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MARIO DONDERO - La libertà e l'impegno

MARIO DONDERO - La libertà e l'impegno

Mostra e catalogo di Silvana editoriale, entrambi a cura di Raffaella PERNA

Giovedi, 10/08/2023 - * Ho sempre lavorato con umanità...Far questo mestiere, ‘affratella’ con la terra...la fotografia è come una colla per tenere vicine le persone...fotografare la vita è come raccogliere l’oro per strada...". (Mario Dondero)

Queste frasi, tra molte altre (e molto altro) devon esser state alcune delle motivazioni che han spinto Raffaella Perna, docente di Storia dell'arte contemporanea all'Università di Roma La Sapienza, i cui studi si sono concentrati sui legami tra arte e fotografia nel XIX e XX secolo, sui rapporti tra arte e femminismo e più in generale sul contributo delle donne nell'arte, la fotografia e la critica d'arte in Italia e in Nord America, ad occuparsi della curatela della bella mostra (e del relativo ottimo catalogo di Silvana Editoriale, sempre curato da Perna) dedicata al ‘fotoreporter’ italiano, ma di fama nettamente internazionale Mario Dondero, dopo molti anni di oblìo, allestita fino al 6 settembre nell'Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano che la produce assieme alla stessa Silvana Editoriale, oltre al Comune di Milano – Cultura in collaborazione con l’archivio Mario Dondero.

Si tratta di un'ampia retrospettiva del lavoro fotografico di Mario Dondero (Milano, 1928 - Petritoli, 2015) esposta per la prima volta a Milano: a tutti gli effetti, lui si può ben definire il ‘padre del fotogiornalismo italiano’ e tra i protagonisti della fotografia italiana della seconda metà del Novecento e, come detto, ‘fotoreporter’ di spicco nel panorama internazionale.
Cresciuto nella sua Milano, si inserì ben presto nell’àmbito giornalistico, dapprima scritto poi a tutto tondo – le immagini carpirono subito al massimo il suo percorso di vita e professionale.
Collaborò nei primi anni Cinquanta dapprima a "L'Avanti", "l'Unità" e poi "Milano Sera", "Le Ore". Fu legato al cosiddetto gruppo dei ‘Giamaicani’ (i frequentatori del Bar Jamaica a Milano, di cui era presidente: Alfa Castaldi, Camilla Cederna, Luciano Bianciardi, Ugo Mulas – suoi grandi sodali ed amici).

Nel 1955 volle recarsi a Parigi, la Ville Lumière, dove tutti i grandi eventi ed –ismi culturali han avuto la loro consacrazione: come aveva anche fatto quello da lui considerato il ‘suo Maestro’, Robert Capa con la compagna Gerda Taro.
Da Capa (ed altri come Cartier-Bresson) era nata la mitica Magnum Agency, e la fotografia cosiddetta ‘umanista’ sarà per sempre il ‘fil rouge’ che informò il suo magnifico lavoro, per certi versi ripercorrendo letteralmente le orme dell’ebreo ungherese in Spagna e della sua foto – simbolo, The Falling Soldier - Il miliziano colpito a morte.
A Parigi Dondero collaborò con "L'Espresso", "L'Illustrazione Italiana", "Le Monde", "Le Nouvel Observateur", "The Daily Herald". Il suo ‘entourage’ ritrattistico raccoglie nomi come Roland Topor, Claude Mauriac, Daniel Pennac, scrittori ed intellettuali francesi di fama.
Tra le sue foto più celebri, quella del gruppo degli scrittori del Nouveau Roman (l’equivalente della Nouvelle Vague, un po’ la stessa corrente, solo per immagini, cinematografica che allora stava sviluppandosi in tutta Europa), scattata a Parigi nell'ottobre del 1959 davanti alla sede delle Éditions de Minuit (Nathalie Sarraute, Samuel Beckett, Alain Robbe-Grillet, Claude Mauriac, Claude Simon, Jérôme Lindon, Robert Pinget, Claude Ollier).

Negli intenti l’esposizione intende offrire uno sguardo complessivo sull’opera di Dondero, attraverso una selezione di immagini appartenenti a ‘reportages’ e servizi fotografici realizzati lungo l’intero arco della sua lunga carriera, dagli anni Cinquanta agli anni Dieci del XXI secolo. Insieme a molte tra le fotografie più iconiche, esposti diversi scatti inediti, forniti dall’archivio dell’Autore, tra cui alcuni ritratti di Pier Paolo Pasolini e Laura Betti.
Nel complesso il percorso segue un duplice criterio espositivo, cronologico e tematico insieme e, nello specifico, è concepito come una narrazione che si snoda lungo altrettante tappe, ciascuna pensata come una piccola mostra a se stante.

Il percorso espositivo

La sala 1, oltre al testo di introduzione alla mostra, accoglie un nucleo di fotografie di taglio sociale realizzate nella penisola iberica, a partire dalla metà degli anni Cinquanta, sino alla fotografia, scattata a Malaga nel 2001, con il ritratto tenuto nel palmo di una mano di un giovane combattente repubblicano, scomparso in una fossa di Francisco Franco.

Nella sala 2 viene presentata una selezione di 15 fotografie realizzate in Italia, che ritraggono la migrazione interna al Paese, il processo di alfabetizzazione, il lavoro rurale, le manifestazioni politiche e sindacali, l’attività dei pescatori a Chioggia nel 1980.

La sala 3 ospita un ‘corpus’ di immagini realizzate nel 1968 in Irlanda, dove Dondero documenta diversi aspetti della realtà sociale del Paese, tra cui l’attività della leader cattolica irlandese Bernadette Devlin, durante la sua campagna a sostegno dei diritti degli studenti della Queen’s University.

Le sale 4 e 5 accolgono un ‘focus’ dedicato ad importanti personaggi del mondo dello spettacolo, in Italia e all’estero, con ritratti di Pier Paolo Pasolini ripreso sul set del film “Comizi d’amore”, Laura Betti, Carla Fracci, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Vinicio Capossela, Vittorio Gassman, Eugène Ionesco, Serge Gainsbourg, Jean Seberg.

A seguire, la sala 6 ospita i ritratti di alcuni tra i maggiori scrittori e letterati del XX secolo: dallo scrittore americano di origine armena William Saroyan, ripreso alla macchina da scrivere nel 1959, a Günter Grass ritratto a Milano nel 1962, al poeta sperimentale fondatore della corrente dei Novissimi, Edoardo Sanguineti, a Dacia Maraini e Pier Paolo Pasolini ritratto insieme alla madre Susanna Colussi nella loro abitazione all’Eur, sino alla celebre fotografia di gruppo del Nouveau Roman.

La sala 7 presenta invece i ritratti di alcuni tra i più significativi pittori, scultori, fotografi, critici d’arte, direttori di museo fotografati da Dondero, tra cui, Francis Bacon, Alexander Calder, Barbara Hepworth, Alberto Giacometti, Palma Bucarelli, Alberto Burri, Fabio Mauri, Elisabetta Catalano, Sergio Lombardo, Mimmo Rotella, Pierre Restany, Fausto Melotti.

La sala 8 raccoglie un nucleo significativo di fotografie scattate in Francia, che documentano la realtà sociale e politica del Paese: i congressi del partito gollista a fine anni Cinquanta, le manifestazioni in favore di Mitterrand dopo l’attentato subito ad opera dell’OAS nel 1959, gli eventi del ’68, la borsa di Parigi, il viaggio di Deng Xiaoping in Francia nel 1975, le recenti manifestazioni in difesa dei diritti sociali avvenute a Parigi nel 2011.

La sala 9 si concentra sui ‘reportages’ scattati in Africa, dove il fotografo torna a più riprese lungo l’arco della sua carriera: in Algeria, durante il conflitto con il Marocco, in Nigeria, in Costa d’Avorio, in Senegal.

La sala 10 raccoglie le fotografie scattate in varie parti del mondo a partire dal 1978: in Brasile dove riprende la vita dei bambini di strada, a Berlino nel 1989 nei giorni che precedono la caduta del muro, a Cuba in pieno ‘período especial’, in Russia e a Kabul, nelle carceri e negli ospedali dove operano i medici di Emergency.

* https://www.youtube.com/watch?v=3jezIjrjSbE
Premio Pieve, 2010 Guido Barbieri intervista Mario Dondero, Premio "Città del diario" 2010.

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