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Prima Pagina Donne  (17-23 giugno 2013)

Prima Pagina Donne (17-23 giugno 2013)

Da Dilma Rousseff presidente del Brasile in rivolta, alla Direttrice del Colosseo che denuncia l'organico ridicolo "a bada " del Colosseo, alle vicende della Sentrice espulsa da M5S... e altro ancora

Lunedi, 24/06/2013 - Prima Pagna Donne / 33 (17-23 giugno 2013)

Dilma Rousseff Presidente del Brasile è chiamata alla difficile prova di “confermare” il percorso democratico del suo paese, considerato una delle potenze economiche emergenti a fianco di Cina, India che è scosso da moti di protesta eccezionali che mostrano come lo sviluppo abbia o subito un freno significativo o comunque non arrivi a cambiare il livello di vita delle classi più deboli. Queste, infatti, con centinaia di migliaia di rappresentanti sono scese in strada partendo dall’aumento dei mezzi pubblici e dei servizi in generale, e contemporaneamente denunciando corruzione e malaffare legate alle opere che dovranno esaltare anche i campionati mondiali di calcio 2014, ma che fanno davvero gli interessi “mafiosi” di classi rapaci e limitatissime. La Presidente, nel tentativo di fermare la rivolta, ha parlato ai 200 milioni di Brasiliani, a reti unificate,”rassicurandoli” e spendendo promesse eclatanti, come affermare che il 100% degli introiti del petrolio saranno dedicati all’educazione.

La Rousseff, voluta in quel posto da Lula, conta sul suo passato di rivoluzionaria e guerrigliera, imprigionata e torturata dal regime dalla dittatura militare per avere ancora, l’appoggio, il consenso del suo popolo. A seguire gli avvenimenti in corso, il fatto, però, non sembra affatto garantito. I brasiliani sentono che l’economia del loro paese cresce e vogliono giustamente poterne avere un benessere diffuso.

Non basta più il calcio, le vittorie (ancora ieri quella sull’Italia), l’amore per la propria squadra e i propri campioni che oggi hanno il sapore di quel :pane e giochi che gli Imperatori Romani promuovevano per esempio al Colosseo per appagare e distrarre i poveri. Non vogliamo neanche pensare che la Rousseff abbia imboccato tale filosofia ma certo per difendere la democrazia del suo paese deve considerare che le sue parole sono come pietre e sarà attesa al varco! E tornando al Colosseo, il fatto che la Direttrice dell’Anfiteatro Flavio -Rossella Rea - sia una donna, autorizza le nostre riflessioni su di una notizia incredibile: Il Colosseo che si può permettere solo 7 dipendenti attivi per turno, dei trenta complessivi, a fronte di circa 14.000 visitatori quotidiani, da qualche giorno e anche questa domenica è stato chiuso dalle 9 alle 11 (le due ore meno calde) proibendo a migliaia di turisti venuti da tutto il mondo di goderne la visita.

Ma non è anche questo un attacco alla democrazia, oltre che al turismo, all’economia, all’immagine di Roma? E Marino, il nuovo Sindaco, cosa dice o cosa fa? La democrazia sembra un bene in forte crisi e appare eclatante che Il partito di Grillo possa con facilità estrema espellere la senatrice Adele Gambaro, colpevole di avere espresso, con coraggio, la propria opinione su Grillo stesso e il suo metodo di governare 5 Stelle. Dentro al partito si è aperto un dibattito. Altre espulsioni o liberi abbandoni si paventano. Il commento nel merito può essere valutato da ognuno/a. Eppure il coraggio delle proprie idee e la libertà di esprimersi è un elemento base della democrazia! E’ apprezzabile, in tal senso che Rosy Bindi, pur non condividendo Matteo Renzi, dichiari che non voterà per cambiare le regole del futuro congresso PD per mettere Renzi in difficoltà. Non condividerne la politica non può significare metodi scorretti per fermarlo. E a fermarsi non ci pensa proprio la ministra delle pari opportunità Josefa Idem accusata di non aver pagat l’imu su di una palestra fatta passare per prima casa. La Idem dichiara la sua amarezza per l’attacco subito per un errore involontario e di entità minima a fronte delle grandi cose fatte come sportiva. Le crediamo e crediamo che sanerà il tutto. Più difficile è avere un'idea senza se e ma su quanto debba fare rispetto ai comportamenti come Ministro! Per ripartire dal concetto del che fare comprendiamo le enormi, quasi insormontabili difficoltà del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini che si trova a fronteggiare, dato il bel tempo, lo sbarco di centinaia di disperati nell’isola, al di là di ogni capienza possibile e di ogni possibilità di assisterli come si dovrebbe. Il centro di accoglienza nato per 800 posti, dopo l’incendio di un paio di anni fa è in grado nonostante i restauri di non accogliere più di 300 persone e la sindaca di Lampedusa teme l’orrore già verificatosi di una prigione a cielo aperto per donne e uomini che hanno invece diritto a una umana accoglienza. Un'accoglienza civile a prescindere da qualunque dibattito e posizione sull’integrazione degli stranieri che vivono e lavorano nel nostro paese. A tale proposito a fianco della ministra Cècile Kienge, che non s’arrende nonostante gli insulti che la colpiscono, a fare il suo mestiere di ministro dell’integrazione appunto, sottolineiamo che è vero come ogni reato vada giudicato in quanto reato e non perché reato commesso da un emigrato che in quanto tale non poteva che commetterlo secondo offese diffuse che circolano sul web e non solo. Sarebbe come dire che ogni siciliano perché tale è un mafioso, o un campano perché tale un camorrista. Sarebbe bene rifletterci! Mai come oggi in un vortice di avvenimenti spesso negativi che travolge e sgomenta è importante pensare dentro i fatti e le notizie. Non potrà che aiutare la capacità di comprendere e talvolta di moderare i giudizi o esercitare la tolleranza. In tale ottica leggiamo con empatia le parole di Eva Guerriero la mamma del ragazzo italiano morto in Siria dove si era recato per combattere. In un'intervista rilasciata a un quotidiano questa madre esprime tutto il suo dolore nel raccontare di avere tentato di fermare quel figlio “inseguendolo” per tre mesi senza riuscire a incrociarlo e convincerlo a tornare indietro dalle sue scelte. Nelle sue parole non solo amore materno ma un disperato tentativo di capire. In tal senso vale la pena di raccontare di Federica Vitale - 16 anni, liceo scientifico Pasteur di Roma - fra le migliori liceali d’Italia per due volte promossa con il massimo dei voti in tutte le materie e per questo agli onori della cronaca, che dice come il suo motto sia il titolo del libro di Rita Levi Montalcini: “Abbi il coraggio di conoscere”. Ovvero traduco io: per provare a scegliere nel modo più argomentato e giusto la strada da seguire, nelle diverse responsabilità che di volta in volta competono verso se stessi e/o altri.

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