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Oscar 2022: vittorie al femminile, ricordando il dramma ucraino

Oscar 2022: vittorie al femminile, ricordando il dramma ucraino

Jane Campion miglior regista: per il secondo anno consecutivo l’Oscar alla regia va a una donna. Nessun premio al film di Sorrentino. Jessica Chastain miglior attrice

Mercoledi, 30/03/2022 - La notte degli Oscar riserva sempre qualche sorpresa, più o meno bella, ma a volte le previsioni ci azzeccano e, nel bene o nel male, i pronostici sulle vincitrici e sui vincitori dell’ambita statuetta risultano in linea con le previsioni. Così è andata in parte anche l’ultima notte degli Oscar, al Dolby Theatre di Los Angeles, che ha offerto imprevisti e confermato aspettative.

Molto importante l’assegnazione della statuetta alla miglior regia, per il secondo anno consecutivo, ad una regista donna, l’australiana Jane Campion, per il film “The power of the dog” (noidonne.org), la storia di due fratelli ambientata nei primi del Novecento in un ranch del Montana, opera già premiata al Festival di Venezia, ai Golden Globes, ai BAFTA, ed in molti altri Festival. La Campion è ora una delle tre registe che, nella storia dell’Academy Awards, hanno vinto un Oscar per la miglior regia di un film, insieme a Chloe Zhao per “Nomadland” nel 2021 e Kathryn Bigelow per “The Hurt Locker” nel 2009.

La Campion, sul palco, ha ringraziato Thomas Savage, l’autore del romanzo del 1967 da cui è tratto il suo film e, successivamente, ha usato parole di grande benevolenza e generosità verso gli altri candidati, parlando poi del suo lavoro di regista.

“Volevo inviare ai miei colleghi candidati – ha affermato Jane Campion – tutto il mio amore, perché sono tutti straordinariamente talentuosi, e il premio avrebbe potuto essere di chiunque di loro. Adoro dirigere perché è un tuffo profondo nella storia, ma il compito di creare un mondo può essere travolgente. In ‘The Power of the Dog’, ho lavorato con attori che oggi sono spinta a chiamare i miei amici. Hanno affrontato la sfida della storia con la profondità dei loro doni”.‎

‎L’Oscar per il miglior film è andato a “Coda-I segni del cuore” di Sian Heder, uno struggente remake del film francese “La famiglia Bélier”, dove la diciassettenne Ruby, unica persona udente di una famiglia di sordomuti, vorrebbe seguire il suo amore per il canto ma sente al tempo stesso la responsabilità di prendersi cura dei suoi cari.

Pur non accontentando le aspettative di tutti, l’Oscar a “Coda” ha chiaramente un significato di valorizzare il messaggio di inclusione del film, che rappresenta anche un precedente, come primo film di un importante servizio di streaming a vincere un Oscar per il miglior film, elemento che evidenzia i cambiamenti generati anche a Hollywood ed accelerati dalla pandemia, nel modo in cui i film vengono realizzati e distribuiti. Il film ha convertito tutte e tre le sue nomination in vittorie, ottenendo un premio anche per il miglior attore non protagonista a Troy Kotsur e l’Oscar per la migliore sceneggiatura adattata per lo stesso regista, Sian Heder.

Anche la cerimonia degli Academy Awards ha deciso di prendere posizione, in maniera non troppo plateale, sulla questione politica relativa al dramma della guerra in Ucraina. Numerosi candidati si sono presentati al Dolby Theatre di Los Angeles con spille e accessori con i colori della bandiera dell'Ucraina. Dopo l’intervento sul palco di Mila Kunis, l’attrice ucraina che aveva il compito di presentare una delle canzoni candidate agli Oscar, sugli schermi dell'Academy Awards sono apparsi dei cartelli in cui era scritto: "Vorremmo chiedere un minuto di silenzio per mostrare il nostro supporto al popolo ucraino che al momento sta affrontando invasione, conflitto e pregiudizi all'interno dei loro confini. Sebbene il cinema sia un'importante via per dimostrare la nostra umanità in tempo di guerra, la realtà è che milioni di famiglie in Ucraina hanno bisogno di cibo, medicine, acqua potabile e servizi di emergenza. Le risorse sono scarse e noi, collettivamente come una comunità globale - possiamo fare di più. Vi chiediamo di supportare l'Ucraina in ogni modo possibile."

Il premio per la miglior attrice protagonista è andato, meritatissimo, a Jessica Chastain per il ruolo della tele-predicatrice realmente vissuta Tammy Faye Bakker nel film “The Eyes of Tammy Faye”, una donna che, al di là di limiti e critiche, è stata un’antesignana della difesa dei gay e dei malati di AIDS in un momento in cui molti membri della comunità evangelica non condividevano le sue idee.

‎“Il suicidio è una delle principali cause di morte negli Stati Uniti - ha detto la Chastain mentre accettava il premio - Ha toccato molte famiglie, fra cui la mia. E soprattutto i membri della comunità LGBTQ che spesso si sentono fuori posto con i loro coetanei. Siamo di fronte a una legislazione discriminatoria e bigotta che sta travolgendo il nostro paese con l’unico obiettivo di dividerci ulteriormente. Ci sono violenza e crimini d’odio che si perpetuano su civili innocenti in tutto il mondo. E in momenti come questo, penso a Tammy e sono ispirata da lei”.‎

Nessun riconoscimento è stato attribuito all’Italia, a questo giro di Oscar, presente alla corsa dei premi con il film “É stata la mano di Dio”, di Paolo Sorrentino.

Tutti i vincitori degli Oscar 2022

Miglior film: CODA – I segni del cuore di Sian Heder.
Migliore regia: Jane Campion (Il potere del cane)
Miglior sceneggiatura originale: Kenneth Branagh (Belfast)
Miglior sceneggiatura non originale: Sian Heder (I segni del cuore – CODA)
Miglior film internazionale: Drive My Car (Giap)pone – Ryusuke Hamaguchi)
Miglior attore non protagonista: Troy Kotsur (I segni del cuore – CODA)
Miglior film d’animazione: Encanto di Jared Bush, Charise Castro Smith, Byron Howard.
Migliore attrice protagonista: Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye)
Miglior attore protagonista: Will Smith (Una famiglia vincente – King Richard)
Migliore canzone: No time to die – Billie Eilish e Finneas O’Connell (No time to die)
Miglior documentario: Summer of Soul
Migliori costumi: Jenny Beavan (Crudelia)
Migliori effetti speciali: Paul Lambert, Tristen Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer – Dune (Dune: Part One)
Miglior fotografia: Greig Fraser – Dune (Dune: Part One)
Miglior attrice non protagonista: Ariana DeBose (West Side Story)
Miglior trucco: Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh – Gli occhi di Tammy Faye (The Eyes of Tammy Faye)
Miglior sonoro: Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill, Ron Bartlett – Dune (Dune: Part One)
Miglior scenografia: Patrice Vermette – Dune (Dune: Part One)
Miglior montaggio: Joe Walker – Dune (Dune: Part One)
Miglior colonna sonora: Hans Zimmer – Dune (Dune: Part One)
Miglior cortometraggio: The Long Goodbye, regia di Aneil Karia e Riz Ahmed
Miglior corto documentario: The Queen of Basketball, regia di Ben Proudfoot
Miglior corto d’animazione: The Windshield Wiper, regia di Alberto Mielgo e Leo Sanchez.

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