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Le Donne dimenticate di Via Catalana

Le Donne dimenticate di Via Catalana

Le donne del gruppo Assiotea che volevano fare la Resistenza. L'eBook di Ugo Sestieri

Venerdi, 13/02/2015 -
Le Donne dimenticate di Via Catalana (eBook di Ugo Sestieri) è un breve e intenso racconto dalla cui lettura rimane tanto: emozioni, suggestioni, informazioni, interrogativi ed anche molte curiosità a cui cercare risposta. La percezione è di trovarsi costantemente al confine tra storia reale ed il messaggio, gli stimoli che l’autore vuole inviare a chi legge, già dallo stesso titolo, dove ogni parola apre un capitolo di riflessioni . I soggetti che si rincorrono nella trama sono più di uno anche se è proprio nel loro intreccio che si ritrova l’interesse di una storia che si fa fatica a definire romanzo, inteso nel senso di invenzione e che si percepisce come estremamente attuale nelle tematiche che rappresenta pur collocandole in un altro tempo della storia. I e protagoniste in primis: le donne del gruppo di Assiotea. Partigiane, a Roma, che vogliono affermare il loro “diritto” ad andare al di là della funzione di semplici staffette e che, giocando sulla loro femminilità, riuscivano a passare spesso impunemente fra le forze d’occupazione e i fascisti. Le donne di Assiotea vogliono essere partigiane armate, in campo a tutto tondo, solo donne, in quella stagione della Resistenza che rappresenta il secondo soggetto o protagonista del romanzo che tra le altre suggestioni cita, narrandoli, i tanti luoghi della città di Roma dove si espresse il coraggio con azioni di lotta dei partigiani. Nei personaggi, sin dal nome di battaglia, che è quello di grandi donne del passato - scienziate, pensatrici - non a caso per lo più dimenticate nella loro grandezza o ai margini della storia, risuona la sfida del gruppo di Assiotea e del desiderio di mettersi in gioco testimone di quella determinazione insita nel nome scelto, appartenente a colei che sfidò il filosofo Platone perché sosteneva che le donne fossero inferiori all’uomo. Un gruppo, Assiotea, le cui componenti ci offrono seppur in tempi rapidi, come peraltro fu quello dei partigiani, una dialettica serrata di emozioni e dei differenti modi di porsi nella vicenda. È Trotula (Giulia) l’ultima arrivata nella casa-nascondiglio, e palcoscenico della storia, di Via Catalana al confine del Ghetto - con tutto il significato che questo comporta- a mettere in moto le dinamiche che vibrano nel gruppo, un microcosmo femminile dove ogni sentimento dovuto alle differenti situazioni sociali e di storie personali è presente, nella ricchezza di personalità femminili che davvero rappresentano un laboratorio di differenti problematiche in cui, quanto mai oggi, le donne si confrontano. Nel prepararsi ad una precisa azione, rappresentata a Roma dalla protezione di una manifestazione degli studenti di un liceo, l’evoluzione e la presa di coscienza delle donne che divengono un gruppo compatto e consapevole. Un gruppo “aiutato” nel suo formarsi dalla presenza e dall’attegiamento di due uomini, due partigiani che assistono e partecipano divisi tra preoccupazione e ammirazione alla crescita della volontà di un'affermazione di Assiotea, ponendosi quasi a lievito inconsapevole della loro crescita. Le due figure maschili della storia sono presumibilmente anche la concretizzazione della voce narrante dell’autore che, in occasione di un incontro, spiega come la sua lunga esperienza di insegnante lo abbia convinto dell’esigenza di far emergere il valore delle donne come una ricchezza di cui non fare a meno. Leggendo si intuisce come a questa storia l’autore debba essere arrivato studiando approfonditamente un’epoca - quella della guerra e della Resistenza - dal punto di vista della condizione femminile e dei cambiamenti avvenuti proprio in conseguenza della guerra che determinò anche la spinta ad un nuovo e obbligato protagonismo femminile. Nelle famiglie, nei paesi, nelle città in molti luoghi di lavoro l’assenza degli uomini costrinse le donne a misurarsi in situazioni inedite come ci racconta il libro di Ugo Sestieri, attraverso, Giulia che è orgogliosa di guidare un tram. All’autore si deve nel finale, che lasciamo ovviamente alle lettrici e ai lettori, l’invito alle donne , per quanto indiretto e concatenato agli avvenimenti, a difendersi dal tornare indietro nella propria crescita. Un rischio sempre attuale, in particolare nei periodi di difficoltà economica e lavorativa del paese.

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