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Percorso nascita e sprechi inaccettabili

Percorso nascita e sprechi inaccettabili

Salute Bene Comune - "Utilizzare le risorse con sprechi è colpa grave... Nel campo della salute gli sprechi si mangiano almeno il 30% delle risorse e senza la valutazione della qualità, unica modalità per controllarli, si favorisce la corruzione che s

Michele Grandolfo Sabato, 27/12/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2015

 Quale è il corrispettivo delle tasse? Non vi è dubbio che sia la qualità dei servizi, senza differenze per condizione sociale, come detta la nostra Costituzione. La semplice disponibilità degli stessi servizi è solo una condizione necessaria ma non sufficiente. Ogni operatore deve sentirsi eticamente obbligato a contribuire per la sua parte a tutelare, promuovere e proteggere il bene comune, facendosi anche parte dirigente senza assumere le colpe di altri come alibi per non fare al meglio tutto quello che comunque può fare nelle condizioni date.



A maggior ragione e con maggiore responsabilità chi ha compiti di dirigenza tecnica e amministrativa deve rispondere su tutti i piani della qualità dei servizi, qualità che deve essere apprezzabile con opportuni indicatori di processo, di risultato e di esito. È compito delle Camere elettive stabilire gli obiettivi di benessere da raggiungere, per i quali è necessario investire le risorse pubbliche provenienti dalla tassazione ed è evidente che chi ha compiti di governo politico, amministrativo e tecnico deve adottare strategie operative che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi di benessere e ne risponde.



Utilizzare le risorse con sprechi è colpa grave quando ci sono conoscenze consolidate per evitarli, non valutare costantemente la qualità nella pratica, ma limitarsi a contare quante attività sono state svolte senza preoccuparsi dell’appropriatezza in termini di efficacia e di utilità è colpa grave. Una attività notoriamente inefficace non è solo spreco ma anche danno; così come è spreco e danno se una attività conosciuta efficace e raccomandata in alcune circostanze è rivolta a chi non ne ha bisogno, in tal caso si può stare certi che al troppo corrisponde sempre l’esclusione di alcune persone (sistematicamente quelle più povere, piove sempre sul bagnato!) per le quali invece ci sarebbe una reale utilità, con il paradosso di fare troppo e non fare abbastanza. Nel campo della salute gli sprechi si mangiano almeno il 30% delle risorse e senza la valutazione della qualità, unica modalità per controllarli, si favorisce la corruzione che si mangia un altro 5%.



Il percorso nascita, prevalentemente espressione di fisiologia, è pervaso da sprechi per interventi inutili, inefficaci e inappropriati e, sempre, dannosi. Cosa aspettano i professionisti, i dirigenti tecnici e amministrativi e chi governa a perseguire con determinazione la qualità invece di inventarsi sempre nuove architetture istituzionali, seguendo le mode spesso esterofile? Che intervenga la magistratura? Che si venga assediati dalle comunità finalmente consapevoli e culturalmente attrezzate a valutare la qualità dei servizi avendo acquisito competenze nella valutazione degli indicatori della qualità? È concepibile, tanto per fare un esempio clamoroso, che solo poco meno del 5% dei centri nascita possa essere classificato per le buone pratiche “ospedale amico del bambino”? e come dovremo classificare il restante 95%?

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