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Ma guarda gli scherzi della parità

Ma guarda gli scherzi della parità

Se Meloni alle prossime elezioni europee in ogni Circoscrizione fa 'la' capolista ma poi, una volta eletta, si dimette al suo posto andranno solo uomini...

Martedi, 20/02/2024 -

Che la parola parità contenga qualche imbroglio lo si è visto parecchie volte. Si comincia subito con la Costituzione: ti hanno dato, prima di tutte le uguaglianze, quella di genere, che allora si chiamava di sesso; poi hanno precisato che, come lavoratrice, avevi “gli stessi diritti” del lavoratore, fatta salva “la tua essenziale funzione familiare”. Poi anche il linguaggio: abbiamo detto - non ancora del tutto ascoltate - che poeta vale per uomini e donne (come tutti i nomi con desinenza in -a) o che avvocatessa è errore di morfologia perché avvocato o ministro “fanno, secondo lingua italiana corretta, avvocata e ministra. Intanto io, che mi definirei 'una politica'” capisco che solo il maschile vale veramente: io sono un equivoco nel discorso comune una politica non sarà mai come un politico.

Tuttavia anche a una femminista anni ’70 (del secolo scorso) era sfuggito un particolare delle nuove norme sull’alternanza uomo/donne nelle schede elettorali. Avevamo a suo tempo criticato ampiamente l’impianto, che obbligava i partiti, facendo alternare il nome di una donna a quello di un uomo nella costruzione delle liste elettorali, i partiti a schiacciare le donne al secondo posto. Infatti il problema (poco risolvibile) è proprio “il/la” capolista. Oggi vediamo con chiarezza l’imbroglio: il timore che “il” capolista si porti via tutti i voti era legittimo. Adesso dobbiamo temere anche “la” capolista. Infatti se Meloni si mette alla testa in tutte le schede - e sappiamo che, una volta eletta, non andrà a Bruxelles - per la legge dell’alternanza cederà il posto al secondo candidato, che sarà sempre un uomo, e confinerà le donne del partito al terzo posto. Idem Schlein.

Che non c’è rimedio lo conferma Ursula von der Leyen. Si ricandida alla Commissione: una donna tenace? Il cambiamento di orizzonte che ha cambiato tute le situazioni impone modifiche: la Germania non sa più qual è la sua identità politica e Ursula - che è stata ministra della difesa, si concentra sui problemi della Difesa. Sa che nè l’Europa e neppure la Nato potrebbero sostenere a lungo una guerra convenzionale; quindi la Commissione sarà ancor più “difensiva”. Dato che ha già varato l’obbligo del 2% del bilancio di tutti i paesi europei, sarà “più a destra”. Come volevasi dimostrare: accettiamo il modello unico senza proporre la nostra cultura e il mondo non cambia strategia..


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