacolare il diritto della donna, diritto individuale sancito anche dalla Costituzione”. Un responso, e non una semplice raccomandazione, che ha chiamato in causa direttamente il governo. Infatti la ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha istituito subito un Tavolo Tecnico per monitorare il livello di applicazione della legge. Per dire delle resistenze indomite, alcune Regioni - come è il caso della Lombardia - non partecipano ancora al Tavolo. La Risoluzione comunque dà forza a chi in Italia da anni protesta per segnalare il problema e al tempo stesso sollecita la società civile a farsi ancora protagonista. Si capisce bene, dunque, la necessità di costituire un soggetto in qualche modo federato che "con forza agisca unito con l'obbiettivo di evitare che il diritto all'obiezione di coscienza dei ginecologi inibisca il diritto delle donne ad avere accesso all'interruzione volontaria della gravidanza se e quando lo decidono, come previsto da una legge dello Stato". Silvana Agatone, presidente di LAIGA, ha poi elencato alcune questioni su cui questa coalizione potrà impegnarsi per dare più forza alle istanze delle donne. "Accanto alla soluzione dei problemi provocati dall’alta percentuale di obiettori di coscienza, penso alla contraccezione d'emergenza, alla diagnosi prenatale e all'accesso all'aborto dopo i 90 giorni, ma anche all'aborto farmacologico che in Italia è ancora poco utilizzato". A questa già nutrita agenda, l'assemblea riunita a Napoli ha chiesto di aggiungere anche interventi nelle scuole di specializzazione per spiegare ai futuri ginecologi la legge 194 con le sue modalità di applicazione. Insomma: presidiare la formazione per evitare il protrarsi di una sorta di demonizzazione professionale intorno all’aborto. Affiancata a questa rete di associazioni - che potranno lavorare in modo coordinato su questioni specifiche - e sempre su impulso di LAIGA si è costituita anche una rete di avvocati/e che è stata presentata nel corso del Convegno da Eleonora Moscato. Sono professionisti che mettono a disposizione competenze legali che possono rivelarsi assai preziose sia nel condurre battaglie comuni e coordinate a livello nazionale ma anche nel seguire vertenze territoriali o singoli casi. Tanto più importante è questa opportunità in una situazione che si presenta assai frammentata e con profonde diversità tra regione e regione, ma persino nella stessa Asl, come ha sottolineatoLisa Canitano, di Vita di Donna, associazione che ha messo a disposizione della rete alcuni testi standard da poter utilizzare per sollecitazioni, diffide o addirittura denunce nei casi in cui le donne si trovano di fronte a dinieghi, rinvii o obiezioni di coscienza pretestuose o inesigibili. Del resto, ha continuato Canitano, "le forme di resistenza che le donne incontrano sono le più fantasiose: sappiamo di richieste di firmare consensi informati minacciosi sulla pillola del giorno dopo e in tanti anni abbiamo anche imparato a reagire in modo efficace”. C’è però chi non trova altre strade e ricorre all’aborto clandestino “che è in crescita perché l’obiezione di coscienza è più forte dei diritti delle donne”, ha spiegato Giovanna Scassellati - ginecologa e responsabile di un modulo dipartimentale per la legge 194 al San Camillo Forlanini (Roma) e fondatrice di ANDRIA (associazione per la promozione di un’assistenza appropriata in ostetricia, ginecologia e medicina perinatale). La questione dell'obiezione di coscienza ha attraversato tutti gli interventi sia sul versante tecnico che operativo, senza tralasciare una lettura più propriamente politica delle ragioni che hanno messo in crisi l'applicazione di una legge dello Stato. "Teniamo conto che dietro all'obiezione di coscienza, al rifiuto della pillola del giorno dopo o alla disapplicazione della 194 non c'è solo una questione etica o un'onesta posizione intellettuale; talvolta c'è anche corruzione. Va detto con chiarezza: c'è gente che specula sull'ignoranza e per il piacere della sopraffazione". Stefania Cantatore, dell'Udi di Napoli, più diretta non poteva essere e ha spiegato una 'semplice' strategia di contrasto attuata in città: un vademecum scritto chiaro chiaro su un tabellone e affisso negli ospedali! “Sopraffazione, certo, ma non sottovalutiamo anche il fatto che c’è tanta ignoranza - ha aggiunto Marina Toschi segretaria di AGITE (Associazioni ginecologi Territoriali) - soprattutto tra i giovani colleghi e operatori dei Consultori e tra le giovani in generale”. Il riferimento alle altre professionalità interessate è stato accolto e rilanciato da Gabriella Pacini, ostetrica di Vita di Donna: “le ostetriche devono partecipare a questa rete perché, erroneamente, considerano l'aborto una malattia”. A dimostrazione che l’iniziativa di LAIGA è stata apprezzata anche oltre lo specifico universo femminile sono arrivate molte adesioni: dello SPI-Cgil, per citarne una, ma anche di Libera Uscita, che si batte per la legalizzazione del testamento del testamento biologico e dell’eutanasia, “che ritiene utile la sinergia tra associazioni che si battono in generale per la laicità”. Laicità è un concetto grande, inclusivo che LAIGA interpreta nel suo campo, lavorando per la promozione e la tutela della procreazione libera e consapevole in un Paese progredito in cui il tema dell’educazione alla salute affettiva, relazionale e sessuale dovrebbe “diventare parte di un progetto politico di promozione integrale dello sviluppo umano delle giovani generazioni” e in cui il tema della prevenzione, tutela e cura della fertilità e della procreazione dovrebbero essere obiettivi “di una società moderna che abbia a cuore il benessere dei singoli e della collettività”. Per dirla con le conclusioni della Lezione Magistrale di Giovanni Fattorini, Presidente di AGITE. Il tema era “I diritti riproduttivi in Italia” e la sala era affollata e partecipe.



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SESSIONE Poster al terzo convegno LAIGA (Napoli 7 e 8 novembre 2014)



Attraverso la collaborazione con la Associazione AGITe (Associazioni ginecologi Territoriali) si è voluto istituire un Premio in libri per i migliori 3 Poster, volendo ricordare ed onorare la figura del dr Francesco Leone. Il collega infatti nella sua vita professionale terminata prematuramente, molto si è speso per la applicazione della Legge 194 nella città di Napoli. Si è quindi organizzata una giuria composta da:

Tiziana Bartolini - giornalista direttore di NoiDonna- Roma

Giovanni Fattorini- ginecologo Presidente di AGITe Bologna

Donatella Albini- ginecologa AOGOI Osp e territorio di Brescia

Che ha preso in esame i 6 poster presentati ed ha valutato sia i contenuti che la realizzazione grafica dei contenuti ed ha stabilito che il 1' Premio venisse consegnato al gruppo di 6 Autori della ASL Napoli1 Centro, dal titolo "Per una corretta applicazione della legge 194", premio 
(libro sul Mestiere del parto in Umbria) ritirato dall'assistente sociale Annunziata Ciccarelli per il gruppo di cui la dr.ssa Rosetta Papa è Direttore di Struttura complessa per la tutela della Salute della Donna della Asl Napoli 1 Centro.

Il secondo premio (libro sul Taglio Cesareo di M Odent) è stato assegnato al gruppo di lavoro del Distretto Sanitario 27 ASL Napoli Centro, coordinato dalla dr.ssa Marina Tesorone che hanno studiato "La contraccezione di emergenza: l'esperienza del Consultorio familiare di zona" analizzando i numeri ingenti della CE prescritta nel Consultorio con una prevalenza dell' uso di Levonorgestrel e scarso uso del più efficace UPA (Ulipristal Acetato) a causa del costo elevato di questo farmaco pur 3 volte più efficace.

Infine il terzo premio (libro sui "Consultori in Italia" di Fattorini ) è stato assegnato al gruppo di lavoro dell'Ospedale Pertini di 11 colleghi/e e coordinati dalla dr.ssa Silvana Agatone, che affronta il molto discusso tema dell' "Inserimento IUD nell'immediato post IVG"che dà conto degli ottimi risultati di una tecnica approvata dal WHO, che evita le recidive di IVG, che andrebbe diffusa a livello di tutta Italia ma finora poco usata perché ritenuta pericolosa o causa di espulsione.

Crediamo che questa sessione di Poster vada mantenuta anche nei prossimi congressi LAIGA, perché da un lato ci permettere di conoscere e di mettere a valore interessanti dati non altrimenti raccolti e ottime pratiche dei Servizi Consultoriali ed Ospedalieri spesso non conosciute e non valorizzate nelle ASL e che non possono trovare certo tutte spazio tra le relazioni di 2 gg di congresso. Inoltre questo momento ci permette di ricordare e dare valore a colleghi come Leone, tra i pochi che, specie nel Sud Italia, sono rimasti non obiettori alla legge 194, malgrado ci sia pochissimo sostegno e riconoscimento sociale del grande e faticoso lavoro da loro svolto.


Dr.ssa Marina Toschi - segretario Agite






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