Michelangelo ANTONIONI, un ricordo a 10 anni dalla scomparsa di Maria Cristina NASCOSI SANDRI

Giovedi, 28/09/2017 - Fu davvero una grande emozione, il 18 ottobre di circa 13 anni fa, rivedere a Ferrara Michelangelo Antonioni, quando in una vecchia sala cinematografica della città di Ferrara, partecipò, accompagnato dalla moglie, Enrica Fico, alla presentazione del suo ultimo piccolo grande capolavoro. Si trattava del cortometraggio dal titolo 'Lo sguardo di Michelangelo", curato dall'Istituto Luce, Lotto e Lottomatica e rientrante nel progetto Italia di Telecom.

Un'ovazione accolse il finale della breve ma intensa pellicola.

L'incontro autentico di due grandi artisti, vicini per la grande passione per il proprio lavoro, lontani per il divario di secoli che li separava.

Ma Michelangelo Antonioni, indagando con la sua arma migliore - lo sguardo (cinematografico) di lui, grande Maestro - si misurò, alla pari, con lo sguardo che Michelangelo Buonarroti, parecchi secoli prima, aveva impresso nel marmo del suo Mosè.

E' qualcosa che va oltre, che diviene materia incantata, quando la mano del regista - immortalata sulla celluloide - percorre il marmo, quasi a congiungersi idealmente, come nell'affresco della Creazione della Cappella Sistina, con una Divinità Artistica, fuori dal tempo, in una dimensione ultra-umana, sovrumana, si sarebbe tentati di dire.

Un significativo quanto pregnante silenzio accompagna - quasi religioso ieratico 'commento musicale" - l'opera fin verso la fine quando, impercettibilmente, il coro celestiale del Magnificat entra, si inserisce e succede, in magica teoria a glossare, drammaturgicamente la liturgia di un rito che si consuma con l'uscita di Michelangelo (Antonioni) dalla scena del tempio di Michelangelo (Buonarroti).