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L’occidente transculturale al femminile

L’occidente transculturale al femminile

Sandra Paoli intervista tre artiste attratta da come loro gestiscono l’identità, la migrazione, la religione, la femminilità

Martedi, 22/05/2018 - L’occidente transculturale al femminile
Emine Sevgi Ozdamar, Rita Ciresi e Yasemin Sandereli

di Sandra Paoli
Mimesis Edizioni

20.00 euro

Attraverso il saggio “L’occidente transculturale al femminile,” Sandra Paoli ci descrive cosa succede oggi, analizzando tre artiste, Emine Sevgi Özdamar, Yasemin Samdereli film maker, due autrici turco-tedesche, Rita Ciresi scrittrice italo-americana. Tre artiste, tre donne che appartengono a minoranze, e ognuna dentro una minoranza, anche quella femminile .

Il loro lavoro è frutto di un incontro in divenire tra culture diverse ed è quello che le accomuna.

Le tre artiste sono interessate a mettere la loro esperienza, il loro vissuto in opere che valorizzano l’ incrocio di culture nel bene e nel male.

Hanno tutte e tre un rapporto con l’immigrazione: Ciresi e Sandereli sono di seconda generazione, Özdamar si è trasferita a Berlino da giovane dopo aver vissuto in Turchia.

Il loro mondo, ci dice Sandra Paoli, è un misto di quello di provenienza con quello che le ha accolte.

Attraverso la vita, le opere e intervistando queste tre artiste, Sandra Paoli ci mostra la fusione di culture diverse, quella turco/tedesca di Özdamar e Samdereli e quella italo/americana di Ciresi.

Ognuna di loro racconta il mondo contemporaneo dagli anni 60 ad oggi.

Ognuna di loro rispecchia la società contemporanea postmoderna, multietnica in continua trasformazione determinata da flussi migratori particolarmente intensi e diffusi rispetto al passato.

Raccontano, ognuna a suo modo, la complessità della realtà contemporanea valorizzando l’interdipendenza delle culture di cui fanno parte.

Tutte e tre hanno dato ampio spazio a personaggi femminili, al loro vissuto ed emozioni, con riferimento alle istanze del femminismo occidentale e del terzo mondo.

Le loro opere non si pongono come una cultura minore rispetto ad un’”altra”. La loro maniera di porsi è stata definita transculturale che definisce la loro complessità che le rende rappresentative della società postmoderna.

Come ci dice Sandra Paoli, altro elemento che le accomuna è l’ironia. Emine Sevgi Ozdamar è ritenuta una delle autrici più comiche della letteratura turco/tedesca. Rita Ciresi è riconosciuta come importante rappresentante dell’umorismo della scrittura italo/americana. Comicità la sua resa ricorrendo al paradosso, ad un uso comico della lingua, all’uso di espressioni scurrili e irriverenti.

Lo stesso vale per Yasemin Sandereli, ma la sua ironia graffiante non è mai offensiva, la sua comicità consente di affrontare pregiudizi inevitabili tra religioni diverse.

L’ironia, la loro caratteristica, con la quale riescono a narrare le complicate interazioni tra mondi diversi.

L’attualità delle tre autrici tanto diverse tra loro, è anche nella ricerca di nuove forme di linguaggio e nella presenza di strumenti del comunicare. Sono prese in considerazione come alti riferimenti di forme d’arte che esplorano le diversità delle culture a cui appartengono, sfidando etichettature.

Il loro è un incontro in divenire tra la cultura di provenienza e quella di arrivo, ed è ciò che le rende grandi artiste del nostro tempo – come afferma Sandra Paoli, descrivendoci la scrittura corporea di Emine Sevgi Ozdamar, e quanto lei senta di dover dare retta al corpo. E’ la poetica del corpo che da ritmo alla sua opera, soprattutto nelle relazioni più intime. Le sue sono esperienze corporee.

Il caleidoscopio dell’ironia di Rita Ciresi, che fa da cerniera tra la felicità e la tragedia che nel suo stile narrativo si fondano e questo da un tratto unico alla sua opera. Tutto ciò provoca emozioni complesse e paradossali.

Nuovo e originale sguardo sulla realtà degli immigrati è quello della filmmaker Yasemin Sandereli, a partire dalla sua esperienza personale e familiare.

Il legame tra lingua e corpo nei racconti di Özdamar, l’ironia agrodolce in quelli di Ciresi, il gioco dei punti di vista della pellicola di Samdereli esprimono, nella propria specificità, la forza narrativa di chi è dentro la scena eppure – come è proprio della sensibilità femminile – riesce a raccontare gli avvenimenti con distaccata empatia.

Sandra Paoli intervista le tre artiste attratta da come loro gestiscono l’identità, la migrazione, la religione, la femminilità. Tutta una serie di questione per cui la Paoli ha scelto loro, con un filo conduttore che le unisce pur rimanendo unica ognuna di loro.

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Sandra Paoli, Dottoressa di ricerca in Culture e Letterature Comparate presso l’Università Roma Tre e visiting scholar presso l’Università del Michigan, attualmente insegna Tedesco al Liceo Canova di Treviso.

L’insegnamento delle lingue è stato al centro del suo interesse, in pubblicazioni e nella partecipazione a convegni e seminari dedicati al tema. Più di recente la sua ricerca si è focalizzata sullo studio comparato di culture e letterature della diaspora, quella turca in Germania e quella italiana in America. Ha collaborato con il manifesto, MF-Milano Finanza, Il Sole 24 Ore (dorso Nordest), Corriere del Veneto.

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