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Neo Sommo Bene? Google!

Neo Sommo Bene? Google!

Nessuno come Paolo Carlucci sa descrivere la realtà d’oggi e penetrare nell’attualità dei mass-media. Google, I-pod, chat, Mp3, App., E-book, ecc. sono termini che non hanno misteri per lui, completamente calato nel presente, universo forsennato e v

Sabato, 06/01/2024 - Neo Sommo Bene? Google!

Nessuno come Paolo Carlucci sa descrivere la realtà d’oggi e penetrare nell’attualità dei mass-media. Google, I-pod, chat, Mp3, App., E-book, ecc. sono termini che non hanno misteri per lui, completamente calato nel presente, universo forsennato e veloce (Paolo Carlucci, Google God, Ensemble, 2022). Che Google oramai sia divenuto una divinità è chiaro, ma la bravura del poeta consiste nel trasformare tutto questo magma incandescente in una visione di sogni e di immagini poetiche.
Paolo è bravissimo nel saper rievocare, lasciandosene affascinare, antichi miti o epoche storiche, sensibilmente capace di farle rivivere. Ma, nello stesso tempo, è abile nel conciliare antico e moderno e, mentre parla, getta un occhio alla modernità ed è così che:

Il canto pop di una donna stasera
Veste di rabbia le colonne doriche (…) (Mantra di Paestum, p. 11).

Mentre visita Paestum, ecco che le voci, i rumori, i suoni (sbuffa musica la radio accesa) del mondo circostante si mescolano alla classicità del luogo, tutto quasi al ritmo di un raggae sfrenato:

“Radio-Eboli news” Poseidon no-stop…
E noi andiamo verso i templi di Pesto. (Mantra di Paestum, p. 11).

Il punto è che, pur continuamente sollecitato dai ricordi classici, dai miti, in questa realtà pop Paolo Carlucci non si sente a disagio! Se l’alunnità è connessa o gli internauti sono on line, anche Paolo lo è (per esempio, Il tele-Cantico del gallo silvestre): nel bel mezzo di pensieri a tratti, assembramento d’ombre, dialoghi disperati, idee confuse, il poeta non perde mai sé stesso e trova la dimensione dell’ironia che forse lo aiuta a salvarsi! Bellissimo il quadretto delle sirene con l’Mp3 o delle nuove etrusche:

Prof presente, io resto in servizio,
presso la sede di appartenenza
disinfetto la ruggine del sapere;
nell’aula che non risponde
racconto fatti e misteri d’Egitto
alle mie mummie, risvegliate
da un click intermittente di modernità (Un click intermittente di modernità, p. 21)

Ci sono poi piccole oasi di pace, nel vagabondare del viaggio (Paestum, San Martino, Formia, la Riviera di Ulisse, Capo Colonna, ecc.), dove Paolo ritrova sé stesso: le parole mito e storia (la storia m’è filo) sono le più presenti nella silloge, Paolo ne ha bisogno, ne cerca ovunque le tracce durante il suo andare:

Così mi rinasce forte la sete, la forma
ondosa del viaggio eterno nel tempo,
sine nomine. E navigo io, poeta di pietre
e cielo, in questo labirinto o mare antico
di una putrida, specchiante meraviglia… (Labirinto di pietre e mare antico, p. 19).

Il cuore di Paolo scintilla di gioia, di nuovo in viaggio dove partenza è l’arrivo.
È affascinante e onirico il capitolo dedicato al telelavoro dove Paolo riesce, pur nella crude descrizione della tecnologia più avanzata, a salvare scampoli di umanità: così, …Tele Lavoro, / catena digitale di nuvole e mail / ecologicamente cestinate o archiviate / memorie di creazioni d’antimateria, oppure: L’artigiano di crete intelligenti… infine E nell’hard disk dato remoto, / incancellabile il paleo-lavoro, / pensare la ricchezza della libertà. (p. 29). Il poeta trasforma la materia del reale fino a dire che il lavoro è poesia! Ed è realmente poesia: l’immaginazione e la creatività (creativo di App) forgiano la materia inerte in sogno, in immagini colorate (icone a colori). E la casa diventa una fabbrica alterata...e il padrone universale è il signor Google God…
Su tutta la silloge aleggia un certo rimpianto dei bei tempi che furono: che ne è del Natale? Adesso anche il Natale / è sparito tra i colori / più accesi: rosso, arancione / e giallo. Il Verde alla fine / del tunnel, ventaglio di salvezza… (Natale in WhatsApp, p. 43) e della poesia, per esempio, la ginestra: E la ginestra / social di poesia, diventa / virale icona di vita (Eco-uomo, dov’eri? p. 55) e infine della poesia X agosto di Pascoli?: Fluorescente un mistero / Lassù, stelle cadenti: Smart X agosto ancora… (Eco-uomo, dov’eri? p. 55). Ma sempre col sorriso sulle labbra, con ironia, senza invettiva alcuna. E l’uomo? C’è un uomo nuovo? Noi, verso il Google man? Fu del tecno-uomo l’arte / di ieri. Creativa, la mano. / Oggi l’abisso del nuovo /spettacolare: l’infinito / account per solitudini / depresse, accese di vetro… (Nella scuola delle password, p. 61). Amara conclusione: … il digitale ormai è pelle / di un futuro già in noi presente / che ci assedia (Riaprono oggi le scuole! p. 63). La realtà è dura per chi come Paolo, e come chi scrive che usava il pennino con l’inchiostro alla scuola elementare e come tanti altri, deve adattarsi a questa realtà che cambia così in fretta. Ben distanziati ma dov’è il soffio d’umanità? Tracce di ieri…
Dal tritatutto del Poeta e della sua allucinante rielaborazione della realtà ogni cosa è risucchiata: l’odierno inferno è senz’altro ancora quello di Dante, dove plana oggi la webcam…Scherza, scherza sempre Paolo ma sappiamo che un velo di amarezza copre queste sue rievocazioni…Farinata è assente e Ugolino / rode a distanza di Ranieri il cranio…(Web cam sull’Inferno, oggi, p. 82).
L’intreccio tra digitale e mai sopiti palpiti letterari è continuo: Greto di sole il Tempo ecco in fiume / tornarmi eco d’occasione di Montale, / l’invenzione d’un altro osso mentale! (800…Numero Verde Disperazione, p. 75) o ancora: Oggi arcobaleno di prati fioriti in piattaforma: / respira a fatica un assiuolo neopascoliano (Nell’Apocalissi in chat, p. 76) fino ad arrivare a Web cam sull’Inferno, oggi, une delle più belle liriche della raccolta (A Dante nella chat dolente / nel settecentesimo / anniversario / della morte), nel tentativo visionario e ossessivo, di aggrapparsi al passato che non può e non vuole morire. La realtà? Mondo in affanno, solitudine, Apocalissi in chat, il virus fa teatro...Tra Passione e Speranza.
Sublime è la lirica dedicata ad Amleto, Amleto col covid (p. 89): come Amleto, Paolo, uomo col covid, dubbioso e sgomento, si chiede se è l’atleta tra i virus…

Dimmi come sei:
Negativo e libero
o positivo in gabbia?

Dilemma molecolare
Amleto col Covid!
Fu Ofelia o Polonio,
ad infettarmi? Essere
positivo o non essere
negativo?...Questo il problema.

Il poeta è più di tutto ossessionato dalla situazione della scuola, tema che lo tocca da vicino essendo insegnante di materie classiche in un liceo romano. Qui l’amarezza si fa più profonda, le domande incalzano e l’osservazione della realtà più spietata nella consapevolezza che la Storia sfugge tra le mani.
Solo davanti alla tastiera? Assolutamente no: il mondo del poeta è ricco di richiami storici, letterari, di libri letti nel corso di una vita intera. Paolo non parla al muro quando non è connesso con i suoi alunni, anzi il muro dialoga, risuona, le care stanze sono regno di storie e versi.
Così Carlucci, ora Amleto, ora Virgilio, ora Scriba naviga il mare tecnologico odierno, caotico, illusorio, sempre tenendo la barra del comando ben dritta, non perdendo mai il contatto con le proprie radici, non perdendo mai di vista i suoi miti giovanili e senza smettere mai di sperare, di sognare e di cercare l’infinito.

Fausta Genziana Le Piane

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