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Pathos e logos nella Poesia di Fausta Genziana Le Piane

Pathos e logos nella Poesia di Fausta Genziana Le Piane

iIn questa nuova silloge Ostaggio della vallata, titolo preso da una delle poesie del testo, Fausta Genziana Le Piane ci offre il sequel di una lirica tramata di pensiero filosofico e letterario, di forte sensibilità umana.

Mercoledi, 03/12/2014 - Fausta Genziana Le Piane- Ostaggio della vallata- Edizioni Tracce



Pathos e logos nella poesia di Fausta Genziana Le Piane



In questa nuova silloge Ostaggio della vallata, titolo preso da una delle poesie del testo, Fausta Genziana Le Piane ci offre il sequel di una lirica tramata di pensiero filosofico e letterario, di forte sensibilità umana e di introspezione psicologica. La poesia recita: Prima ostaggio della vallata /il vento si libera /poi, /e, /trasportando con sé /frantumi di sere d’estate, /accarezza il verde seno / delle colline. Avanza infine verso una notte d’amore. I versi hanno un rutilante incalzare d’immagini, dove il fenomeno atmosferico diventa suggestivo teso a rendere incorporeo il dato visivo fino a tradurlo in una musicalità squisita. Il verso finale è una vertigine di sensazioni degno del Cantico dei cantici. Nel percorrere l’iter poetico della raccolta balza in primo piano una rete assai densa di temi, di figure e contenuti che conducono in quell’intimo fondale in cui l’io elabora immagini ed esterna il suo mondo. La poesia diventa sorgente purissima da cui attingere: Aggiungi parole /sole /al pozzo della poesia, /graffia /sillabe /lettere /acqua /al secchio /che vecchio non è /che sale / scende / pende / e poi riprende /spennella versi /su fogli sparsi / e scrive la vita. (Il pozzo). Il linguaggio di timbro alto declina verso una scelta lessicale trisillaba e bisillaba che da una forte impronta di preziosa forza espressiva al componimento.

La sintesi lirica caratterizza molte poesie quasi epigrafie, guizzi improvvisi della mente, in cui si insinua una inquieta riflessione sulle anomalie dello spirito e della quotidiana realtà e la parola si fa testimonianza acuta e malinconica: Senza più incanti / senza più ombre / La vita in pieno giorno. (Nudità). In un’altra poesia emerge il profondo senso di solitudine che nel silenzio, amo il silenzio,io scrive, diventa percezione della sofferenza di un io che si ribella: In questo silenzio /la mia solitudine /è uno sparo nella mente.(Stanza vuota). Tema che viene ripreso con disegno morbido di tono nella lirica “Solitudine”. Solitudine / incatenata alle scarpe/ ogni battito del giorno/ scivoli la sera /in morbide pantofole /e ti addormenti /sotto il letto. La poetessa con originalità segue un livello di scelta lessicale in stretta liaison con il flusso naturale del suo stato d’animo e ne consegue una profondità vertiginosa di pensiero, maturo e forte. Poesia, la Sua, che offre una continua ripresa d’immagini che trova una armoniosa mescolanza di antico e moderno, da qui il mito presente in alcune liriche: Pan s’addormenta /con i piedi incrociati / sulla buccia d’un pomodoro /appena annaffiato; Ermes /messaggero di notturni /sguardi luminosi; Artemide...libera /per foreste e rovi. In questo rifarsi alla classicità la poetessa ritrova una consapevole energia lirica che demitizza l’aurea mitica di questi personaggi e li umanizza come esseri che vivono nel reale. Mito è pure riandare al tempo dell’infanzia e della giovinezza come tempo felice. Una annotazione poetica di questa plaquette merita la lirica Il Girasole: Scuro in volto /la chioma sciupata dal sole /ma è il tuo destino/ guarda in basso / il girasole. Avvilito / che la sua stagione sia passata /è attratto dalla terra /nel suo ultimo girare. /Né gli fa compagnia la brigata /in esercito serrato /senza più parole /né fulgore. Sebbene il girasole sia stato celebrato nella musica, nella letteratura ( Montale), nella pittura ( Gustav Klimt) nondimeno la liricità del testo suscita con il suo simbolismo il senso del fluire eracliteo, cioè di un “panta rei”, che attraversa la storia dell’uomo e delle cose.

Fausta Genziana Le Piane come fa l’artista incide la materia pietra su pietra e compone un canto pimpleo dove sentimento e pensiero illuminano il mondo interiore e squadernano un universo di contenuti. La ricerca lirica è alimentata da uno spirito sensibile amante del bello e da una mente feconda disposta ad analizzare la realtà sotto ogni aspetto. Ne consegue che la poesia diventa l’habitat dove può esprimere il suo io: La mia Poesia /mi piace /portarla /con me /ovunque. Nascosta. /Partecipo alle cose / in modo diverso. Versi che rivelano in modo mirabile l’essenza e la purezza del suo poetare.



Francesco Dell’Apa

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