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MARISA RODANO: TANTI RICORDI, DENSI DI AFFETTO E RISPETTO

MARISA RODANO: TANTI RICORDI, DENSI DI AFFETTO E RISPETTO

A Roma il 24 gennaio un evento di NOIDONNE e Noi Rete Donne ha reso omaggio ad una autorevole figura femminile, simbolo della politica come missione ed emblematica protagonista della Repubblica e della nostra democrazia

Sabato, 27/01/2024 -

Letture e immagini si sono intrecciate con sincere e affettuose testimonianze in un pomeriggio dedicato al ricordo di Marisa Cinciari Rodano, scomparsa ultracentenaria lo scorso 2 dicembre. L’incontro si è tenuto a Roma il 24 gennaio nello Spazio Europa, presso la sede del Parlamento Europeo, ed è stato organizzato da NOIDONNE, storico periodico delle donne che la vide collaborare alle prime edizioni nel 1944, e da Noi Rete Donne, network nazionale di cui è stata cofondatrice 15 anni fa insieme a Daniela Carlà impegnandosi sui temi della Democrazia Paritaria.       

L’iniziativa voleva essere - e così è stato - un omaggio e un ringraziamento per un lungo, costante e rigoroso impegno politico a favore delle donne e dei diritti umani e civili; uno spirito condiviso da una grande sala gremita di donne appartenenti a differenti tradizioni politiche e di varie generazioni, molte delle quali nei decenni hanno avuto modo di esserle accanto in tante iniziative e battaglie politiche di livello locale, nazionale e internazionale.

Prima donna vicepresidente della Camera dei Deputati (1963/68), Marisa Rodano, giovanissima, è stata eletta nel Consiglio comunale di Roma e poi Consigliera provinciale, quindi Deputata, Senatrice ed infine Europarlamentare. La militanza politica è stata il filo conduttore di tutta la sua lunga esistenza, ricca anche negli affetti familiari. Un cammino importante fin dalle prime scelte, compiute da una ragazza nata nel 1921 (lo stesso anno e giorno della fondazione del Partito Comunista Italiano: il 21 gennaio) che ha lottato per conquistare la sua libertà e la democrazia per il suo paese. 

“Marisa faceva scelte precise e forti, in questo senso è stata una partigiana per tutta la sua lunga vita. Siamo state delle privilegiate ad aver potuto condividere tanto tempo insieme a lei”. Così Daniela Carlà ha efficacemente restituito l’essenza di una donna con la quale ha molto lavorato sul versante delle politiche delle donne e per la parità di genere, sottolineando l’importanza di aver contribuito a farne conoscere la storia, il pensiero e, soprattutto, l’azione “perché Marisa non ha mai fatto testimonianza ma ha sempre fatto azione”.  

Un filo rosso ha attraversato tutte le testimonianze: l’apprezzamento per il suo essere sobria e asciutta nelle espressioni, essenziale e pragmatica nell’arrivare al punto delle varie questioni che si affrontavano.

Ammirazione è stata espressa per la sua lezione circa “l’importanza di lavorare per tutte le donne e per tutte le generazioni” (Agnese Canevari) e per un’autenticità che esprimeva nella “capacità di ascolto e anche di dirti quello che pensava in modo diretto” (Graziella Rivitti) pur mantenendo una sincera umiltà nel ripetere che “nella vita non aveva fatto nulla di particolare” (Sabrina Cicin).

Particolarmente significative le riflessioni di due giovani, che hanno sottolineato quanto per lei fosse importante “lo scambio tra generazioni” (Matteo Marcaccio, recentemente laureatosi con una tesi su Marisa Rodano) e la conoscenza “del suo impegno che ci permette, oggi, di avere i diritti e le libertà di cui godiamo” (Marina Rallo).

Attingendo ad una lunga e affettuosa frequentazione, Paola Ortensi ha tratteggiato molteplici aspetti di Marisa Rodano, conosciuta negli anni Sessanta. “Nel Pci era una vera autorità: sempre presente, sempre capace di rispondere; era un vero punto di riferimento. La sua autorevolezza derivava anche da una competenza che ho potuto verificare, anni dopo, anche sui temi dell’agricoltura. La sua forza è stata quella di aver saputo declinare le sue competenze nel tempo e negli argomenti, perché ha sempre lavorato per quello che era necessario e non per se stessa”.
Dalla sua prospettiva di storica, Fiorenza Taricone ha ricordato quanto Marisa disapprovasse “l’attuale lessico della politica nell’espressione, per esempio, scendere in politica. Lei diceva di essere salita in una politica che ti chiamava e che al suo tempo più che una scelta era sentita come un dovere”.

Non poche le ex parlamentari, eredi di questa tradizione politica e culturale, presenti all’incontro, tra le quali: Monica Cirinnà, Sesa Amici, Teresa Bellanova e Anna Finocchiaro, la quale ha voluto ricordare l’impegno di Marisa nel “cercare di sconfiggere lo stereotipo che durante la Resistenza voleva chiudere le donne nel ruolo ‘subalterno’ di staffette e, attraverso NOIDONNE, mostrare il loro impegno autentico sia nella Lotta di Liberazione sia, successivamente, nella società italiana”.

Di un’altra generazione, ma nella stessa scia, la senatrice Cecilia D’Elia ha richiamato la necessità di “valorizzare la figura politica di Marisa Rodano e con lei la generazione che ha fatto la democrazia”, ma anche riflettendo su alcuni aspetti da approfondire quale, ad esempio, “il suo ruolo sul concetto di femminismo in Italia - come osservato da Marcella Corsi - perché lei, senza bisogno di teorizzazioni, il femminismo lo ha praticato nella sua vita politica e privata”.

“Raccontare Marisa nella politica richiede di parlare dell’Udi” ha giustamente osservato Rosanna Marcodoppido, ricordando che lei “per prima ha parlato di società maschile sottolineando che bisognava andare oltre la chiave di lettura del marxismo e della lotta di classe”.

La figlia, Giulia Rodano, ha voluto condividere toccanti ricordi e importanti riflessioni. “Mi sono resa conto in questi giorni di quanto abbia lasciato un segno di buona politica. Lei era una donna sobria, era il contrario della demagogia e del leaderismo attuale. Ha rotto soffitti di cristallo, a partire da quello della sua famiglia di origine, senza mai sottolinearlo. Sì, mia madre non si è mai seduta, non si è mai accontentata ed è sempre stata modernissima: ha lottato per l’autonomia delle donne e ha capito che le oppressioni si intrecciano. È quello che oggi le giovani chiamano intersezionalità. È stata donna delle istituzioni, del partito e del movimento delle donne, si è costruita nella doppia militanza. Era anche una donna di pensiero, si preparava e studiava ed era sempre dentro un orizzonte di pensiero teorico che nutriva con lo studio. Quel suo dire ma in fondo non è che ho fatto tanto non era un vezzo, era un suo modo di essere, Un modo di essere di quella generazione”. 

Il pomeriggio, aperto con il cortometraggio “Marisa Rodano, una donna della Repubblica” - che racconta gli anni della giovinezza, le prime scelte politiche e la clandestinità fino alla Liberazione di Roma nel giugno 1944 - si è concluso con uno slide show realizzato da Gianluca Barra con immagini degli anni più recenti montate sul vocale di Marisa tratto da interviste raccolte da Tiziana Bartolini, autrice e regista del cortometraggio, girato nel 2021, quando la protagonista aveva appena compiuto 100 anni.

“Abbiamo voluto realizzare un’edizione speciale di NOIDONNE in cui sono raccolti numerosi ricordi di Marisa anche per distribuirla in questo incontro - ha spiegato la presidente Costanza Fanelli - che coincide con l’80mo anniversario del nostro giornale: 1944-2024”.

Più che una concomitanza, sembra quasi un simbolico passaggio di consegne, un punto di svolta per la storia di un giornale che Marisa, insieme ad altre donne, ha voluto avviare e che noi vogliamo continuare stando nel flusso dei tempi e non rincorrendoli. Seguendo l’esempio che Marisa ci ha consegnato.


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