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Pillon: dal medioevo io venni a castigar le streghe!

Pillon: dal medioevo io venni a castigar le streghe!

Pillon si è prodotto in un ddl in materia di separazione e divorzio che ha scatenato l’ira funesta delle femministe, delle semi-femministe parzialmente scremate, delle donne generiche e perfino di alcuni uomini probi.

Sabato, 10/11/2018 - Pillon: dal medioevo io venni a castigar le streghe!
Raffaella Mauceri

Per la doppia serie “Morte alle streghe!” e “Bentornato medioevo”, torna all’attacco il senatore-cacciatore Simone Pillon, e questa volta non soltanto contro le donne ma anche contro i bambini per i quali ha escogitato un sistema atto a garantire ai figli minori dei separati una vita d’inferno.
Ovvia e scontata la levata di scudi del popolo femminile di tutta Italia, con conferenze a pioggia in giro per il paese e una marcia solenne nonché nazionale svoltasi simultaneamente in 50 tra le quali anche Siracusa.
Il caro Pillon, quale fondatore del Family Day, si era già distinto nei panni di nostalgico sostenitore della “famiglia all’antica” quella in cui le donne hanno il prestigioso ruolo di caserecce felici e serve 24h. Dopodiché, superando sé stesso, si è prodotto in un ddl in materia di separazione e divorzio che ha scatenato l’ira funesta delle femministe, delle semi-femministe parzialmente scremate, delle donne generiche e perfino di alcuni uomini probi.
Esso ddl, infatti, prevede tante di quelle che elegantemente vengono chiamate “criticità” e che più efficacemente noi chiameremo “oscenità” che non possiamo illustrarle proprio tutte. Dunque parleremo solo delle peggiori:
Creazione di un apposito albo dei mediatori con ricorso alla mediazione obbligatoria e a pagamento…e lui, Pillon, giust’appunto è un mediatore. Ma guarda un po’ il caso! Il senatore leghista vanta infatti un master breve di Mediazione Familiare accreditato dall’Aimef. E la sua proposta normativa introduce e regolamenta questa figura stabilendo ruoli e competenze del mediatore che dovrà guidare gli ex coniugi a gestire la separazione per una durata di sei mesi con un costo variabile da 50 a 100 euro ad incontro.
Da precisare che sul portale interdisciplinare in materia di diritto di famiglia di Giuffrè Francis Lefebvre, leggiamo: “Le nuove norme metteranno a disposizione degli avvocati e psicologi che siano anche mediatori familiari, sino a 77 milioni di euro all’anno a disposizione dei mediatori familiari"; soldi che saranno pagati dai cittadini; più altri nove milioni di euro per i corsi di formazione per diventare mediatori familiari, che dovranno essere seguiti dagli avvocati "junior" o dai giovani laureati in disciplina sociali mediche, psicologiche, giuridiche o pedagogiche.
Insomma un bel giro di affari creato su un’operazione inutile stando a quanto emerso da un questionario sulla mediazione familiare, che ha coinvolto nel 2016, 80 diversi fori di appartenenza: "Esperienze negative, accordo difficile da raggiungere, mancanza di fiducia nei confronti dei mediatori non avvocati, che rischiano di essere solo un ulteriore orpello burocratico nella risoluzione della lite".
Un grande Cicero pro domo sua, questo Pillon, che sul sito del proprio studio legale addirittura informa: "È in corso di approvazione una modifica al codice civile che conferirà grande rilievo all’attività di mediazione nel corso dei procedimenti per la separazione dei coniugi. In vista di ciò in molti Atenei italiani si stanno realizzando corsi di alta formazione (Master) finalizzati alla creazione del profilo di "mediatore familiare".
Addirittura il nostro donchisciotte leghista lancia un’allerta sulla stregoneria nelle scuole di Brescia dove gli hanno detto che fanno magia nera.
“La verità è che Pillon e i suoi colleghi sono dei medievali ultraconservatori - dice Monica Cirinnà, senatrice del PD – anzi papisti come si definisce lui stesso. Mi fa orrore che costui sieda nel Parlamento di uno Stato laico”.
“E c’è di peggio - dice l’avvocata Daniela La Runa, presidente della Rete Centri Antiviolenza di Siracusa - l’obbligatorietà della mediazione, come spiega anche la convenzione di Istanbul che la vieta categoricamente, in presenza di violenza domestica è una cosa gravissima perché mira a ricongiungere la vittima al suo carnefice. Col rischio che lui la uccida e i bambini finiscano in una casa famiglia”.
Nel frattempo il mediatore avrà lucrato sulla loro pelle.
Altra criticità-oscenità è la divisione matematica del tempo che il minore dovrà trascorrere con ciascun genitore: il 50% a testa, dice Pillon, il 50% matematico, tipo una settimana con la mamma e una settimana con papà che tradotto in soldoni equivale ad un bambino che trascina il suo trolley da un casa all’altra come un piccolo spiantato, un nomade, un clochard, uno sventurato senza fissa dimora.
E dell’assegno familiare ne vogliamo parlare? Non serve più, dice Pillon, meglio il mantenimento diretto. E già li vediamo questi padri che portano la minestra ai figli in casa della mamma, una cotoletta sigillata nel porta mangiare, una mela e un panino. Il tutto dall’asilo fino al terzo liceo, chissà.
Per non parlare dei figli poppanti (di cui Pillon, da tipico maschiaccio distratto, si è dimenticato) figli che vogliamo proprio vedere a quale seno se li attacca il padre…
Ma lo sa o non lo sa, il senatore Pillon che l’Italia pullula di famiglie dove la violenza è l’amaro pane quotidiano che i padri assicurano a mogli e figli? Si rende conto che il suo ddl è la formula magica per legittimare, mantenere e alimentare la violenza di questi energumeni?
Talmente smodata è la sua voglia senatoriale di punire queste scellerate donne che vorrebbero la parità, queste velleitarie femmine che vorrebbero poter lavorare per guadagnarsi quel minimo di reddito personale che garantisce la libertà e la dignità di un essere umano…talmente tanta è la sua virile arroganza tipicamente fascista….che pur di colpire le donne, sorvola sulle ripercussioni violente sui bambini, su un ulteriore sfascio della famiglia e un imbarbarimento delle relazioni umane. Complimenti senatore!

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